Allarme psicosi e dipendenza da Cannabis a alta potenza

di Redazione ETI/George Citroner
23 Settembre 2025 15:04 Aggiornato: 23 Settembre 2025 15:04

In numerosi Paesi, la legalizzazione della cannabis si sta diffondendo rapidamente e molti giovani la considerano una sostanza innocua. Ma una revisione di 99 studi, condotta tra il 1977 e il 2023 e pubblicata su Annals of Internal Medicine, rivela uno scenario allarmante: i prodotti moderni, come vaporizzatori e concentrati con alte concentrazioni di tetraidrocannabinolo (Thc) — il principale principio psicoattivo — aumentano significativamente il rischio di psicosi, schizofrenia e dipendenza, superando di gran lunga i pericoli della marijuana delle generazioni passate.

La ricerca, che ha coinvolto oltre 221 mila persone in 15 Paesi, dimostra che l’uso di cannabis ad alta potenza accresce il rischio di psicosi e schizofrenia, soprattutto nelle 12 ore successive al consumo. Negli anni Sessanta e Ottanta, il Thc nei fiori di cannabis oscillava tra il 2 e il 4%, mentre oggi raggiunge in media il 20%. I moderni dispositivi di vaporizzazione arrivano a concentrazioni tra il 70 e il 90%, suscitando allarme per la salute mentale.

Il Thc interferisce con i recettori endocannabinoidi del sistema nervoso, alterando i neurotrasmettitori che regolano umore, cognizione e percezione. Questo squilibrio può causare sintomi psicotici, come allucinazioni e paranoia, simili a quelli della schizofrenia, specialmente con dosi elevate. Un aumento di dopamina — neurotrasmettitore chiave per l’umore — può favorire l’insorgenza di questi sintomi. Per l’uso ricreativo, i dati sono chiari: il 53% degli studi collega la cannabis ad alta potenza a un incremento dell’ansia, il 41% a un aggravamento della depressione. Inoltre, l’uso frequente di questi prodotti aumenta il rischio di disturbo da uso di cannabis, con effetti negativi su umore, motivazione e funzionamento quotidiano. Gli esperti sottolineano che i concentrati causano maggiore tolleranza e sintomi di astinenza più intensi, alimentando la dipendenza.

Al contrario, le prove sui benefici medici della cannabis ad alto contenuto di Thc per i disturbi mentali sono scarse. Il professor Jonathan M. Samet, docente di epidemiologia presso la Colorado School of Public Health e autore principale dello studio, ha chiarito che nessun lavoro scientifico dimostra effetti positivi per chi soffre di psicosi o schizofrenia. Alcuni studi suggeriscono benefici per ansia e depressione in pazienti con cancro o patologie neurologiche, ma i risultati sono deboli e incoerenti: meno della metà indica un possibile sollievo dall’ansia, mentre il 24% rileva un aumento di questo disturbo e il 30% un peggioramento della depressione.

Questi risultati sollevano interrogativi sulla legalizzazione della cannabis ricreativa. Ma lo studio presenta dei limiti: non specifica le modalità di consumo del Thc (fumato, vaporizzato o ingerito), utilizza strumenti di misurazione eterogenei e include pochi dati su donne incinte e adolescenti. Il professor Samet ha sottolineato la necessità di dati più precisi per rispondere agli interrogativi sui rischi, in un contesto in cui molti Paesi hanno legalizzato la cannabis ricreativa e le concentrazioni di Thc continuano a crescere.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.


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