L’immunoterapia contro il cancro

di Redazione ETI/Amy Denney
30 Agosto 2025 10:55 Aggiornato: 30 Agosto 2025 10:55

L’immunoterapia segna un progresso cruciale nel trattamento oncologico, sfruttando le difese naturali del corpo per contrastare il cancro in modo meno invasivo rispetto a chirurgia, radioterapia o chemioterapia. In condizioni ottimali, il sistema immunitario funge da barriera efficace contro le patologie oncologiche, ma le cellule cancerose, prive di adeguati meccanismi di riparazione, proliferano senza controllo, sfuggendo alla sorveglianza immunitaria. Talvolta, rilasciano sostanze che le rendono invisibili, eludendo le difese dell’organismo. La terapia immunologica interviene stimolando o ripristinando le capacità delle difese naturali, migliorandone l’efficacia contro il cancro.

Questa strategia si basa su diverse tecniche, che rappresentano un’evoluzione significativa nella lotta ai tumori. Gli inibitori dei checkpoint immunitari rimuovono gli ostacoli che impediscono al sistema immunitario di identificare e attaccare le cellule tumorali. La terapia con cellule T Car potenzia i linfociti T, rendendoli più abili nel contrastare il cancro. Gli anticorpi monoclonali — sviluppati in laboratorio — fungono da segnali per localizzare i tumori. I linfociti infiltranti il tumore, prelevati, moltiplicati e reinfusi, rafforzano la risposta immunitaria. I vaccini antitumorali, infine, educano il sistema immunitario a riconoscere e combattere il cancro tramite antigeni o frammenti cellulari modificati.

Rispetto a chirurgia, chemioterapia e radioterapia, che spesso indeboliscono le difese immunitarie e causano gravi effetti collaterali, l’immunoterapia preserva meglio le cellule sane, attenuando la severità delle reazioni avverse, anche se può provocare disturbi, da lievi a potenzialmente gravi, soprattutto a carico della pelle e dell’apparato digerente. Ma l’elevato costo — che può superare i 100 mila euro — e le restrizioni normative, come la mancata approvazione delle autorità sanitarie per tumori non avanzati, ne limitano l’accesso.

Un sistema immunitario robusto è indispensabile per il successo della terapia. Gli esperti evidenziano l’importanza di una dieta sana per nutrire la flora batterica intestinale, i batteri benefici che rafforzano le difese immunitarie. Alimenti ricchi di fibre, come frutta e verdura, e quelli contenenti probiotici, come yogurt o crauti, favoriscono una risposta immunitaria efficace. Una ricerca pubblicata su Cell Death & Disease dimostra che diete ricche di omega-3 e fibre riducono l’infiammazione sistemica, migliorando gli esiti della terapia immunologica. Alimenti antinfiammatori, tra cui proteine nobili e grassi sani, possono contenere il rischio di sviluppare tumori e contrastare la resistenza al trattamento nei casi avanzati.
La flora batterica intestinale riveste un ruolo cruciale. Uno studio pubblicato su Cancer Research rivela che alcuni batteri intestinali potenziano l’efficacia degli inibitori dei checkpoint immunitari, mentre altri possono ostacolarla. I microbi che producono acidi grassi a catena corta, come il butirrato, limitano gli effetti collaterali e migliorano i risultati terapeutici. Una ricerca su Cancer Discovery sottolinea che pazienti con linfoma a cellule B trattati con terapia Car T, con un microbiota diversificato, mantengono un equilibrio batterico favorevole. Probiotici come Akkermansia muciniphila e Lactobacillus reuteri sono consigliati per i pazienti oncologici in immunoterapia.

L’esercizio fisico, inoltre, potenzia l’efficacia della terapia. Una revisione su Frontiers in Immunology mostra che l’attività fisica migliora le funzioni di alcuni globuli bianchi, favorendone l’infiltrazione nelle cellule tumorali e ottimizzando trattamenti come l’immunoterapia e la radioterapia. Inoltre, contiene i linfociti T regolatori, che limitano le risposte immunitarie contro i tumori, e aumenta i globuli bianchi che controllano il cancro. L’attività fisica inibisce la proliferazione tumorale, promuove l’apoptosi cellulare e ne riduce la capacità di diffusione. Esercizi che mantengono la massa muscolare migliorano la tolleranza al trattamento e il recupero, offrendo maggiore energia rispetto a uno stile di vita sedentario.

La sfera spirituale contribuisce al benessere generale. Sebbene non direttamente collegata alla terapia immunologica, la pratica religiosa è associata a una minore infiammazione e a difese immunitarie più robuste. Una meta-analisi su European Journal of Oncology Nursing evidenzia che attività spirituali attenuano fatica, dolore, ansia, depressione e stress psicologico. Elevati livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, favoriscono lo sviluppo del cancro e ne ostacolano il recupero, rendendo la gestione dello stress essenziale.

Trovare strutture sanitarie che promuovano un approccio olistico rimane complesso. Ma risorse esterne, come gruppi di supporto o programmi di nutrizione integrativa, possono aiutare i pazienti. Integrare alimentazione sana, esercizio fisico e gestione dello stress sin dall’inizio del trattamento può potenziare la terapia immunologica, migliorando le prospettive di successo e la qualità della vita.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.


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