Da tempo immemorabile, figure religiose, grandi filosofi, letterati e leader mondiali ci orientano a condurre una vita virtuosa. Le opere di pittori, scultori e architetti sono esempi morali che dall’antichità ci parlano attraverso immagini e simboli. Queste opere possono aiutarci a far emergere la parte migliore di noi.
Il termine virtù [dal latino virtus «forza, coraggio», derivato di vir «uomo»] è la tendenza a rifiutare il male e fare il bene come valore in sé, non considerando premi o punizioni. E le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza sono pilastri morali della religione cristiana. La radice latina della parola “cardinale” è cardo, che significa ‘asse’ o “ciò su cui qualcosa ruota o che lo sostiene”. La vita e la condotta morali dipendono quindi dalle Virtù Cardinali, talvolta indicate come virtù naturali.
PRUDENZA
Nella Dichiarazione di Indipendenza americana è enunciata la virtù della prudenza: «La prudenza, infatti, impone che i governi di lunga data non debbano essere cambiati per cause leggere e transitorie; e, di conseguenza, tutta l’esperienza ha dimostrato che gli uomini sono più disposti a sopportare i mali, finché sono sopportabili, piuttosto che rimediare abolendo le forme a cui sono abituati».

L’esercizio della prudenza deriva dall’esperienza di vita e dalla pratica, e va di pari passo con altre virtù. Proverbi 8:12-14 afferma: «Io, la Saggezza, dimoro con la prudenza». Il poeta anglo-irlandese John Denham (1615-1669) scrisse in Of Prudence:
Il primo passo della saggezza è distinguere
ciò che è giusto o ingiusto, falso o vero.
È veramente prudente chi sa separare
l’onesto dal vile e continua ad attenersi a tale principio.
Intorno al 1475, il ceramista fiorentino Andrea della Robbia (1435-1525) creò un tondo circolare in terracotta invetriata raffigurante la Prudenza. Il cerchio, sin dai tempi antichi, simboleggia l’eternità e nella Firenze rinascimentale la composizione circolare, chiamata tondo, era molto popolare. Il tondo della Prudenza apparteneva alla serie decorativa delle quattro virtù, insieme a Fede, Giustizia e Temperanza.
Ogni elemento modellato da Della Robbia è significativo: la Prudenza è una giovane donna che si guarda in uno specchio, e un serpente sale lungo il suo corpo per specchiarsi. La donna ha due facce, come Giano, ovvero una testa con due volti: uno rivolto in avanti e l’altro all’indietro stando a significare due tratti caratteriali opposti. Quello posteriore è il volto di un vecchio e mentre il volto giovanile della Prudenza rappresenta il presente, quello del vecchio indica la conoscenza e l’esperienza di vita che l’hanno condotta alla saggezza.

La Prudenza invita a guardare incondizionatamente dentro noi stessi per conoscere veramente chi siamo, e lo specchio simboleggia questa autoriflessione. Il serpente rappresenta la saggezza necessaria per essere prudenti e agire nel modo giusto. Il motivo del serpente allude all’espressione biblica siate dunque prudenti come i serpenti (Matteo 10:16).

Anche i motivi della ghirlanda che incornicia il tondo sono simbolici, come in molte delle sue innumerevoli opere: i limoni rappresentano la salvezza, l’uva e i cetrioli rappresentano la resurrezione, mentre le mele cotogne e le pigne simboleggiano la virtù e l’immortalità. Significati che possono essere fatti risalire all’antichità: Plinio (circa 24-59 d.C.) ammirava la capacità del cotogno di crescere dalle talee, quindi allude all’immortalità, l’uva simboleggia il vino servito da Gesù durante l’Ultima Cena, e il limone fiorisce in pieno sole. Questo, insieme alle proprietà curative del frutto, in particolare l’uso tradizionale come antidoto contro il veleno, ha portato il limone a diventare simbolo di salvezza.

Un’altra splendida allegoria della Prudenza è esposta nel Museo degli Arazzi di Spagna, nel Palazzo Reale di La Granja di San Ildefonso. È opera dell’artista fiammingo Pieter Coecke van Aelst (1502-1550), e fa parte della serie di arazzi Gli Onori che comprende nove pannelli allegorici: Fortuna, Prudenza, Saggezza, Giustizia, Vizio, Fama, Onore, Fede e Nobiltà. Creati per l’incoronazione di Carlo V a imperatore del Sacro Romano Impero nel 1520, illustrano il carattere nobile necessario per governare e gli insegnamenti morali che comprendono i pericoli del vizio. Il famoso arazziere in questa serie monumentale utilizza motivi e figure sia classici che religiosi per evidenziare la buona condotta e il carattere, arricchendoli di numerosi elementi simbolici.

