Trump denuncia irregolarità nelle elezioni, ma Biden tiene il ‘discorso della vittoria’

Di Melanie Sun

Sabato sera il candidato democratico Joe Biden si è presentato davanti al Paese come vincitore delle recenti elezioni presidenziali, sebbene il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non lo abbia riconosciuto come tale. La campagna elettorale di Trump ha infatti avviato numerose azioni legali per accertare presunte irregolarità negli scrutini dei voti in diversi Stati chiave, oltre ad aver richiesto il riconteggio delle schede in Wisconsin e Georgia.

Rivolgendosi al popolo americano dalla sua città natale, il 77enne Biden ha dichiarato: «Sono onorato dalla fiducia che avete riposto in me, lavorerò con tutto il mio cuore per guadagnare la fiducia di tutte le persone».

In molti attendevano l’annuncio già nella serata di venerdì, ma il democratico ha dichiarato in quell’occasione di non voler autoproclamarsi vincitore prima del tempo.

Tuttavia, nella mattinata di sabato molte delle principali testate giornalistiche americane – e di rimbalzo anche quelle italiane – hanno dichiarato chiusa in favore di Biden la partita in Pennsylvania, decisiva in base alle attuali proiezioni elettorali.

L’edizione americana di Epoch Times ha deciso di non attribuire la vittoria a nessuno dei due candidati finché tutte le contestazioni legali non saranno risolte. Peraltro, al momento nessuno Stato americano ha ancora annunciato l’esito definitivo degli scrutini.

Affiancato dalla candidata alla vicepresidenza Kamala Harris, Biden ha dichiarato che i 74 milioni di americani che hanno votato per lui hanno consegnato al partito democratico «una chiara vittoria». Il dato sorprendente è che – stando ai numeri attuali – sia Biden che Trump avrebbero eclissato il precedente record di voti popolari ottenuti alle elezioni presidenziali, che era stato stabilito da Barack Obama nel 2008.

Dal canto suo, la Harris ha aggiunto: «Avete votato e avete consegnato un messaggio chiaro. Avete scelto la speranza e l’unità, la decenza, la scienza e, sì, la verità. Avete scelto Joe Biden come prossimo presidente degli Stati Uniti d’America». Durante il suo discorso Biden ha anche lanciato un appello ai sostenitori di Trump, affermando: «È tempo di mettere da parte la dura retorica. Di abbassare la temperatura. Per fare progressi dobbiamo smettere di trattare i nostri avversari come nostri nemici».

Tuttavia, nella decisiva corso elettorale in Pennsylvania, Biden è balzato in testa solo nella mattinata di venerdì, con il procedere del lungo scrutinio dei voti per corrispondenza. Ed è proprio tra questo genere di voti che secondo le accuse della campagna Trump si nasconderebbero delle irregolarità sistematiche.

Di fatto, il dibattito sul voto per corrispondenza è iniziato molti mesi fa negli Stati Uniti, con i leader degli Stati democratici che hanno insistito per inviare schede di voto a tutti gli elettori, così da evitare il rischio di contagio da Covid-19 all’interno dei seggi elettorali. Mentre Trump ha sempre sostenuto che si trattasse di una modalità di voto pericolosa per la regolarità delle elezioni, soprattutto se estesa a tutti gli elettori. Come risultato ci sono state diverse dispute legali dell’ultimo minuto, tra cui quelle in merito al termine ultimo per la ricezione dei voti per corrispondenza.

Quel che è certo è che quando i seggi elettorali hanno chiuso i battenti nella nottata di martedì, Trump aveva un notevole vantaggio in Pennsylvania. E attualmente sono ancora in corso dispute legali per stabilire se i voti per corrispondenza ricevuti dopo il giorno delle elezioni debbano o meno essere considerati validi, sebbene sia certo che i 103 milioni di americani che hanno votato per corrispondenza in anticipo vedranno riconosciuto il proprio voto.

Un’altra problematica riguarda un software per il conteggio dei voti prodotto dall’azienda privata Dominion Voting Systems: diverse contee del Michigan hanno dovuto rivedere il conteggio dei voti in seguito ad errori tecnici.

Per fare luce sula questione, le commissioni di sorveglianza del Senato e della Camera del Michigan hanno tenuto una seduta congiunta questo sabato, dove hanno votato per emettere un mandato di accesso ai registri dell’Ufficio elettorale, che fa parte del Dipartimento di Stato, nell’ambito di una più ampia serie di accertamenti sulla regolarità delle elezioni.

Il presidente della commissione del Senato Ed McBroom, un repubblicano, ha dichiarato durante la seduta che l’accesso ai registri sarebbe servito per verificare se le accuse di frodi elettorali siano fondate o meno.

McBroom ha anche dichiarato che «il clima è bollente in questo momento a causa delle elezioni […] e l’opportunità di fare il nostro lavoro, il nostro lavoro legittimo, non credo che potrebbe mai essere più necessaria di ora; l’opportunità di respingere ogni falsa accusa che è stata formulata e rassicurare la gente di questo Stato sull’integrità delle nostre elezioni, e potenzialmente, se una di queste accuse si rivelasse vera, di correggere quelle situazioni, di correggere le violazioni della legge o le lacune della legge, e di fare in modo che in futuro queste cose non si ripetano».

Mentre Cynthia Johnson, una senatrice democratica del Michigan, ha accusato i repubblicani per aver messo in discussione la legittimità delle elezioni: «Sono veramente sconcertata, non tanto dai repubblicani ma dalla leadership repubblicana, perché questa non è nient’altro che una sceneggiata politica».

 

Articolo in inglese: Amid Challenges by Trump, Biden Delivers First Speech After Declaring Victory

 
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