L’amore della verità divina nell’era della disinformazione

di Redazione ETI/Eric Bess
12 Maggio 2025 14:40 Aggiornato: 12 Maggio 2025 14:40

L’era dell’informazione ha portato anche una notevole quantità di disinformazione. Le informazioni di cui disponiamo sono così numerose che è difficile capire cosa sia vero e cosa falso e, per questo, alcuni potrebbero cadere vittime delle cosiddette fake news.

Non sono solo i media a diffondere informazioni errate, può farlo anche un collega, un amico o un familiare, qualcuno potrebbe diffondere bugie sul nostro conto. Come comportarsi in queste casi? Il dipinto Calunnia  del pittore rinascimentale fiorentino Sandro Botticelli potrebbe offrirci qualche spunto.

Sandro Botticelli, Calunnia, 1496 ca. Galleria degli Uffizi, Firenze. Pubblico dominio

APELLE DI LUCIANO DI SAMOSATA

Prima di soffermarci sul dipinto, è necessario sapere qualcosa della sua storia.

Apelle era considerato uno dei maggiori pittori dell’antica Grecia, e la sua grandezza era tale da provocare l’invidia di alcuni suoi contemporanei. Uno di questi artisti, Antifilo, per distruggere la sua reputazione disse al re Tolomeo I che il pittore era coinvolto in una cospirazione contro di lui.

Il pittore venne quindi imprigionato e rischiò di essere giustiziato. Stando a resoconti dell’epoca, Apelle dipinse la Calunnia per dimostrare la propria innocenza, ma non è chiaro come avrebbe potuto farlo dalla prigione. Secondo altri, Apelle fu liberato quando i veri cospiratori confessarono, discolpandolo. In ogni caso, quel dipinto ebbe origine in seguito alla diffusione di notizie infondate.

Una delle poche descrizioni conosciute dell’opera di Apelle, dovuta allo scrittore greco Luciano di Samosata, fu ritrovata circa 1.500 anni dopo da Botticelli, che decise di ricrearla secondo le indicazioni rinvenute.

LA CALUNNIA DI BOTTICELLI

Sandro Botticelli, Calunnia, particolare. Pubblico dominio

Botticelli reinterpreta la descrizione di Luciano, disponendo un gruppo di dieci figure in un ambiente di fregi in stile classico e ornato, raffiguranti storie del cristianesimo e della mitologia greca su colonne che si aprono su un tranquillo paesaggio marino.
Al posto di re Tolomeo, arbitro del destino di Apelle, Botticelli dipinge il re Mida. Nella mitologia greca, Apollo trasformò le orecchie di Re Mida in quelle d’asino, quando questi affermò che Pan era un musicista migliore di Apollo. Quindi, all’estrema destra della composizione, Botticelli mostra Re Mida con le orecchie d’asino.

Due donne, Ignoranza e Sospetto, sollevano le orecchie di re Mida e vi sussurrano le falsità su Apelle. Mida tende la mano verso Livore, rappresentato da una figura maschile vestita di nero che, con la fronte aggrottata, punta le dita verso gli occhi del Re come per accecarlo.

Sandro Botticelli, Calunnia, Particolare. Pubblico dominio

Livore conduce per un braccio Calunnia, una donna vestita di bianco e blu, che tiene una torcia in una mano e con l’altra trascina per i capelli un Apelle quasi nudo. Due donne, che rappresentano Insidia e Frode, adornano i capelli di Calunnia con trecce e fiori.

Dietro a queste figure, vestita di nero, c’è una figura femminile più anziana, Penitenza o Rimorso, che è rivolta verso l’ultima figura, Verità, che guarda verso il cielo indicandolo, mentre si copre pudicamente.

Sandro Botticelli, Calunnia, Particolare. Pubblico dominio

LE FASI DELLA DISINFORMAZIONE

Per “leggere” questo dipinto e capire come poter gestire la disinformazione, è necessario innanzitutto avere una comprensione più completa di quello che queste figure rappresentano.

Il fatto che il re Mida sostituisca re Tolomeo I arricchisce notevolmente la storia: non si parla più solo di un crimine contro un artista, Apelle, ma implica che Tolomeo sia coinvolto in un peccato contro la divinità. L’incapacità del re Mida di giudicare adeguatamente la gara musicale tra Apollo e Pan fa ritenere che egli non sia disposto o sia incapace di riconoscere la verità e la supremazia divine. La sua presenza in questo dipinto può persino simboleggiare la resistenza alle verità divine.

