Il deficit americano è in calo

di Redazione Eti/Andrew Moran
13 Giugno 2025 14:23 Aggiornato: 13 Giugno 2025 14:23

A maggio il governo federale ha registrato un nuovo incremento del disavanzo annuo, ma i dati del Tesoro indicano segnali di un miglioramento sul fronte dei conti pubblici. Secondo il Monthly Treasury Statement, il deficit mensile è stato pari a 316 miliardi di dollari, in calo del 9 per cento rispetto allo stesso mese del 2024. Una volta corretto per gli scostamenti nel calendario fiscale legati ai pagamenti assistenziali, il disavanzo si è attestato a 219 miliardi, segnando una riduzione del 17 per cento su base annua. Le entrate fiscali sono aumentate del 15 per cento rispetto a un anno fa, raggiungendo i 371,222 miliardi di dollari.

La spesa complessiva di maggio ha toccato i 687,233 miliardi, con un incremento di circa il 3 per cento su base annua. Dall’inizio dell’anno fiscale 2025, il deficit complessivo ha raggiunto i 1.365 miliardi di dollari, con un aumento del 14 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. Le entrate doganali legate ai dazi introdotti durante la presidenza Trump, superiori ai 22 miliardi, hanno contribuito a contenere parzialmente il disavanzo.

Nel complesso, i proventi doganali hanno registrato un incremento del 60 per cento, raggiungendo quota 81 miliardi. Nei primi nove giorni di giugno, il governo ha incassato quasi 2 miliardi attraverso le voci “Dazi doganali e alcune accise”, secondo il Daily Treasury Statement del 9 giugno.

Particolarmente rilevante la spesa per interessi sul debito pubblico, che da alcuni anni rappresenta una delle voci principali del bilancio federale. A maggio, gli interessi netti sono ammontati a 86 miliardi; da inizio anno fiscale, hanno raggiunto i 665 miliardi.

Secondo le previsioni del Tesoro, il totale degli interessi lordi pagati sui titoli del debito pubblico dovrebbe superare i 1.200 miliardi nel corso dell’anno. La Casa Bianca ha evidenziato l’impegno per migliorare la salute fiscale del Paese come strumento per ridurre i tassi d’interesse.

Nonostante le ampie oscillazioni registrate nel 2025, il rendimento del titolo decennale del Tesoro risulta attualmente leggermente inferiore rispetto a gennaio, quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca, e pressoché invariato rispetto a un anno fa. L’asta del titolo decennale da 39 miliardi di dollari, svoltasi l’11 giugno, ha confermato una domanda solida da parte degli investitori. Il rendimento accettato è stato del 4,421 per cento, circa 0,6 punti base in meno rispetto al livello rilevato prima della scadenza delle offerte.

IL DIBATTITO SUL DISAVANZO

Nel corso di un’audizione alla Commissione Ways and Means della Camera, l’11 giugno, il ministero al Tesoro Scott Bessent ha stimato che il disavanzo per l’anno fiscale in corso si attesterà tra il 6,5 e il 6,7 per cento del prodotto interno lordo. Durante l’intervento, Bessent ha attribuito l’attuale situazione di bilancio alle scelte legislative del Partito Democratico, definendole «la più grave esplosione del deficit nella storia recente».

Al centro del dibattito politico vi è il One Big Beautiful Bill Act, una proposta di legge fortemente voluta dal presidente. All’interno del Partito Repubblicano si registrano divisioni sull’impatto che il provvedimento potrebbe avere sul debito e sui conti pubblici.

Le stime indicano un possibile aggravio del deficit compreso tra i 2 e i 3 mila miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Secondo l’Ufficio del bilancio del Parlamento (Cbo), la misura comporterebbe una riduzione delle uscite pubbliche per oltre 1.250 miliardi di dollari tra il 2025 e il 2034, ma anche un calo delle entrate fiscali pari a quasi 3.700 miliardi.

In un rapporto separato diffuso il 4 giugno, il Cbo ha previsto che le entrate doganali contribuiranno a ridurre i disavanzi primari per circa 2.500 miliardi nel prossimo decennio. Il senatore repubblicano Jim Justice, interpellato da The Epoch Times, ha affermato che la priorità dovrebbe essere quella di verificare ogni singola voce di spesa. «È necessario eliminare ogni forma di spreco, agire con disciplina e adottare decisioni prudenti; solo così sarà possibile uscire da questa situazione puntando sulla crescita», ha dichiarato.

Secondo i sostenitori del disegno di legge, l’approvazione del One Big Beautiful Bill Act è cruciale per prorogare i tagli fiscali introdotti nel 2017. In caso contrario, secondo stime repubblicane, il 68 per cento dei contribuenti statunitensi subirebbe un aumento delle imposte.

Un’analisi della Tax Foundation conferma che, se l’attuale legislazione fiscale non verrà rinnovata, nel 2026 il 62 per cento dei contribuenti si troverà a versare imposte più elevate. I parlamentari democratici hanno criticato la misura, sostenendo che i benefici fiscali sarebbero distribuiti in modo sproporzionato a favore dei redditi più alti. Tuttavia, secondo un’analisi pubblicata il 13 maggio dalla Commissione congiunta sulla fiscalità, l’aliquota media effettiva risulterebbe in calo per la maggior parte dei contribuenti.

 


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