Sconfiggere il cancro con farmaci veterinari, la storia di Joe Tippens

di redazione eti/Huey Freeman
14 Luglio 2025 16:48 Aggiornato: 14 Luglio 2025 16:48

All’inizio voleva solo sopravvivere, non scoprire un possibile rimedio contro il cancro. Joe Tippens, imprenditore 67enne, era determinato a sconfiggere un carcinoma polmonare a piccole cellule diagnosticato nell’agosto 2016. Un tumore grande quanto un pugno con un tasso di sopravvivenza minimo. Dopo cicli intensivi di chemio e radioterapia, la massa nel polmone sinistro era scomparsa, ma il suo corpo era ormai allo stremo. Tornato a casa dopo Capodanno 2017, la tomografia a emissione di positroni aveva rilevato metastasi diffuse a collo, ossa, pancreas e fegato, con una prognosi di tre mesi di vita.

In cerca di alternative, Tippens ha appreso da un veterinario di una scienziata che avrebbe curato sé stessa e i suoi topi da laboratorio con un antiparassitario: il fenbendazolo. Questo racconto ha dato origine al “Protocollo Joe Tippens”. Il fenbendazolo, usato da 30 anni per trattare parassiti intestinali negli animali, non è approvato a uso umano dalle autorità sanitarie di praticamente tutto il mondo, quindi non è prescrivibile dai medici. Ma Tippens, non vedendo alternative, ha deciso di assumerlo insieme ai trattamenti convenzionali. Il farmaco, commercializzato come Panacur, è disponibile senza prescrizione nei negozi di medicinali veterinari. Dalla terza settimana di gennaio 2017, ha assunto 1 grammo al giorno per tre giorni consecutivi a settimana, con circa 222 milligrammi di fenbendazolo per grammo, seguito da quattro giorni di pausa. Tre mesi dopo, gli esami hanno confermato l’assenza di cancro. Il protocollo includeva anche Theracurmin, un derivato della curcuma, e Cbd, un estratto non psicoattivo della cannabis.

Il dottor William Makis, oncologo e ricercatore di Edmonton, in Canada, ha analizzato il protocollo e segue pazienti oncologici in tutto il mondo, principalmente tramite telemedicina. Numerosi pazienti, che hanno seguito questo protocollo per alcuni mesi, risultano liberi dal cancro. La peculiarità del caso di Tippens risiede nella guarigione da un carcinoma polmonare a piccole cellule, un tumore altamente aggressivo, con diagnosi terminale. La famiglia di farmaci antiparassitari, che comprende fenbendazolo, mebendazolo e albendazolo, agisce contro il cancro attraverso diversi meccanismi: sfrutta somiglianze tra cellule parassitarie e cancerose, come la capacità di proliferare autonomamente, resiste alla morte cellulare e aggira il sistema immunitario. Questi farmaci stimolano la proteina p53, che elimina le cellule cancerose, bloccano l’assorbimento di glucosio (essenziale per la crescita tumorale), interferiscono con i microtubuli — fondamentali per la divisione cellulare — e alterano la funzione mitocondriale: riducono l’energia cellulare e aumentano lo stress ossidativo.

Studi condotti dal Centro medico dell’Università di Stanford, pubblicati nel 2021 su SciTechnol, hanno documentato casi di guarigione da cancri al quarto stadio con fenbendazolo. Una revisione del 2024 su Anticancer Research, basata su studi animali, ha evidenziato che il fenbendazolo influenza il metabolismo energetico, poiché aumenta i livelli di p53, limita l’assorbimento di zuccheri e causa la morte delle cellule cancerose con danni minimi a quelle sane. Questi effetti potrebbero rivoluzionare il trattamento del cancro. Uno studio indiano del 2018 pubblicato su Scientific Reports ha confermato il potenziale del fenbendazolo come agente terapeutico per la sua azione su molteplici percorsi cellulari. Inoltre, ricerche del 2016 su Biochemical and Biophysical Research Communications hanno mostrato che l’ivermectina, approvata per uso umano contro i parassiti, è efficace contro il glioblastoma, un cancro cerebrale aggressivo, poiché riduce la crescita tumorale e inibisce lo sviluppo dei vasi sanguigni. La combinazione di fenbendazolo con diisopropilammina dicloroacetato, un composto usato per l’epatite, si è dimostrata più efficace contro il cancro polmonare in studi su colture cellulari e animali. L’associazione di fenbendazolo e ivermectina potenzia ulteriormente il protocollo e amplia i meccanismi d’azione contro il cancro.