La scena allegorica della Prudenza ha un’ambientazione teatrale: la virtù siede su un trono al centro della scena, un serpente le avvolge la mano, simboleggiando la saggezza di cui ha bisogno per discutere con la Fede e la Ragione, che la affiancano. Il motivo del serpente allude nuovamente al versetto siate dunque prudenti come i serpenti, proprio come la Prudenza di della Robbia. La Ragione tiene in mano un trio di specchi che rappresentano la memoria (passato), l’intelligenza (presente) e la previdenza (futuro), le tre virtù della Prudenza. Un’iscrizione sul baldacchino sopra il trono rafforza il significato dei motivi e riassume le caratteristiche della Prudenza: Preterita recolo presentia ordino futura prevideo (Ricordo il passato, ordino il presente, prevedo il futuro).
La Prudenza incarna molte virtù, tra cui intelligenza, cautela, intelletto, previdenza, docilità e memoria, che sono presentate come personificazioni elegantemente vestite ai piedi del palco. Ognuna porta con sé oggetti legati alla propria identità. Ad esempio, la Cautela tiene uno specchio convesso che riflette l’immagine di una volpe e di un mantello da monaco, forse a simboleggiare le popolari favole morali medievali di Reynard la Volpe, nelle quali spesso è presente una volpe che inganna altri animali.
Ricorrendo a motivi diversi dalle opere precedenti, il pittore rinascimentale Tiziano (circa 1488-1576), realizzò un’allegoria della Prudenza in chiave enigmatica dipingendo tre busti maschili: un uomo adulto barbuto è al centro, affiancato da un anziano barbuto e da un giovane dal viso pulito, che guardano entrambi oltre i bordi della tela. Sotto le teste degli uomini, e replicando la disposizione, sono presenti tre teste di animali: un lupo, un leone e un cane. Nella parte superiore un’iscrizione in latino recita: «Imparando dal passato, agisce oggi con prudenza, affinché le sue azioni non rovinino il domani». Le tre figure rappresentano quindi le età dell’uomo, giovinezza, età adulta e vecchiaia, ricollegandosi così al monito dell’iscrizione: passato (giovinezza), presente (età adulta) e futuro (vecchiaia).

Tiziano probabilmente era a conoscenza delle rappresentazioni storiche della Prudenza, come un piccolo busto in marmo della metà del XIV secolo con tre volti su un’unica testa. Secondo il Metropolitan Museum of Art di New York City, si tratta di un raro Vultus Trifrons o Allegoria della Prudenza. Gli artisti cattolici del XV e XVII secolo scolpirono il Vultus Trifrons per simboleggiare la Santissima Trinità.
Secondo alcune fonti, nel XV secolo si iniziò a vedere negativamente le raffigurazioni tricefale, come scrive Sant’Antonino da Firenze nella Summa Theologica: «I pittori … sono biasimevoli quando dipingono cose contrarie alla fede, quando realizzano un’immagine della Trinità come una persona con tre teste, che è mostruosa nella natura delle cose». Queste opere tricefale furono denunciate e la maggior parte di esse fu distrutta, prima dal Concilio di Trento (1545-1563) e poi da papa Urbano VIII nel 1628.

Alcuni studiosi ritengono che la creatura a tre teste lupo-leone-cane di Tiziano sia citata nell’opera dell’umanista e scrittore veneziano Giovanni Pierio Valeriano in Hieroglyphica, del 1556. Secondo la National Gallery di Londra, è «l’incarnazione del Tempo: il lupo vorace rappresenta il passato e divora la memoria di tutte le cose, il leone vigoroso rappresenta il presente, il cane rappresenta il futuro e balza in avanti, sempre pieno di false speranze».
Il dipinto di Tiziano mostra che la saggezza dell’oggi (rappresentata dall’età adulta e dal leone) deriva esclusivamente dalla conoscenza e dall’esperienza acquisite in passato (la giovinezza e il lupo) e che tale saggezza comporta lungimiranza, raffigurata dall’età avanzata e dal cane. Saggezza e lungimiranza rendono possibile una condotta prudente.
Tutte queste opere d’arte sulla prudenza enfatizzano l’auto-riflessione, che si serve delle esperienze e conoscenze passate per valutare con saggezza qualsiasi situazione prima di intraprendere la giusta via. Tale scelta può rivelarsi un percorso difficile, ma la persona prudente sa che la saggezza esercitata con fede e ragione guida le azioni più giuste.