Johnny Cash, una leggenda della musica che ha combattuto il male per tutta la vita

di Red. ETI/Jeff Minick/Rebecca Day
1 Novembre 2025 11:32 Aggiornato: 1 Novembre 2025 11:32

Johnny Cash è stato uno degli artisti più importanti, influenti e rispettati nella storia della musica leggera. Ha venduto oltre 90 milioni di album in quasi 50 anni di carriera. Figura centrale della musica country americana, è considerato uno dei più grandi artisti musicali della sua generazione (che include personaggi del calibro di Elvis Presley). In termini italiani, Johnny Cash sarebbe un “cantautore”: le sue canzoni – la cui musica fondeva rockabilly, rock & roll, folk, blues e gospel – erano segnate da testi spiccatamente realistici, caratterizzati dalla presenza di valori morali, passione, dolore, amarezza e riscatto.

John R. Cash nasce il 26 febbraio 1932 in una piccola fattoria di Kingsland in Arkansas, quarto di sette figli, da una famiglia di contadini e a cinque anni aiutava già nella coltivazione del campo di cotone. L’infanzia difficile instilla in lui quella riverenza per la famiglia, la terra, Dio e la verità che forma la sua visione della vita e la sua straordinaria carriera. Nel ’44, la morte dell’amato fratello maggiore alimenta la sua introspezione e, ancora adolescente, inizia a scrivere storie e a suonare la chitarra, si appassiona alla musica ascoltando i canti di chiesa, la musica country e il blues. Diceva di avere sangue indiano nelle vene, ma pare che non sia mai stato provato.

Copertina dell’album del 1959 Hymns by Johnny Cash. Internet Archive. Di pubblico dominio.

Nel 1950 si arruola nell’Air Force, compie parte del servizio militare in Germania e qui forma la sua prima band, The Landsberg Barbarians, mentre continua a comporre e cantare. Dopo il congedo, nel ’54 sposa Vivian Liberto, insieme si trasferiscono a Memphis, città-tempio della musica, dove forma la band Tennessee Three. La voce profonda, i testi drammatici delle prime canzoni, come Cry! Cry! Cry!, Folsom Prison Blues e I Walk the Line conquistano il pubblico decretandogli un successo clamoroso nella musica country. Nel dicembre del 1956, nella sede della Rca, Cash si ritrova fortuitamente con tre giovani promesse: Elvis Presley, Carl Perkins e Jerry Lee Lewis coi quali improvvisa una jam session di melodie gospel che viene registrata, entrando così nella storia della musica col titolo di Million Dollar Quartet.

Fotografia di Johnny Cash tratta dal suo secondo album The Fabulous Johnny Cash, 1958. Internet Archive. Dominio pubblico.

Il successo e l’attività frenetica di quegli anni hanno sulla psicologia ancora fragile del giovane artista un effetto devastante, che lo porta a iniziare l’assunzione di sonniferi e anfetamine per affrontare i viaggi estenuanti e le numerose esibizioni notturne. Secondo Marshall Grant, bassista della Tennessee Three, Cash iniziò a prendere pillole quando era esausto e doveva affrontare le serate ma, come spesso accade, col tempo finì col diventarne dipendente.
Nel 1958 si trasferisce a Los Angeles, forma una band col chitarrista Johnny Western che lo accompagna nei tour fino al ’97. Western racconta in seguito alcuni episodi di cronaca in cui Cash si trovò coinvolto a causa della sua dipendenza, o quando gli hotel rifiutavano di affittare camere alla band per i danni causati nelle visite precedenti. Anche il suo matrimonio era ormai in crisi, Vivian chiese il divorzio indicando le dipendenze del marito come una delle ragioni del fallimento del loro rapporto.

Johnny Cash e June Carter Cash nel 1969

Il percorso di vita di Cash è certamente segnato da numerosi episodi legati ai problemi con le droghe, compreso un tentativo di suicidio, tuttavia non rallenta la sua frenetica creatività riuscendo a portare ai vertici delle classifiche diversi successi. Nel ’68, il matrimonio con la star della musica country June Carter, che per trentacinque anni sarà anche sua compagna d’arte e che lo aiuta nella battaglia per la disintossicazione – segnata tuttavia da una successione di vittorie e sconfitte che lo accompagneranno per tutta la vita. Col sostegno di June e dopo la nascita del figlio riesce per sette anni a liberarsi dalle droghe, ma infine ricade nella dipendenza.

Queste ricadute potrebbero rivelare un difetto caratteriale piuttosto che un punto di forza, e in parte è così. Chi continua a mentire anche dopo essere stato scoperto più volte, chiaramente manca dell’intelligenza o della forza di volontà necessarie per dire la verità e accettare le conseguenze. Eppure, se osserviamo la battaglia tra un tossicodipendente e la sua dipendenza, non possiamo che ammirare i ripetuti tentativi di recupero di quest’uomo: è come un pugile che continua a essere messo al tappeto, ma si rialza in ginocchio, si rimette in piedi e continua a combattere.

Johnny Cash durante il tour a Owings Mills, Maryland, nel 1977, foto di Warren K. Leffler. Biblioteca del Congresso. Pubblico dominio.