Le due donne, Ignoranza e Sospetto, sussurrano a un Re Mida con orecchie d’asino – simbolo della punizione divina inflittagli per l’incapacità di discernere correttamente il divino – e il fatto che le due donne sollevino le orecchie per sussurrargli le falsità ribadisce l’ignoranza e il sospetto con cui Re Mida giudica la verità divina. Ignoranza e sospetto che lo portano a giudicare male sia nella gara tra Apollo e Pan sia in questo caso, in cui è in gioco la vita di Apelle.

L’ignoranza e il sospetto nei confronti delle verità divine sono all’origine della disinformazione di Mida, che lo inducono a protendersi verso Livore. Secondo l’etimologia della parola, livore o rancore, indica sentimenti di astio, risentimento e animosità coltivati nel tempo.

Il fatto che Livore rappresenti un risentimento covato a lungo, anziché un momentaneo errore di giudizio, lascia intendere diverse cose. In primo luogo, manifesta il potere dell’ignoranza e del sospetto nel farci persistere e alimentare risentimento e animosità. Allo stesso tempo, evidenzia il medesimo atteggiamento verso le verità divine, che ha profonde radici nell’animo umano.

Infine, il linguaggio del corpo di Livore: protende la mano verso gli occhi del re come se volesse accecarlo o oscurargli la vista, mostrando che il risentimento e l’animosità a lungo covati possono rendere ciechi per odio verso la verità.

Tenendo per un braccio Calunnia, Livore ci fa capire che il risentimento e l’animosità sono precursori della calunnia, che a sua volta è portatrice di maldicenza e falsità. Mentre Insidia e Frode “abbelliscono” Calunnia, facendo intendere che deve essere resa credibile.

Calunnia tiene in mano una torcia, simbolo di illuminazione e conoscenza e che rappresenta l’opposto dell’ignoranza; in questo caso però sta assecondando l’ignoranza: la sua fiamma infatti non genera luce, le falsità vengono quindi scambiate per verità illuminanti.

Si può dire che Botticelli abbia voluto dipingere il “percorso” che porta alla disinformazione. Dall’ignoranza e dal dubbio sulla verità – non di una qualsiasi, ma della verità divina – al risentimento e all’ostilità radicati nel tempo nei confronti della verità divina, che ci impediscono quindi del tutto di vedere la verità. Infine, con la mente completamente oscurata, accettiamo facilmente la disinformazione come se fosse verità.

AMORE PER LA VERITÀ

Che cos’è dunque la verità per Botticelli? L’arista dà due rappresentazioni della verità: Apelle, e la Verità stessa. E mentre i due sono quasi del tutto nudi, le altre figure sono completamente vestite, tuttavia la nudità di Apelle e della Verità serve a sottolineare che si stanno mostrando chiaramente, senza mascheramenti.

Inoltre, Apelle ha le mani giunte in preghiera. Nonostante l’ondata di menzogne ​​che lo circonda, non supplica nessuno delle figure presenti. Non Calunnia perché spenga la fiamma, né si inchina ai piedi di re Mida per implorarlo di salvargli la vita. Piuttosto, prega, rivelando che riconosce una verità assoluta al di là della circostanza immediata. Indica anche che la verità non può essere trovata nel caos che respinge il divino, ma va cercata nel divino stesso.

Naturalmente, qualsiasi giudizio espresso da Mida su Apelle non sarebbe basato sulla verità, perché è circondato da diverse manifestazioni di falsità e disinformazione, ed è egli stesso una rappresentazione di qualcuno che viene ingannato e manipolato.

All’estrema sinistra della composizione, Verità guarda il cielo indicandolo. Essendo un’immagine della Verità, Botticelli le fa indicare direttamente il luogo in cui egli credeva risiedesse la verità, cioè in Dio nel cielo. Nonostante tutto quello che sta subendo, l’immagine ricorda ad Apelle che la Verità vera e propria risiede nel divino, al di sopra dell’ondata di caotica disinformazione.

Rimorso guarda Verità mentre si dirige lentamente verso re Mida, e possiamo presumere che si rivolgerà al re quando tutte le altre figure si saranno disperse. Attenendosi alla Verità, Rimorso smaschererà le bugie e la disinformazione, sconcertando Mida con il pentimento e il rimorso di essersi lasciato influenzare dalle calunnie. Alla fine, presumiamo, la verità prevarrà.

Alla presenza di tanta disinformazione, come possiamo rivolgerci a Dio per discernere che cosa è vero e che cosa è falso? Come possiamo seguire la verità, nonostante le falsità che ci troviamo a fronteggiare? Come possiamo imparare a vivere con l’amore per la verità divina?

 

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