Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista a Il Messaggero dice che l’Europa deve «agire sempre di più e tutta insieme. Guai se i Paesi del nostro continente continuassero a muoversi in maniera separata e non in un’ottica comunitaria. Ricordiamoci sempre che cosa accadde in Libia con la cacciata di Gheddafi. Tutte le rivalità tra i Paesi europei – aggiunge – ci hanno portato a contare di meno e non di più in quell’area. Dobbiamo mettere in campo un autentico e forte ‘sovranismo europeo’ che è la garanzia per tutti gli interessi dei Paesi Ue. La guerra in Iran deve spingerci a questo salto di qualità. Se non lo facciamo, compiamo un grande errore politico che pagheremo a caro prezzo». Il cancelliere Merz dice che Israele in Iran sta combattendo «per tutti noi»: «Credo che il capo del governo tedesco voglia dire, ed è così anche per me, che Israele difende un modello di società e di democrazia. La democrazia a mio avviso non è un sistema immune da errori, però è il miglior sistema possibile. E Israele è una democrazia. Non bisogna mai confondere Israele con i suoi governi». «Israele – continua il ministro – ha ragione sulla bomba atomica iraniana. L’Iran ha sempre avuto una linea guida: cancellare lo Stato d’Israele dalla carta geografica. E se Teheran si costruisce la bomba atomica e oltrepassa, come ha certificato l’Onu, la linea rossa, Israele ha il diritto all’autodifesa».
«Sono stati fatti tanti tentativi di dialogo, da anni, ma purtroppo sono tutti falliti e l’Iran si è voluta avviare a una escalation atomica non tollerabile, perché getta insicurezza sul mondo intero», afferma Tajani. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, potrebbe intervenire a breve direttamente contro l’Iran: «È una decisione degli Usa la qualità del tipo di sostegno a Israele. È difficile interpretare il pensiero di Trump. Cambia spesso posizione. E bisogna valutare le sue decisioni quando le prende davvero. La linea del G7 è comunque che si ritorni a trattare tra Stati Uniti e Iran sul nucleare. Oggi – osserva Tajani – sembra impossibile, ma quel tavolo mediato dall’Oman, che l’Italia sostiene fino in fondo, è l’unico luogo dove possiamo riprendere un confronto diplomatico. Ma è l’Iran che deve essere pronto a tornare al negoziato. Con un obiettivo chiaro: Teheran non può pretendere di avere la bomba». Se gli Usa si gettano nella guerra, c’è il pericolo che il terrorismo fondamentalista impazzi in Europa e in Italia: «Il rischio terrorismo c’è sempre. L’Italia, per evitarlo, sta facendo la sua parte con il lavoro certosino dell’intelligence, delle forze dell’ordine. L’Italia – conclude Tajani – è pronta a fare la sua parte a tutti i livelli, quello della sicurezza per i propri cittadini e quello più generale per favorire la de-escalation. È giunto il momento di fermarsi e lasciare che sia la diplomazia a parlare, non le armi».