Il Piano Mattei «è ambizioso, ma deve fare i conti con la realtà: molti Paesi africani non hanno democrazie stabili, infrastrutture adeguate o condizioni finanziarie solide». Lo ha dichiarato il presidente di Ansaldo energia, Fabrizio Fabbri, intervenendo al ministero delle Imprese e del Made in Italy, a Roma, durante l’evento “La filiera della power generation italiana”.
«Servono pragmatismo e visione industriale. Parlare di produrre idrogeno nel deserto è suggestivo, ma poco realistico: per ogni chilo servono otto litri d’acqua purissima, e impianti di desalinizzazione attivi 24 ore su 24», ha spiegato Fabbri, aggiungendo che «l’energia deve essere prodotta esattamente nella quantità richiesta dal consumo, secondo per secondo: senza stabilità non c’è sviluppo».
Fabbri ha ricordato l’esperienza fallita in Tunisia: «Dopo mesi di lavoro abbiamo dovuto fermarci: il Paese non era finanziariamente affidabile. Ma non ci siamo arresi: con Eni stiamo cercando di operare in Paesi dove esiste già una presenza consolidata. Oltre un miliardo di persone in Africa non ha accesso all’energia elettrica. Se vogliamo davvero portare sviluppo e contenere le migrazioni, serve un approccio concreto e di lungo termine. Non bastano le idee sulla carta, servono relazioni stabili, capacità industriale e presenza continua nei territori», ha concluso.