Cannabis per “uso medico”, cresce il consumo e aumentano i disturbi

di redazione eti/Naveen Athrappully
29 Agosto 2025 20:12 Aggiornato: 29 Agosto 2025 22:21

L’uso di cannabis per affrontare problemi come ansia, depressione o disagio fisico è correlato a un consumo più elevato e a un incremento di disturbi mentali, tra cui depressione e paranoia. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Bmj Mental Health, condotto principalmente da ricercatori del King’s College di Londra. Lo studio, basato su dati raccolti tra marzo 2022 e luglio 2024 da 3.389 persone con esperienza di consumo di cannabis, evidenzia come le motivazioni iniziali per l’uso influenzino i modelli di consumo e gli esiti sulla salute mentale.

In questo contesto, i partecipanti, tutti maggiorenni, in gran parte britannici e occupati, con un’età media di 31 anni, hanno registrato un’assunzione media settimanale di 206 unità di tetraidrocannabinolo (Thc), il principale principio attivo della cannabis, pari a circa 10-17 “canne” con un contenuto medio di Thc del 20%. Tuttavia, chi ha iniziato l’uso per alleviare ansia, depressione o per influenza di familiari ha mostrato consumi più elevati, rispettivamente di circa 248, 255 e 287 unità settimanali.

Le motivazioni per il primo uso si rivelano determinanti. Il 69,8% dei partecipanti ha iniziato per influenza degli amici, il 62,3% per curiosità e il 52,7% per divertimento, con questi ultimi gruppi che mostrano livelli inferiori di paranoia e ansia. Al contrario, il 15,4% ha iniziato per ridurre l’ansia, il 13,8% per la depressione, il 7,6% per il dolore e il 6% per il disagio fisico, con un’associazione a punteggi più alti di paranoia. L’uso per noia, invece, è legato a un aumento della depressione.

Uno studio precedente, pubblicato a maggio 2024 su Psychological Medicine, aveva già evidenziato che gli adolescenti consumatori di cannabis corrono un rischio 11 volte maggiore di sviluppare disturbi psicotici, come la schizofrenia, rispetto a chi non ne fa uso. Un ulteriore studio di agosto 2024 sulla stessa rivista ha sottolineato come i traumi infantili siano un fattore primario di paranoia, amplificato dall’uso di cannabis.

Gli esperti propongono l’adozione di unità standard di Thc, sul modello delle unità di alcol, per consentire alle persone di monitorare il consumo e gestirne gli effetti sulla salute. Sottolineano, inoltre, che l’uso della cannabis per affrontare dolori fisici o emotivi comporta gravi pericoli per la salute mentale. Una legalizzazione priva di un’adeguata campagna di educazione pubblica e di un robusto supporto sanitario potrebbe avere conseguenze significative per gli individui e i sistemi sanitari.

Negli Stati Uniti, la questione della cannabis anima un dibattito politico controverso. L’amministrazione Trump, seguendo un percorso già avviato dal governo di Joe Biden, sta valutando una riclassificazione della sostanza come meno pericolosa. L’11 agosto 2024, Trump ha osservato che la cannabis presenta aspetti positivi in ambito medico, ma comporta rischi rilevanti, soprattutto per i giovani, annunciando una decisione imminente.

Lo studio – tratto dal sondaggio Cannabis&Me e finanziato da enti indipendenti – non presenta conflitti di interesse rilevanti, sebbene due ricercatori abbiano dichiarato compensi da aziende farmaceutiche come Janssen, Lundbeck Sunovion e Otsuka.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.


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