Il gruppo Chiesi punta a incrementare significativamente il numero di pazienti trattati — attualmente circa 10 milioni — e a raggiungere un fatturato di 6 miliardi di euro entro il 2030, grazie anche a nuove acquisizioni. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato Giuseppe Accogli. L’azienda a conduzione familiare, specializzata in trattamenti per malattie rare e patologie respiratorie come asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva, sta esplorando il mercato alla ricerca di opportunità per acquistare una nuova società, con l’obiettivo di raddoppiare le vendite, senza però avere fretta.
«Stiamo valutando opportunità nel settore respiratorio, nella farmaceutica specialistica e nelle malattie rare, non solo in Italia, ma a livello internazionale. Ogni anno può essere quello giusto se troviamo un asset strategico che si integri con il nostro portafoglio», ha affermato Giuseppe Accogli. L’ultima grande acquisizione risale al 2023, quando Chiesi ha rilevato la specialista in malattie rare Amryt per circa 1 miliardo e 500 milioni di dollari, poco prima che Accogli assumesse la guida dell’azienda.
Interpellato su possibili contatti recenti con l’italiana Recordati, quotata in borsa, l’amministratore delegato ha preferito non commentare. «Non possiamo condividere dettagli, ma valutiamo sempre tutte le opportunità disponibili», ha dichiarato nella sede centrale del gruppo a Parma. Senza debiti e con un margine operativo lordo annuo di circa 1 miliardo di euro, Chiesi dispone delle risorse per crescere sia organicamente sia attraverso acquisizioni, con l’obiettivo di raggiungere un fatturato tra i 5 e i 6 miliardi di euro con le proprie forze, ha sottolineato Giuseppe Accogli.
Circa il 10-15% dell’obiettivo di vendita dovrebbe provenire da opportunità di crescita in termini di acquisizioni, attualmente in fase di esplorazione. L’anno in corso è iniziato positivamente e l’amministratore delegato si dice fiducioso di chiuderlo con una crescita del fatturato «superiore alla metà di una cifra singola», rispetto al 13% registrato nel 2024, quando le vendite hanno raggiunto 3,4 miliardi di euro.
Sul fronte dei dazi statunitensi, Accogli ha descritto una situazione ancora confusa. «Sono state fatte molte dichiarazioni, ma nessuna misura è stata ancora attuata, il che non esclude che possa accadere. Continuiamo a monitorare, ma la situazione cambia di giorno in giorno».
L’amministratore delegato riconosce che soddisfare la crescente domanda terapeutica dei pazienti potrebbe richiedere, in futuro, l’apertura di un sito produttivo negli Stati Uniti, per integrare quelli già esistenti in Francia, Italia e Brasile. Tuttavia, al momento non sono previsti piani concreti in tal senso.