Hamas si riorganizza in Cisgiordania dopo il duro colpo in Qatar

di Redazione ETI/Epoch Israele
12 Settembre 2025 17:13 Aggiornato: 12 Settembre 2025 20:05

L’attacco dell’8 settembre a Gerusalemme, in cui sono state uccise sei persone, è un segnale di allarme di cosa accadrà a Gerusalemme e in Cisgiordania dopo che Israele avrà occupato l’intera Striscia di Gaza. Lo dicono fonti militari di Epoch Israele.
Sebbene un’indagine iniziale sull’attacco indichi che i due terroristi operavano all’interno di un’organizzazione locale, Hamas ha plaudito all’attacco ed è possibile che l’indagine dello Shin Bet riveli in seguito un collegamento tra i terroristi e Hamas. Secondo le fonti, Hamas sta pianificando di aprire un nuovo fronte terroristico contro Israele in Giudea e Samaria subito dopo la conquista dell’intera Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano. Hamas starebbe iniziando a rendersi conto che sta per perdere definitivamente l’intera Striscia di Gaza e starebbe quindi trasferendo il proprio quartier generale terroristico in Giudea e Samaria.

I primi segnali di un aumento del terrore in Giudea e Samaria (le due regioni in cui Israele divide la Cisgiordania) da parte di Hamas sono già stati scoperti nelle ultime due settimane: nell’area di Ramallah, una quantità di esplosivo standard precedentemente rubato all’esercito israeliano, è stata sequestrata a elementi terroristici e nel centro di Ramallah un’autobomba è esplosa a causa di un guasto tecnico, prima che i terroristi riuscissero a introdurla e usarla contro obiettivi israeliani.
A guidare le operazioni in Giudea e Samaria risulta essere Zaher Al-Jabarin, un terrorista di Hamas rilasciato nel 2011 in seguito all’accordo Shalit, e attualmente a capo dell’ala militare di Hamas appunto in Giudea e Samaria. Secondo fonti di sicurezza israeliane, Al-Jabarin avrebbe partecipato alla riunione dei vertici di Hamas a Doha, in Qatar, che è stata attaccata dai jet dell’aviazione israeliana. Il suo destino è ancora sconosciuto, poiché il Qatar e Hamas avrebbero completamente insabbiato i risultati dell’attacco israeliano per presentarlo come un fallimento. Se Al-Jabarin fosse effettivamente morto nell’attacco di Doha, si tratterebbe di un risultato significativo per Israele.

Sempre secondo le fonti di Epoch, alla luce dei gravi colpi inferti alla leadership di Hamas da Israele nella Striscia di Gaza, la dirigenza di Hamas all’estero è diventata la forza centrale dell’organizzazione terroristica e gode di un notevole potere. Ad esempio, la sezione dell’ala militare di Hamas di stanza a Istanbul, comandata da deportati dell’accordo Shalit, è considerata la regista di numerosi attacchi terroristici in Giudea e Samaria e in territorio israeliano, e responsabile del reclutamento della cellula terroristica recentemente smascherata dallo Shin Bet, che pianificava di assassinare il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, utilizzando droni esplosivi.

L’ala militare di Hamas ha annunciato la ripresa degli attacchi suicidi in Israele alla fine di agosto 2024, decisione presa in coordinamento tra Yahya Sinwar e Al-Jabarin e tuttora in vigore.

Tornando al nuovo capo di Hamas in Cisgiordania, Zaher Al-Jabarin, 55 anni, è originario del villaggio di Salfit in Samaria, ha studiato diritto islamico all’Università Al-Najah di Nablus, ed è considerato uno dei fondatori dell’ala militare dell’organizzazione, nel 1987. A lui si attribuisce la distribuzione del primo volantino di Hamas in Giudea e Samaria durante la prima Intifada, il reclutamento di Yahya Ayyash, noto come “l’Ingegnere”, e la pianificazione del rapimento e dell’omicidio dell’agente di polizia di frontiera Nissim Toledano.
Al-Jabarin è un esperto nella preparazione di ordigni esplosivi e cinture esplosive per attacchi suicidi, ed è colui che ha attivato Ayyash per compiere una serie di attacchi suicidi volti a impedire l’attuazione degli Accordi di Oslo, e ha anche pianificato gli attacchi a Ramat Efal e nel villaggio di Brokin in Samaria; è stato arrestato nel 1993 e condannato all’ergastolo, ma poi è stato appunto rilasciato nell’ambito dell'”accordo Shalit”.

Negli ultimi anni, Al-Jabarin è stato vice di Saleh al-Arouri, capo dell’ala militare di Hamas in Cisgiordania, fino al suo assassinio da parte del Mossad nel quartiere di a-Dahiyya a Beirut nel gennaio 2024. Ricopre anche la carica di responsabile del fascicolo dei prigionieri di Hamas e appartiene al gruppo dirigente di Hamas affiliato all’Iran, che vanta stretti legami anche con le Guardie Rivoluzionarie iraniane. Ha anche buoni rapporti con l’organizzazione Hezbollah. È il principale contatto di Hamas con le Guardie Rivoluzionarie iraniane e con loro definisce la strategia per gli attacchi contro Israele dai territori di Giudea e Samaria. Il ritorno alla strategia degli attacchi suicidi all’interno di Israele è stato coordinato con il regime iraniano.
Zaher Al-Jabarin è anche considerato la mente economica del movimento di Hamas, l’uomo che controlla l’impero economico dell’organizzazione in tutto il mondo, del valore di diverse centinaia di milioni di dollari, e che finanzia le attività terroristiche, tra cui il massacro del 7 ottobre. Secondo fonti di sicurezza israeliane, Al-Jabarin gestisce i legami finanziari di Hamas con l’Iran e garantisce il trasferimento di fondi dall’Iran alla Striscia di Gaza, anche servendosi di cambiavalute, e riesce a preservare l’impero economico di Hamas, gestendo il trasferimento di fondi dall’Iran alla Striscia di Gaza e alla Giudea e Samaria, nonostante le sanzioni imposte all’Iran.
Il Wall Street Journal ha scritto il 4 gennaio 2024 che Al-Jabarin gestisce un ufficio a Istanbul (vive in Turchia ed è considerato vicino a Erdogan) e che detiene partecipazioni in diverse società, tra cui quelle quotate alla Borsa turca.

La nomina di Al-Jabarin, alla carica di capo dell’ala militare di Hamas in Giudea e Samaria rappresenta una significativa promozione nella gerarchia di Hamas. Il soggetto è considerato da Israele molto ambizioso e altrettanto pericoloso, in quanto ansioso di dimostrare il proprio valore, per arrivare a essere eletto a capo dell’Ufficio politico di Hamas. Zaher Al-Jabarin non si fermerà davanti a nulla pur di ottenere quello che vuole – questa è l’opinione prevalente a Gerusalemme – per cui Israele lo considera un pericolo da eliminare al più presto possibile.

 


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