Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica Aiea, Rafael Grossi, ha «tradito» il regime di non proliferazione nucleare e ha reso l’agenzia «complice di un’ingiusta guerra di aggressione» da parte di Israele contro l’Iran.
Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmaeil Baghaei, citato dall’agenzia di stampa Mehr. Ieri, in un’intervista all’emittente statunitense Cnn, Grossi ha spiegato che l’Aiea non ha «alcuna prova di uno sforzo sistematico iraniano per sviluppare un’arma nucleare, ma – ha aggiunto – se ci fosse un’attività clandestina o nascosta, lontana dai nostri ispettori, non la conosceremmo».
L’Iran, ha spiegato Grossi, «aveva materiale a sufficienza, oltre 400 chilogrammi di uranio arricchito al 60 per cento, che è a un passo dal 90 per cento necessario per un’arma nucleare, ma per avere un’arma nucleare serve più del materiale, bisogna metallizzare l’uranio, bisogna avere i detonatori, una serie di componenti che vanno all’interno della testata per farla esplodere. Senza contare che si potrebbe o meno volerla testare». Il direttore ha quindi sottolineato come lo sviluppo di un’arma atomica da parte di Teheran «non era certamente una questione di domani, forse nemmeno di anni».
In risposta a queste affermazioni, Baghaei ha detto oggi che questa «ammissione» di Grossi «è troppo tardiva», criticando anche la risoluzione approvata lo scorso 12 giugno (un giorno prima dall’inizio degli attacchi israeliani contro l’Iran) da parte del Consiglio dei governatori dell’Aiea su proposta congiunta di Francia, Regno Unito, Germania e Stati Uniti. «Sa quanti iraniani innocenti sono stati uccisi o resi invalidi a causa di questa guerra criminale?», ha chiesto Baghaei rivolgendosi a Grossi.