La Cina resta indietro nel settore dei semiconduttori

di redazione eti/Frank Fang
16 Luglio 2025 8:14 Aggiornato: 16 Luglio 2025 11:26

La Cina continua a restare indietro nel settore dei microchip avanzati, nonostante il regime comunista cinese pompi denaro pubblico volontà nelle casse delle aziende del settore e abbia elaborato un piano strategico per lo sviluppo dei semiconduttori, la Cina continua a registrare scarsi progressi nel campo della litografia, tecnologia centrale per la produzione dei chip più avanzati. A evidenziarlo è un recente rapporto del Center for Security and Emerging Technology, che ha analizzato l’evoluzione della competitività mondiale nel settore tra il 2019 e il 2024. L’analisi esamina l’evoluzione delle quote di mercato tra i principali Paesi attivi nel settore – Stati Uniti, Paesi Bassi, Giappone, Cina e Corea del Sud – negli ultimi cinque anni, con un focus particolare sulla litografia, la fase cruciale, e altamente complessa, del processo produttivo che consiste nell’esposizione dei wafer di silicio alla luce ultravioletta per imprimere i circuiti elettronici.

Secondo i ricercatori, la mancata crescita della Cina nel comparto della litografia evidenzia le difficoltà incontrate dai fornitori locali in uno dei segmenti tecnologicamente più avanzati. E anche nella litografia i-line, utilizzata per la produzione di chip meno recenti, la quota di mercato cinese si mantiene su livelli modesti, pari al 4 per cento. Un dato che conferma come la litografia continui a rappresentare un punto debole per la Cina.
Inoltre, la società Shanghai Micro Electronics Equipment, la principale del settore in Cina, è stata inserita nel 2022 nella Lista Nera del ministero del Commercio statunitense, perché accusata di partecipare ad attività del settore militare del regime

Secondo il Center for Security and Emerging Technology, la litografia resta il principale collo di bottiglia per l’industria cinese: la competizione è dominata dai Paesi Bassi, con il 79 per cento del mercato, e dal Giappone, con il 17 per cento. Il monopolio delle tecnologie per la litografia a luce ultravioletta estrema – fondamentali per la produzione dei chip più avanzati – è detenuto dall’olandese Asml, azienda che dal 2019 è soggetta a vincoli all’export verso la Cina.
Secondo gli esperti, queste restrizioni sono uno strumento essenziale nella strategia di contenimento. La continuità di tali politiche, avviate in America durante la prima amministrazione Trump, viene considerata prioritaria nel contesto della competizione mondiale per la supremazia tecnologica.

Nonostante le difficoltà in ambito litografico, tra il 2019 e il 2024 le aziende cinesi hanno ottenuto risultati più consistenti in altri segmenti della produzione di apparecchiature per semiconduttori, come la planarizzazione chimico-meccanica, l’incisione a secco e i sistemi di deposizione. Mentre la litografia resta un segmento in cui il divario appare ancora grande, la Cina ha compiuto progressi tangibili in altri ambiti della produzione di apparecchiature per semiconduttori: tra il 2019 e il 2024, le aziende cinesi hanno aumentato la propria presenza nei mercati delle tecnologie di planarizzazione chimico-meccanica, di incisione a secco e di deposizione. In questo comparto, la quota cinese è salita dall’1,5 all’11 per cento in un solo anno. Risultati simili si registrano nell’incisione a secco, dove la Cina detiene ora l’11 per cento del mercato, dietro a Stati Uniti (59 per cento) e Giappone (29 per cento). Anche nel settore della deposizione, la quota è salita al 7 per cento nel 2024, grazie all’azione di imprese sostenute dallo Stato come Naura, Piotech e Amec.

 


Iscriviti alla nostra newsletter - The Epoch Times