L’Unione Europea ha approvato in via definitiva l’introduzione di nuovi dazi antidumping sulle importazioni dalla Cina di lisina, un amminoacido utilizzato nei mangimi animali, nei farmaci e negli integratori alimentari.
Come comunicato l’11 luglio dalla Commissione europea, i dazi variano tra il 47,7 e il 58,2 per cento, dureranno cinque anni e potranno essere prorogati, o revocati anticipatamente, in base all’esito delle future revisioni. I nuovi dazi sostituiscono quelli provvisori applicati a gennaio, che oscillavano tra il 58,3 e l’84,8 per cento a seconda dell’esportatore.
Il provvedimento arriva al termine di un’indagine avviata nel 2024, da cui emerge che le importazioni cinesi di lisina «danneggiano l’industria europea», ha spiegato la Commissione. L’indagine è scaturita da un esposto presentato dall’unico produttore europeo di lisina, la società francese Metex Noovistago, oggi Eurolysine, acquisita dal colosso agroindustriale Avril. «I dazi imposti oggi dovrebbero consentire ai produttori europei di lisina di competere su basi più eque con quelli cinesi», ha dichiarato la Commissione.
Secondo una nota pubblicata a gennaio dalla Federazione europea dei produttori di mangimi, circa il 60 per cento della lisina utilizzata nell’Unione è di origine cinese. L’associazione ha avvertito che dazi troppo elevati rischiano di compromettere l’approvvigionamento del prodotto, e ha invitato Bruxelles a riconoscere gli amminoacidi essenziali e le vitamine come «risorse strategiche». La stessa federazione ha espresso sostegno a politiche volte a rafforzare la produzione interna e a ridurre la dipendenza strategica dalla Repubblica Popolare Cinese.