Il dottor Makis tratta pazienti con tumori comuni come seno, prostata, colon e polmone, ma anche con forme rare come colangiocarcinoma e sarcomi, riscontrando successi con il protocollo. Molti medici esitano a prescrivere farmaci impiegati per scopi non autorizzati — come il trattamento del cancro — per timore di sanzioni da parte degli ordini professionali; mentre altri, pur disponibili, mancano di competenze specifiche in oncologia. È quindi fondamentale rivolgersi a medici che adottino approcci integrati con competenze specifiche in oncologia.

La conduttrice radiofonica di Moody Radio, Donna Leland di 64 anni, ha ricevuto una diagnosi di cancro cervicale ed endometriale al terzo stadio nell’aprile 2023. Dopo un’isterectomia, ha rifiutato chemioterapia e radioterapia, consapevole dei rischi di indebolire il sistema immunitario. Non ricevendo alternative dal medico, ha optato per fenbendazolo e ivermectina, supportata da Terry Harmon, chiropratico e medico di medicina funzionale in Kentucky. Il dottor Harmon ha riferito benefici per oltre 100 pazienti con questi farmaci, che combattono infezioni, rafforzano il corpo e favoriscono la capacità genetica di eliminare il cancro. Leland, un anno dopo l’intervento, si considera più sana che mai e continua a usare antiparassitari a scopo preventivo. Controlli trimestrali confermano l’assenza di cancro.

Il Protocollo Tippens ha guadagnato notorietà internazionale, specialmente in Cina, dove un blog tradotto ha superato i 20 milioni di visualizzazioni, con circa 70 mila seguaci del cosiddetto “Protocollo Zio Joey”. Tippens ha rifiutato di monetizzare la sua scoperta per mantenere credibilità presso chi si affida al suo approccio disinteressato. E ha denunciato pagine Facebook fraudolente che sfruttano il suo nome per vendere farmaci scadenti. «Esperti di motori di ricerca mi hanno detto che potrei guadagnare da 25 mila a 30 mila dollari al mese — spiega Tippens — Non posso farlo perché centinaia di persone mi credono e si fidano di me proprio perché non lo monetizzo. Se lo facessi, sarei solo un altro tizio che vende prodotti online per fare soldi».

L’agenzia Usa per la salute pubblica ha chiarito che il fenbendazolo non è approvato per l’uso umano, perché manca di test clinici rigorosi, ma è autorizzato per animali come sverminante. Invece l’ivermectina, approvata per i parassiti umani, può essere prescritta come farmaco riutilizzato per il cancro. Entrambi sono disponibili senza prescrizione per uso veterinario. Makis considera l’attuale momento storico una svolta per la libertà medica, che permette di esplorare trattamenti non legati agli interessi delle grandi aziende. Gli effetti collaterali di fenbendazolo e ivermectina sono rari, limitati a sintomi moderati come vertigini o stanchezza.

Tippens si dice incoraggiato dalle ricerche su altri farmaci approvati dall’agenzia statunitense per la salute pubblica per il possibile utilizzo contro il cancro. La sua esperienza ha aperto nuove prospettive nella categoria degli antiparassitari, con farmaci come il mebendazolo già impiegati in protocolli medici. Il suo caso continua a stimolare riflessioni su approcci alternativi al trattamento del cancro.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.


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