Dal cosmo al microscopio, la spiritualità nella ricerca scientifica

di Redazione ETI/Makai Allbert, Mari Otsu
2 Settembre 2025 20:54 Aggiornato: 2 Settembre 2025 20:54

La scienza, spesso vista come dominio di logica e razionalità, si rivela per molti scienziati un ponte verso la trascendenza. Anziché soffocare il desiderio spirituale, la ricerca scientifica accende un profondo anelito a esplorare il senso ultimo dell’esistenza, trasformando il laboratorio in un luogo di meraviglia e riflessione. Recenti studi smentiscono l’idea che il progresso scientifico reprima la spiritualità, mostrando invece come essa possa alimentarla, anche tra chi non professa una fede religiosa.

Uno studio condotto dal sociologo Brandon Vaidyanathan, dell’Università Cattolica d’America, ha analizzato questo fenomeno intervistando 104 biologi e fisici in India, Italia, Regno Unito e Stati Uniti. Attraverso un’analisi testuale delle parole più ricorrenti, emerge che scienziati religiosi, spirituali ma non religiosi e laici condividono esperienze di meraviglia profonda, pur esprimendole in modi diversi. Per i religiosi, la scienza illumina la creazione divina, con termini come “fede” e “preghiera” che ricorrono spesso. Gli spirituali non religiosi collegano il loro anelito a concetti come “connessione” e “natura”, trovando nel mare o nel cosmo un senso di infinito. I laici, mossi da curiosità intellettuale, descrivono la ricerca di significato con parole come “curiosità” e “connessione”, orientandosi nell’immensità dell’universo attraverso interrogativi esistenziali.

Questa capacità di provare stupore unisce tutti i gruppi. Martin Nowak, docente di biologia e matematica a Harvard, osserva che scienza e spiritualità condividono un’aspirazione comune alla verità. La comprensione scientifica, infatti, non sminuisce la meraviglia. Uno studio del 2023, pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology, introduce la “spiritualità della scienza”, evidenziando come le idee scientifiche generino sentimenti di connessione e senso profondo, offrendo benefici psicologici simili a quelli della spiritualità religiosa, anche per atei e agnostici.

Storicamente, scienziati come Galileo Galilei e Isaac Newton vedevano nella natura un ordine divino, un’intuizione che alimentava le loro scoperte. Albert Einstein descriveva l’unione tra scienza e spiritualità come un “sentimento religioso cosmico”, considerandolo un motore essenziale della ricerca. Sarbmeet Kanwal, fisico teorico del California Institute of Technology, concorda, sottolineando che la meraviglia apre una porta verso realtà ancora ignote, senza che le spiegazioni razionali ne riducano il fascino.

Questo senso di stupore si manifesta a ogni scala dell’indagine scientifica. Nel 1995, l’astrofisico Mario Livio – che per 24 anni ha contribuito a gestire il telescopio Hubble – è rimasto colpito dalle immagini dell’“Hubble Deep Field”, la più profonda visione del cosmo mai ottenuta fino ad allora. Quelle immagini hanno rivelato la piccolezza dell’umanità rispetto all’universo, ma anche la grandezza della conoscenza umana. Analogamente, una biologa indiana ha mostrato al sociologo Vaidyanathan vetrini di batteri, evidenziando come l’ago di un batterio ricordi le colonne di un tempio hindu millenario, un’opera d’arte naturale creata in pochi minuti.

Non tutti gli scienziati, tuttavia, condividono questa sensibilità trascendente. Alcuni si concentrano su spiegazioni materiali, senza cercare significati metafisici. Altri vedono nella scienza un modo per riconoscere i limiti umani, più che un senso universale. Per molti, però, non vi è contrasto tra indagine scientifica ed esperienza spirituale. La scienza, infatti, radica l’esperienza umana in un ordine naturale che permea l’universo. In un futuro lontano, la spiritualità potrebbe forse essere spiegata come parte di questo ordine, ma per ora rimane un mistero da esplorare, senza opporsi alla razionalità.

La ricerca del sociologo Vaidyanathan conclude che la scienza, pur non suscitando aneliti trascendenti in tutti, può ispirare percorsi di riflessione esistenziale e offrire una risorsa unica per credenti e non credenti.


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