Che cosa ha dato a Johnny Cash la forza e il potere di rialzarsi ogni volta?

Il bassista Jimmy Tittle, che nel 1982 ha sposato una figlia di Cash, Kathy, in un’intervista ha ricordato come l’artista fosse spesso combattuto tra la Bibbia e le sue dipendenze: «Partecipavamo alle crociate di Billy Graham e ci trovavamo in Svizzera, dove bastava entrare in farmacia per comprare anfetamine. Quelle e gli antidolorifici erano diventati la droga preferita da tutti. Lui lottava continuamente contro questa dipendenza e allo stesso tempo studiava costantemente la Bibbia. Aveva una grande forza morale, ma quella dipendenza ti sta sempre alle calcagna».

Particolare della copertina dell’album Hymns From The Heart del 1962. Internet Archive. Pubblico dominio.

Cash era cresciuto in una famiglia religiosa, la madre Carrie aveva favorito il suo legame con la fede attraverso la musica, e gli inni gospel cantati nell’infanzia ispirarono la sua musica. Diceva: «La musica gospel è così radicata nelle mie ossa; non posso fare un concerto senza cantare un gospel. È quello su cui sono stato cresciuto. È stata la cosa che mi ha ispirato da bambino». E pur essendo famoso per gli innumerevoli successi della sua carriera, sentiva di essere stato chiamato alla musica per qualcosa di più dei semplici successi, ma per connettere le persone con la parola di Dio. Il suo Hymns by Johnny Cash del 1959 vendette 500 mila copie.
Pur con le sue lotte, o forse a causa di esse, la sua fede è diventata più forte man mano che invecchiava.

Copertina dell’album e immagine del compact disc dell’album di Johnny Cash del 2004 My Mother’s Hymn Book. Cash parla dei Heavenly Highway Hymns di sua madre, dicendo: «Le canzoni contenute in quel vecchio libro significano per me più di quanto possa esprimere a parole. Quindi mi limiterò a cantarle… sapendo che Dio ama la musica e che la musica porta speranza per un domani migliore». Archivio Internet. Pubblico dominio.

Fu June a incoraggiare Johnny a tornare in chiesa, fu abbastanza facile dato che entrambi erano cresciuti in un ambiente religioso e amavano sempre cantare le vecchie canzoni.  Nel 1990 Cash registra una lettura del Nuovo Testamento, parla spesso dell’importanza di Dio, del perdono e della redenzione. In un’intervista dopo la morte del padre, John Carter Cash ricorda: «La Fede definiva chi fosse mio padre. Nella sua vita mio padre ha fallito in molti modi, ma è sempre tornato a quella fede. L’ha sempre portata con sé, qualunque cosa accadesse, ovunque andasse. Tutto quello che ha fatto nella sua vita, era basato su quella fede».

Nel corso della carriera fino alla morte nel 2003, Cash ha pubblicato una serie di classici gospel e brani personali tra cui variazioni di I’ll Fly Away e The Old Rugged Cross. Ascoltando il suo intero repertorio gospel, si può notare l’evoluzione da fedele principiante a fermo credente in Dio, una fede sempre più concreta e introspettiva fino a diventare elemento fondamentale nelle sue opere e nel suo percorso artistico.

Il presidente Ronald Reagan con Jonny Cash e June Carter Cash nello Studio Ovale, 20 maggio 1988. Pubblico dominio

UN POTERE INTERIORE

Il film del 2005 Walk the Line attribuisce in gran parte a June il merito di aver salvato Cash dalle dipendenze. Ma sia Rosanne Cash, figlia del primo matrimonio, sia John, nato dall’unione con June, hanno riconosciuto che questa storia hollywoodiana è più un mito. Ha detto Rosanne: «È bella, ordinata e pulita e la gente può capirla. La verità è molto più complicata. La verità è che mio padre ha lottato contro la dipendenza per il resto della sua vita». John concorda con l’opinione della sorellastra: «C’è la figura di mia madre che nel 1968 salva mio padre e da allora tutto è stato rose e fiori. Ma non era vero: negli anni ’80 e ’90 ci sono state tante difficoltà quante ce n’erano state negli anni ’60. Solo che si trattava di droghe diverse. Ma mio padre tornava sempre alla realtà e riusciva a trasformare la sua sofferenza, imparava dalle sue esperienze. Ma la natura stessa della dipendenza è che il tossicodipendente è irrecuperabile. E mio padre ha dovuto affrontarla per tutta la vita».

Alla fine, spetta al tossicodipendente, all’alcolista o al drogato cambiare, trasformare la propria vita e uscire dalla dipendenza. Per tornare all’analogia del pugile sul ring: gli “angeli custodi” sotto forma di amici e familiari possono svolgere un ruolo enorme nel recupero, agendo come assistenti, dando consigli e gridando incoraggiamenti. Ma è il pugile sul ring che deve rialzarsi dopo essere stato messo al tappeto, che deve incassare i colpi e continuare ad andare avanti. E Johnny Cash era un pugile.

Jeff Minick/Rebecca Day