Come il cervello regola fame e zuccheri nel sangue

di redazione eti/Zena le Roux
18 Luglio 2025 15:31 Aggiornato: 18 Luglio 2025 15:31

Secoli fa, Galeno osservava che i cambiamenti d’umore influenzano l’appetito e attribuiva questo fenomeno agli “umori”, considerati determinanti per la salute e i desideri alimentari. Oggi si riconosce che un ruolo cruciale è svolto dai neurotrasmettitori, come dopamina e serotonina. Uno squilibrio di queste sostanze può disturbare il ritmo interno, portando a spuntini frequenti, energia instabile e fluttuazioni glicemiche, che a loro volta alterano ulteriormente la funzione dei neurotrasmettitori, accentuando voglie, sbalzi d’umore e stanchezza. Concentrarsi su alimenti a basso indice glicemico, come proteine, grassi sani, verdure e limitare cibi ad alto indice glicemico, come cereali raffinati e zuccheri aggiunti, contribuisce a stabilizzare la glicemia e a sostenere l’equilibrio dei neurotrasmettitori.

I neurotrasmettitori, messaggeri chimici che permettono la comunicazione tra le cellule cerebrali, risultano essenziali per regolare appetito, voglie ed energia. Un loro equilibrio favorisce scelte di vita sane, sostiene la salute metabolica e il controllo del peso, mentre uno squilibrio può indurre comportamenti alimentari emotivi o compulsivi e ridurre l’attività fisica. L’ipotalamo, al centro di questa regolazione, integra segnali corporei e mentali per gestire appetito, metabolismo e attività ormonale. Affinché tale sistema funzioni in modo efficace, la comunicazione tra neurotrasmettitori deve rimanere chiara, soprattutto nei neuroni che controllano fame e sazietà. La neurotrasmissione è dunque fondamentale per mantenere l’equilibrio energetico, ma l’instabilità glicemica può comprometterla, generando un circolo vizioso che aumenta il rischio di problemi metabolici nel lungo termine.

Se carente, la dopamina — legata al meccanismo di ricompensa, motivazione e piacere — può indurre voglie di zuccheri, alimentazione compulsiva e comportamenti di dipendenza, mentre livelli adeguati migliorano la sensibilità all’insulina e favoriscono il controllo glicemico. La serotonina sostiene l’equilibrio dell’umore e la sazietà; una sua insufficienza è collegata alla fame emotiva e desiderio di cibi ricchi di carboidrati. La norepinefrina, coinvolta nell’attenzione, regola metabolismo e dispendio energetico; livelli bassi possono determinare stanchezza, scarsa motivazione e compromettere entrambi gli aspetti.

Il legame tra neurotrasmettitori e salute metabolica si rivela bidirezionale. Una dieta ricca di cibi ultraprocessati, fluttuazioni glicemiche o resistenza all’insulina possono alterare la segnalazione dei neurotrasmettitori nel cervello. Forti variazioni della glicemia, con picchi seguiti da crolli, possono provocare ansia, confusione mentale e scarsa concentrazione. Un’iperglicemia protratta nel tempo danneggia memoria e apprendimento, favorisce l’infiammazione cerebrale e aumenta il rischio di declino cognitivo e malattie neurodegenerative. Negli anziani con diabete si osserva un rischio maggiore di sviluppare Alzheimer; questo evidenzia un legame tra diabete e invecchiamento cerebrale accelerato.

Per proteggere la salute cerebrale e metabolica si rende necessario un approccio integrato che sostenga l’intestino, promuova una dieta nutriente, gestisca lo stress e consolidi abitudini quotidiane utili a mantenere stabili neurotrasmettitori e glicemia. Circa il 90% della serotonina viene prodotta nell’intestino. Una flora intestinale sana riduce l’infiammazione, migliora la sensibilità all’insulina e favorisce la produzione di neurotrasmettitori. Una dieta basata su cibi naturali, ricca di omega-3 da pesce grasso, alghe, noci e di cibi prebiotici come frutta, verdura e spezie, nutre i batteri intestinali benefici. I cibi fermentati, come kefir, yogurt, verdure fermentate e latte acido, offrono ulteriore supporto alla flora intestinale, mentre un’adeguata idratazione con acqua e tisane senza zucchero favorisce il benessere complessivo.

Per sostenere la produzione di serotonina, risultano utili alimenti ricchi di triptofano, come uova, noci, semi, pollame e latte; mentre la dopamina trae beneficio da cibi ricchi di tirosina, come semi di sesamo, carne, pesce, pollame e uova. Anche alimenti con magnesio e omega-3 forniscono supporto ai neurotrasmettitori. Limitare caffeina e alcol, soprattutto dopo le 14, aiuta a preservare la qualità del sonno, la segnalazione dei neurotrasmettitori e la regolazione glicemica. Un riposo notturno di qualità, tra sette e nove ore, risulta fondamentale, poiché un sonno insufficiente compromette la sensibilità all’insulina e la produzione di neurotrasmettitori. L’attività fisica regolare, come camminare, ballare, l’allenamento di forza o il pilates, stimola la dopamina e la serotonina. La gestione dello stress attraverso la respirazione consapevole, la meditazione o il tempo trascorso nella natura riduce i livelli di cortisolo e favorisce l’equilibrio glicemico e del sistema nervoso, mentre lo stress cronico compromette sia l’insulina sia i neurotrasmettitori.

Per stabilizzare la glicemia, risulta utile abbinare carboidrati integrali (come frutta e verdure) a proteine e grassi sani, in quanto rallentano l’assorbimento del glucosio e prolungano la sazietà. Inoltre, limitare cibi ultraprocessati e bevande zuccherate riduce il rischio di instabilità metabolica.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.


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