Negli ultimi mesi Google ha eliminato quasi 11 mila canali YouTube associati a operazioni di propaganda cinese, russa. L’annuncio è stato diffuso il 21 luglio.
All’inizio del 2025, Google aveva già chiuso oltre 23 mila canali YouTube e altre risorse digitali, in gran parte collegate a Cina e Russia. Nel secondo trimestre, oltre 7.700 dei canali eliminati erano riconducibili a Pechino, con contenuti in cinese e inglese che promuovevano il Partito comunista cinese, esaltavano la figura di Xi Jinping e commentavano spesso la politica estera degli Stati Uniti in chiave favorevole agli interessi cinesi.
Oltre 2 mila canali erano invece legati alla Russia, e diffondevano messaggi in varie lingue a favore del Cremlino e contro Ucraina, Nato e l’Occidente in generale. A maggio, Google ha chiuso venti canali YouTube, quattro account pubblicitari e un blog su Blogger affiliati all’emittente statale russa Rt, accusata di aver finanziato influencer conservatori negli Stati Uniti per produrre contenuti sui social media in vista delle elezioni del 2024. L’azione segue la decisione di YouTube, adottata a marzo 2022, di bloccare i canali di Rt dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Ma Google ha chiuso anche canali legati a campagne di «propaganda» provenienti da Azerbaigian, Iran, Turchia, Israele, Romania e Ghana, spesso mirate a screditare avversari politici o ad alimentare tensioni geopolitiche, come il conflitto israelo-palestinese. In totale, nel 2025 Google ha eliminato oltre 30 mila account per attività di «disinformazione».
L’azione censoria di Google si inserisce in un clima di crescente allarme per le ingerenze di Stati considerati ostili, ed è affidata a una struttura interna creata nel 2019, il Threat Analysis Group, incaricata di individuare e contrastare attacchi informatici e campagne di «disinformazione».