Intervenendo al “Caffè della domenica” su Radio24, il deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, ha dichiarato: «I quesiti referendari sul lavoro, sollecitati dalla Cgil e dal Pd, ma non dagli altri due sindacati altamente rappresentativi, sono antistorici. La stessa Cisl ha detto chiaramente che sono dei referendum che portano le lancette indietro. Anche la Uil, a sua volta, non è tra i promotori. I dati ci dicono che la precarizzazione nel mondo del lavoro in Italia è progressivamente superata. Lo confermano i 24 milioni di occupati e i contratti a tempo indeterminato che mensilmente vengono registrati. In Senato, poi, è appena stata approvata una legge che consente l’ingresso ai lavoratori nella governance delle aziende con premi di produttività che sono detassati da questo governo».
Mulè ha poi continuato: «Per tutti questi motivi, sono convinto che si possa serenamente non andare a votare. Anche perché questo referendum di fatto è una sorta di congresso interno al Partito democratico, visto che ci sono posizioni assai diverse e contrarie sul Jobs act, una delle bandiere del governo Renzi che oggi viene rinnegata dall’attuale segretario del Pd».