Tajani: l’Italia chiede la tregua mondiale per le Olimpiadi di Milano-Cortina

di Redazione ETI
8 Ottobre 2025 8:53 Aggiornato: 8 Ottobre 2025 15:59

L’Italia chiede il cessate il fuoco mondiale alle Nazioni Unite in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del prossimo anno.

Lo ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo alla Conferenza Italia-America Latina e Caraibi: «In vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina, presentiamo una proposta di tregua olimpica per tutte le guerre, incluse Ucraina e Medio Oriente, alle Nazioni Unite». Nel suo intervento alla Conferenza Italia-America Latina e Caraibi, Tajani ha rimarcato il pieno appoggio italiano al piano di pace statunitense per Gaza e ha ribadito come non si debba «mai smettere di sperare nella pace», citando anche il papa.
Il governo italiano, ha precisato Tajani, ha già presentato ufficialmente una bozza di risoluzione alle Nazioni Unite che chiede la tregua olimpica per tutti i conflitti, sottolineando soprattutto Ucraina e Medio Oriente – ma senza escludere le altre guerre in corso – e chiedendo che la proposta venga discussa e votata in tempi brevi dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. I Giochi di Milano-Cortina si apriranno il 6 febbraio 2026 e dureranno fino al 22 febbraio.

Se la proposta italiana verrà accettata, il Comitato olimpico internazionale inviterà tutte le nazioni in guerra a rispettare la tregua durante i giochi.

La proposta del ministro degli Esteri si inserisce in un quadro di diplomazia attiva e nel nuovo ruolo da protagonista nello scenario internazionale assunto dall’Italia col governo Meloni, con cui Roma sta assumendo sempre più importanza quale crocevia di pace e sviluppo.

L’idea italiana, in linea di principio, è stata accolta con favore da una parte significativa della comunità internazionale, ma purtroppo permane molto scetticismo sulla reale possibilità di successo, visto l’esito negativo di simili richieste in occasione delle recenti Olimpiadi di Parigi 2024. Da quando esistono le olimpiadi moderne (iniziate nel 1896) simili appelli sono stati ripetutamente lanciati dal Comitato olimpico internazionale, ma mai rispettati pienamente. L’appello alla tregua olimpica da parte del Cio e dell’Onu è diventato una ritualità a ogni olimpiade, ma la sua efficacia è molto limitata: né l’invasione russa della Crimea durante i giochi invernali di Sochi 2014 né i conflitti in Siria (Londra 2012) e Ucraina (Pechino 2022) hanno conosciuto reali pause nonostante le risoluzioni Onu, che di fatto hanno quasi sempre un valore simbolico.

Sul piano concettuale, la tregua durante le Olimpiadi risale alle olimpiadi “originali” dell’antica Grecia, quando le fazioni in guerra accettavano di deporre le armi per tutta la durata dei giochi, in modo che gli atleti e gli spettatori potessero viaggiare in sicurezza da e verso la città di Olimpia, che ospitava ogni quattro anni l’evento sportivo. La tregua era chiamata in greco antico ἐκεχερία, e aveva carattere sacro. Questa tregua era valida solo per il periodo dei giochi e per chi partecipava o assisteva all’evento, e prevedeva la cessazione di tutti i conflitti – pubblici e privati – limitatamente agli spostamenti verso e da Olimpia. La “tregua” era più un lasciapassare per garantire la sicurezza di partecipanti e spettatori, piuttosto che una vera sospensione totale di tutte le guerre in Grecia, e sanciva la sacralità e l’inviolabilità del territorio sacro di Olimpia, poiché le olimpiadi erano eventi religiosi e sociali di grande importanza.

 


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times