Kennedy e la lotta all’autismo

di Redazione ETI/Zachary Stieber
23 Settembre 2025 15:40 Aggiornato: 23 Settembre 2025 15:40

Il ministro della Sanità americano Robert Kennedy ha annunciato il 22 settembre che l’acetaminofene, principio attivo del Tylenol, potrebbe essere collegato all’autismo, un disturbo caratterizzato da un vasto spettro di sintomi, indicano anche l’acido folinico, noto anche come leucovorina, come un trattamento dall’aspetto promettente contro l’autismo.

I massimi funzionari della Sanità statunitense hanno dichiarato che le prove disponibili sono sufficienti per emettere un nuovo avvertimento contro l’uso di acetaminofene (conosciuto anche come paracetamolo) durante la gravidanza, in relazione ai disturbi dello sviluppo neurologico: «Non possiamo più ignorare i dati a nostra disposizione» ha detto il dottor Marty Makary, commissario della Food and drug administration, durante un briefing a Washington. Tra questi figura uno studio del 2019 condotto dalla Boston University e dalla Johns Hopkins University School of Medicine, che ha esaminato il plasma del cordone ombelicale e ha rilevato come l’esposizione intrauterina all’acetaminofene aumenti il rischio di sviluppare autismo e disturbo da deficit di attenzione/iperattività (Adhd), due disturbi neurologici evolutivi. Una revisione del 2025 ha inoltre riscontrato «prove coerenti con un’associazione tra l’esposizione all’acetaminofene in gravidanza e un incremento dell’incidenza» di tali disturbi, secondo il dottor Andrea Baccarelli, preside della Harvard Th Chan School of Public Health, e i suoi collaboratori.
In una comunicazione ai medici datata 22 settembre, il dottor Makary ha precisato che «si sono accumulate prove che indicano come l’uso di acetaminofene da parte di donne incinte possa essere associato a un maggiore rischio di condizioni neurologiche nei bambini, quali autismo e Adhd», e ha aggiunto che i medici dovrebbero valutare di ridurre al minimo l’impiego di acetaminofene in gravidanza, pur tenendo presente che si tratta del farmaco da banco più sicuro per febbre e dolore.

Altri esperti contestano che le prove supportino tale collegamento, citando tra l’altro uno studio svedese del 2024 che ha analizzato i dati di quasi 2 milioni e mezzo di bambini, e ha concluso l’assenza di un nesso tra esposizione fetale all’acetaminofene e lo sviluppo di autismo o Adhd. «Allo stato attuale, il peso delle prove scientifiche sull’uso di acetaminofene in gravidanza come causa di un rischio accresciuto per autismo o Adhd è semplicemente inconcludente», ha dichiarato in una recente nota la dottoressa Sindhu Srinivas, presidente della Society for Maternal-Fetal Medicine. L’organizzazione ha confermato lunedì di mantenere la propria raccomandazione secondo cui l’acetaminofene sia sicuro per trattare dolore e febbre nelle donne incinte. Un portavoce di Kenvue, società madre del produttore di Tylenol, ha dichiarato a Epoch Times Usa  che «oltre un decennio di ricerche rigorose, avallate da autorevoli professionisti medici e autorità sanitarie mondiali, conferma l’assenza di prove credibili che colleghino l’acetaminofene all’autismo».

L’autismo è un disturbo che si manifesta con difficoltà nella comunicazione e nel mantenere il contatto visivo. Circa un quarto delle persone autistiche non parla o ha un linguaggio di livello minimo.
Negli Stati Uniti, i tassi di autismo sono aumentati in modo marcato negli ultimi decenni. Secondo il Cdc, la prevalenza era di un bambino su 31 nel 2022, contro un caso su 150 nel 2002. Davanti a un simile balzo, «si capisce che come vi sia qualcosa di artificiale» ha commentato Donald Trump. Il ministro della Sanità Kennedy, che da avvocato si è occupato per decenni di questi problemi, mesi fa ha affermato che la genetica potrebbe spiegare alcuni casi, ma che una simile impennata non può che essere provocata da «una tossina ambientale». In precedenza il Cdc aveva indicato sul proprio sito che vari fattori possono rendere un bambino più predisposto all’autismo, tra cui la nascita da genitori anziani e determinate condizioni genetiche. Alcune organizzazioni, come la Autism Society of America, attribuiscono l’incremento a criteri diagnostici aggiornati e a una maggiore consapevolezza del disturbo.

In passato Kennedy ha sostenuto che i vaccini possano provocare autismo: «Molti genitori riferiscono che il loro bambino ha sviluppato autismo subito dopo il vaccino, ed è qualcosa che stiamo esaminando». Ieri, i funzionari della Sanità non hanno dichiarato che i vaccini siano una delle cause dell’autismo, ma non hanno escluso di farlo in futuro. «L’autismo è un disturbo complesso con eziologia multifattoriale – ha dichiarato Kennedy – stiamo indagando su una pluralità di cause potenziali, senza aree proibite. Un aspetto che stiamo valutando da vicino […] sono i vaccini. Dal 40 al 70 per cento delle madri con figli autistici crede che il proprio bambino sia stato danneggiato da un vaccino. Il presidente Trump ritiene che dovremmo ascoltare queste madri invece di ingannarle e marginalizzarle».

Diversi genitori riportano la convinzione che l’autismo possa essere causato da vaccini, inclusi quelli contro morbillo-parotite-rosolia. Ricerche in tal senso per ora non hanno trovato associazioni, ma negli Stati Uniti alcune persone hanno ricevuto risarcimenti per lesioni da vaccini, inclusi casi di autismo. Poche settimane fa il Cdc ha annunciato l’intenzione di stanziare fondi a un istituto per indagare «l’associazione tra vaccinazioni e prevalenza dell’autismo», nell’ambito della sua nuova missione. Nel frattempo, i National institutes of health stanno destinando 50 milioni di dollari a 13 progetti focalizzati sulle cause profonde dell’autismo e sulle relative terapie. «Gli scienziati impiegheranno metodi rigorosi e avanzati di inferenza causale, apprendimento automatico […] e altri approcci innovativi al problema» ha detto il dottor Jay Bhattacharya, direttore dei National institutes of health, durante il briefing, «L’ascesa netta nella prevalenza dell’autismo merita una risposta urgente da parte della comunità scientifica».

Nel corso della conferenza stampa, i funzionari americani hanno anche indicato che la leucovorina, o acido folinico su prescrizione, può aiutare le persone autistiche e alleviare i sintomi. Diversi studi randomizzati controllati con placebo hanno rilevato un miglioramento dei sintomi dell’autismo nei riceventi acido folinico.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

 

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