La Tunisia si conferma un partner strategico per il colosso energetico italiano Eni, che intende rafforzare i propri investimenti nel settore degli idrocarburi. Ieri, la ministra dell’Industria, delle Miniere e dell’Energia, Fatma Thabet Chiboub, ha ricevuto presso la sede a Tunisi una delegazione di alto livello di Eni, guidata da Martina Opizzi, responsabile della regione Nord Africa. Le discussioni si sono concentrate sulle attuali attività di Eni in Tunisia e sui futuri investimenti nel settore degli idrocarburi, sottolineando l’importanza vitale di questo comparto per l’economia nazionale, si legge in un comunicato stampa del dicastero tunisino. Il ministro Chiboub ha apprezzato il ruolo della compagnia italiana come partner strategico chiave nelle operazioni di esplorazione e produzione di idrocarburi in Tunisia, un rapporto che perdura fin dagli anni Sessanta, ribadendo l’impegno del governo a fornire il sostegno necessario per incoraggiare ulteriori investimenti e rafforzare la proficua collaborazione. In base a quanto riferito dall’Eni, nel 2024 la produzione complessiva nelle concessioni in cui la compagnia italiana è coinvolta è stata di 14.900 barili equivalenti di petrolio giornalieri, suddivisi in 8.671 barili di petrolio e 921 mila metri cubi di gas naturale.
L’incontro conferma la volontà di entrambe le parti di consolidare ulteriormente questa partnership storica, esplorando nuove opportunità di sviluppo e contribuendo alla sicurezza energetica della Tunisia. All’incontro erano presenti anche il segretario di Stato per la Transizione energetica, Wael Chouchane, la capo di gabinetto del ministero, Afaf Chachi Tayari, la presidente e direttrice generale dell’Impresa tunisina delle attività petrolifere (Etap), Dalila Chabbi Boutour, e il direttore generale ad interim degli idrocarburi, Hedi Chaabane, oltre a numerosi funzionari governativi. A gennaio scorso, Eni, insieme alla società italo-tunisina Sitep, ha firmato un accordo per finanziare la perforazione di un nuovo pozzo petrolifero e di un pozzo di sviluppo nel giacimento di El Borma. L’accordo fa parte di un programma più ampio che prevede la perforazione di nove pozzi tra il 2025 e il 2030, con l’obiettivo di incrementare la produzione di petrolio e gas. Il programma di sviluppo per il 2025 è stato approvato con un investimento stimato di 19 milioni di dollari. Sul fronte dell’energia da fonti rinnovabili, Eni gestisce due impianti fotovoltaici strategici in Tunisia: Adam, dove l’energia solare prodotta viene utilizzata direttamente per alimentare il sito petrolifero, riducendo il consumo di gas e le emissioni di CO2 e Tataouine che fornisce energia alla rete elettrica nazionale, contribuendo a una forza lavoro locale qualificata e generando oltre 20 gigawattora all’anno.
Questi progetti sono parte integrante della strategia di decarbonizzazione a sostegno della transizione energetica tunisina. Eni, in partnership con Enel, ha avviato un progetto pilota per sperimentare la produzione e il trasporto di idrogeno verde in Tunisia, utilizzando energia solare per alimentare il processo di elettrolisi. Il progetto rientra nel Piano Mattei del governo italiano per l’Africa e mira a creare un modello scalabile per integrare la Tunisia nella catena di valore energetica tra Nord Africa ed Europa, rafforzando la sicurezza e la sostenibilità energetica. Eni è inoltre tra le società che gestiscono il gasdotto che collega l’Algeria al Canale di Sicilia attraverso la Tunisia, assicurando forniture di gas sia per la Tunisia che per l’Italia e l’Europa. Il colosso italiano partecipa infine a iniziative di cooperazione transfrontaliera per lo sviluppo sostenibile, l’innovazione e l’efficienza energetica, attraverso il programma Eni Cbc Med che finanzia progetti in Tunisia e in altri Paesi del Mediterraneo