Steve Witkoff ha incontrato Vladimir Putin al Cremlino per un colloquio di ore i cui dettagli non sono ancora stati resi noti. Questo mentre si avvicina la scadenza fissata da Donald Trump per raggiungere un accordo di pace tra Russia e Ucraina.
Kirill Dmitriev, rappresentante di Putin per gli investimenti e la cooperazione economica, ha successivamente dichiarato su X di aver preso parte a un «incontro significativo» tra Putin e Witkoff: «Il dialogo costruttivo tra Stati Uniti e Russia continua ed è fondamentale per la sicurezza e la pace globali» ha scritto Dmitriev, figura centrale nei negoziati di pace diretti tra Russia e Ucraina svoltisi a Istanbul. Quest’anno, in Turchia si sono tenuti tre negoziati, l’ultimo dei quali il 23 luglio, tutti purtroppo senza successo.
Il primo agosto, Putin ha espresso la speranza che i colloqui proseguano, sottolineando però che la Russia sta avanzando nel conflitto e senza mostrare nessuna intenzione di modificare la propria posizione, e dimostrando la più assoluta noncuranza per l’arrivo delle nuove sanzioni.
Sul fronte militare, l’Ucraina sta perdendo terreno, ma la sua linea difensiva per ora tiene. Kiev continua a condurre attacchi con droni in profondità nel territorio russo, come dimostrato dall’incendio causato lunedì a una stazione ferroviaria vicino a Volgograd. Da mesi, l’Ucraina insiste, purtroppo, inutilmente a chiedere un cessate il fuoco immediato.
Le sanzioni promesse dall’amministrazione Trump potrebbero colpire i Paesi che acquistano petrolio e gas dalla Russia, come Cina e India. Il 14 luglio, accogliendo il Segretario generale della Nato Mark Rutte alla Casa Bianca, Donald Trump ha espresso delusione per la mancanza di progressi: «Sono deluso da Putin, pensavo avremmo raggiunto un accordo due mesi fa, ma non ci siamo arrivati», preannunciando sanzioni secondarie del 100%. Ma Trump ha anche riconosciuto la capacità della Russia di eludere le sanzioni, riferendosi alla cosiddetta “flotta ombra” che trasporta petrolio e altri beni per aggirare le sanzioni. Anche il Cremlino, d’altra parte, sostiene che le sanzioni internazionali imposte dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022 abbiano avuto un impatto limitato. Kiev, al contrario, ritiene che le sanzioni stiano funzionando e ne chiede di ulteriori. Lunedì, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha infatti esortato Stati Uniti ed Europa a intensificare le sanzioni secondarie sui settori energetico, commerciale e bancario russi.
Il 5 agosto, dalla Casa Bianca, il presidente americano ha ribadito un messaggio che ripete da mesi: «Questa è la guerra di Biden, non la mia. È un disastro. Io sono qui per tirarcene fuori. Negli ultimi cinque mesi ho fermato cinque guerre, e io vorrei che questa fosse la sesta».