Ricercatrice di Wuhan accusata di contrabbando di materiale biologico in Usa

di Redazione ETI/Eva Fu
12 Giugno 2025 12:39 Aggiornato: 12 Giugno 2025 12:39

L’8 giugno le autorità statunitensi hanno arrestato all’aeroporto di Detroit l’ennesima cittadina cinese accusata di contrabbando di materiali biologici negli Stati Uniti, indirizzati al laboratorio dell’Università del Michigan. Si tratta di una dottoranda di Wuhan, ed è la terza cittadina cinese in una settimana a essere incriminata per contrabbando di materiali biologici. L’atto d’accusa indica la studentessa come un iscritto al Partito comunista cinese.

La ricercatrice ha ammesso di aver spedito tra i cinque e i dieci pacchi, ma sostiene che diversi sarebbero andati persi durante il trasporto, e che i suoi professori, sia in Cina che negli Stati Uniti, così come gli stessi destinatari dei pacchi, non sarebbero a conoscenza del contenuto. Si tratterebbe insomma di «pacchi “sorpresa”», ha commentato un agente dell’Fbi. I pacchi non avevano né la documentazione corretta né il permesso per l’importazione. Le spedizioni sarebbero state indirizzate a due destinatari: un membro del laboratorio e un docente dell’Istituto di Scienze Naturali dell’Università del Michigan.

Inizialmente la donna ha mentito agli agenti doganali dell’aeroporto sul contenuto dei pacchi, sostenendo che si trattasse di bicchieri di plastica e un libro. Ma poi ha ammesso che i pacchi contenevano piastrine di Petri per far crescere i nematodi, oltre a piccole molecole di Dna chiamate plasmidi. Arrivata in America con un visto rilasciato per dei programmi di interscambio e una lettera di presentazione del laboratorio del Michigan, ha dichiarato all’Fbi che avrebbe lavorato all’Università del Michigan per un anno per condurre ricerche sui nematodi tramite la produzione di plasmidi utilizzando gli E. coli (dei batteri che possono essere pericolosi per la salute umana). Secondo l’Fbi i plasmidi vengono spesso usati come vettori per apportare modifiche genetiche in organismi come i nematodi.

Secondo l’incriminazione, la documentazione della ricercatrice indicava che le sue ricerche si concentrano su come gli animali rilevino stimoli sensoriali, sostanze chimiche e luce, e su come i circuiti neurali elaborano tali informazioni per determinare esiti comportamentali, e infine sull’effetto di geni e farmaci su questi processi. La studiosa avrebbe cercato di nascondere il contenuto della spedizione con un libro ed alcune note scritte, sempre secondo la documentazione del tribunale, le note contenevano termini coerenti con la ricerca sui nematodi.

Il procuratore generale per il Distretto Orientale del Michigan, Jerome Gorgon, ha commentato la vicenda, affermando che il fatto solleva «enormi preoccupazioni per la sicurezza nazionale.


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