Esposizione precoce agli schermi e rischio di autismo

di redazione eti/George Citroner
16 Luglio 2025 17:18 Aggiornato: 16 Luglio 2025 17:18

Nel mondo, i casi di disturbo dello spettro autistico sono in aumento, parallelamente alla crescente dipendenza da smartphone, videogiochi e contenuti online. Una recente ricerca ha evidenziato un legame significativo tra l’esposizione precoce agli schermi e un incremento delle diagnosi di autismo.

Uno studio condotto su 5.107 bambini, nell’ambito del Longitudinal Study of Australian Children, ha rilevato che un’esposizione superiore alle 14 ore settimanali a televisione, video o internet prima dei 2 anni è associata a un rischio dell’80% più elevato di ricevere una diagnosi di autismo entro i 12 anni, rispetto a un’esposizione minore. Pubblicati su JAMA Pediatrics, i risultati sottolineano la necessità di approfondire i modelli di sviluppo nella prima infanzia.

L’analisi ha considerato l’uso degli schermi a 2 anni, confrontandolo con le diagnosi di autismo tra i 6 e i 12 anni. Oltre al tempo trascorso davanti agli schermi, sono emersi altri fattori influenti, come il sesso del bambino e il livello di istruzione dei genitori. In particolare, l’istruzione materna e il reddito familiare risultano correlati al tempo di esposizione agli schermi, più che al rischio diretto di autismo, suggerendo un ruolo dei fattori socioeconomici nello sviluppo infantile.

Dei bambini studiati, 145 hanno ricevuto una diagnosi di autismo entro i 12 anni, con un’incidenza quattro volte maggiore nei maschi rispetto alle femmine. Sebbene non sia stata dimostrata una relazione causale diretta tra uso degli schermi e autismo, i dati sollevano preoccupazioni per genitori e operatori sanitari. Gli autori dello studio suggeriscono di valutare il tempo trascorso davanti agli schermi come parte di un’analisi più ampia dello sviluppo infantile.

Gli esperti raccomandano di monitorare l’esposizione agli schermi dei bambini più piccoli, soprattutto considerando la crescente diffusione dei media digitali. Una riduzione del tempo davanti agli schermi favorisce uno sviluppo più sano.

La ricerca pone interrogativi cruciali sulla quantità di tempo davanti agli schermi considerata appropriata per i bambini piccoli. Un uso eccessivo può influire negativamente sulle competenze sociali, rendendo difficili le interazioni reali o favorendo relazioni superficiali online.

Studi precedenti offrono un contesto utile. Una ricerca pubblicata su JAMA Pediatrics ha associato l’esposizione precoce agli schermi a successivi problemi di elaborazione sensoriale, come sensibilità a stimoli visivi, sonori, olfattivi, tattili o legati all’equilibrio e alla consapevolezza corporea, spesso presenti nei casi di autismo. Altri studi hanno evidenziato che l’esposizione agli schermi può alterare la chimica cerebrale, influenzando neurotrasmettitori come melatonina, dopamina, acetilcolina e acido gamma-aminobutirrico (Gaba). La carenza di melatonina, fondamentale per regolare i cicli sonno-veglia, è frequentemente riscontrata nelle persone con autismo.

Anche se non è dimostrato un legame diretto tra uso degli schermi e autismo, si raccomanda di controllare il tempo dedicato ai dispositivi nelle valutazioni dello sviluppo dei bambini, per promuovere un approccio più attento all’uso dei media digitali nei primi anni di vita.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.


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