Il ministro del Tesoro statunitense Scott Bessent ha invocato una «riforma radicale» delle normative finanziarie, affinché siano pienamente allineate alle priorità nazionali e internazionali degli Stati Uniti.
Intervenendo alla Conferenza sul capitale della Federal Reserve, Bessent ha sottolineato l’urgenza di «riforme più incisive» nel settore della regolamentazione bancaria, criticando l’attuale approccio definito come una «regolamentazione per riflesso condizionato», in cui le autorità di vigilanza tendono a introdurre nuove norme solo dopo che i problemi si sono già manifestati: «Invece di anticipare le crisi, troppo spesso i regolatori si limitano a reagire a posteriori. Si comportano come una squadra di bonifica chiamata a intervenire dopo un disastro, anziché prevenirne le cause – ha dichiarato Bessent – invece che regolamentare in modo impulsivo ogni vicenda che finisca sotto i riflettori, dobbiamo definire con chiarezza la nostra visione per il sistema finanziario».
Bessent ha annunciato che il Tesoro intensificherà gli sforzi per superare l’inerzia politica, risolvere i conflitti di competenza tra enti, favorire il consenso e spronare all’azione, assicurandosi che nessun singolo regolatore possa ostacolare le riforme. Ha poi suggerito che le autorità di vigilanza bancaria rivedano i requisiti di capitale obsoleti, che impongono «oneri inutili» agli istituti finanziari, limitandone la capacità di concedere prestiti. In particolare, Bessent ha fatto riferimento a una proposta del luglio 2023 che imporrebbe alle banche due distinti set di requisiti di capitale. A suo avviso, le autorità dovrebbero considerare l’eliminazione di questa struttura a doppio binario. Bessent ha poi criticato il fatto che questo schema sia «in contrasto con un progetto di modernizzazione della normativa sul capitale, poiché ha mantenuto i requisiti di capitale obsoleti come base vincolante per molte, se non per la maggior parte, delle grandi banche». Il ministro del Tesoro americano ha inoltre proposto di consentire a qualsiasi banca non soggetta ai requisiti di capitale modernizzati di poterli adottare su base volontaria, estendendo così i benefici di una regolamentazione meno gravosa anche agli istituti di dimensioni minori: «Non possiamo riservare i vantaggi di requisiti ridotti esclusivamente alle grandi banche, come invece previsto dalla precedente amministrazione».
L’amministrazione Trump si è trovata in contrasto con la Federal Reserve sulla questione dei tassi di interesse. Il presidente Trump ha più volte spinto affinché la Fed riduca i tassi per rendere i prestiti meno onerosi, ma la Banca Centrale – nella sua “indipendenza” – ha mantenuto invariato il tasso di riferimento tra il 4,25% e il 4,50%. Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha spiegato che l’incertezza legata all’inflazione derivante da eventuali dazi doganali ha spinto la Fed a rimandare per il momento la riduzione dei tassi, poiché gli effetti sui prezzi si manifesteranno solo a settimane o mesi di distanza dall’introduzione di tali misure. In un messaggio pubblicato sui social media lunedì, Bessent ha esortato la Federal Reserve a condurre «una revisione interna approfondita» delle sue operazioni non legate alla politica monetaria, evidenziando come la Banca Centrale americana sia «minacciata da un’espansione costante delle sue funzioni, che va oltre la sua missione principale».
«Come la Fed riesamina regolarmente il proprio quadro di politica monetaria, io esorto i suoi vertici a intraprendere, pubblicare e attuare una revisione istituzionale completa di tutte le sue funzioni, per rafforzarne la credibilità», ha scritto Bessent su X.