In occasione della sua partecipazione a Taobuk 2025 – Taormina international book festival, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha dedicato parte del suo intervento al tema della rieducazione nelle carceri, sottolineando il ruolo centrale che ricoprono il lavoro, lo sport e il teatro nel percorso di recupero delle persone detenute. È quanto si legge in una nota del dicastero. «Quando ho lasciato la magistratura – ha ricordato il ministro – ho detto ai giovani colleghi che una tragedia di Shakespeare può insegnare più della lettura di un’intera biblioteca giuridica». Un riferimento che ha introdotto con naturalezza la riflessione sull’importanza delle attività artistiche, in particolare del teatro, nella dimensione penitenziaria. Nel corso del suo intervento, Nordio ha sottolineato come l’arte e la cultura rappresentino strumenti fondamentali per lo sviluppo intellettuale, etico ed emotivo dei detenuti. «L’esperienza teatrale – ha affermato – non solo educa, ma restituisce dignità e consapevolezza. Portare il teatro nelle carceri è una scelta che produce effetti concreti e misurabili sul piano umano e sociale». Accanto all’arte, il ministro ha ribadito il valore del lavoro e dell’attività fisica come pilastri della funzione rieducativa della pena, prevista dall’articolo 27 della Costituzione. «Il lavoro è l’antidoto all’ozio e al bisogno, come ricordava Voltaire. In carcere, il rischio della solitudine e dell’inattività può condurre anche a forme di disagio psichico. Il lavoro fisico, così come lo sport, offre una via di sfogo e al contempo un’opportunità di crescita, disciplina e rispetto delle regole», ha detto Nordio.
«Valuto con particolare favore gli sport collettivi, come il calcio o il rugby – ha proseguito Nordio – che rafforzano il senso di squadra e la responsabilità reciproca». Il ministro della Giustizia ha citato diverse esperienze virtuose, come laboratori musicali e rappresentazioni teatrali promosse in istituti penitenziari, oltre a progetti innovativi come la costruzione di strumenti musicali da materiali di recupero: «Ho visto realizzare violini con i legni delle barche dei migranti, un’attività di grande valore simbolico e formativo», ha concluso ancora Nordio.