La stimolazione vagale si sta consolidando come un efficace strumento per prevenire le malattie croniche, affiancandosi a una dieta equilibrata e all’esercizio fisico regolare. Sempre più medici ne riconoscono il valore, sfruttando la capacità di questo nervo di regolare l’infiammazione e promuovere il benessere, influendo su sistemi come quello immunitario, cardiovascolare, digestivo, respiratorio ed endocrino.
Il nervo vago — il più esteso tra i 12 nervi cranici — collega il cervello all’addome, interagendo con quasi tutti gli organi viscerali. La sua peculiarità consiste nell’uscire dalla cavità cranica per raggiungere gran parte del corpo, rendendolo cruciale per molteplici funzioni vitali. Nel 1880, il neurologo newyorkese James Corning ideò un dispositivo per stimolarlo elettricamente contro l’epilessia, un’intuizione ripresa nel 1997, quando l’agenzia statunitense per farmaci e alimenti ha approvato un apparecchio impiantabile per prevenire le crisi convulsive.
Negli ultimi decenni, numerosi studi hanno evidenziato il potenziale della stimolazione vagale nel trattamento di patologie come diabete, obesità, Alzheimer, cefalee, malattie cardiovascolari, artrite, insonnia, depressione e, di recente, il long Covid. Sintomi come vertigini, tachicardia, difficoltà cognitive o respiratorie possono essere ricondotti a un’infiammazione nervosa. Questo nervo regola il sistema parasimpatico, responsabile della risposta di riposo e digestione, favorendo i naturali meccanismi di guarigione del corpo e tenendo sotto controllo l’infiammazione, un fattore comune nelle patologie croniche.
Per attivare il nervo vago non servono dispositivi medici. Tecniche millenarie, come la respirazione profonda praticata nello yoga tramite il pranayama, stimolano i recettori polmonari di stiramento, promuovendo il rilassamento. Anche attività come ronzare, gorgogliare, cantare o recitare mantra attivano il nervo attraverso vibrazioni, grazie alla vicinanza della laringe a un suo ramo cervicale. Uno studio del 2018 ha confermato l’efficacia dell’esposizione al freddo, in particolare al collo. Ma questi metodi richiedono tempo per produrre risultati significativi.
In alternativa, la stimolazione elettrica garantisce esiti più rapidi. Gli impianti, che circondano il nervo e si collegano a un generatore toracico simile a un pacemaker, hanno un costo elevato, nell’ordine di decine di migliaia di euro, ma si sono rivelati preziosi per l’epilessia resistente ai farmaci e la depressione. Per rendere questa tecnica più accessibile, sono stati sviluppati dispositivi non invasivi, come Truvaga, un apparecchio portatile dal costo di 270-450 euro, ideato dall’esperto di neuroimmunologia J.P. Errico. A partire dal 2006, studi clinici hanno portato alla creazione di gammaCore, l’unico dispositivo non invasivo autorizzato dall’agenzia sanitaria Usa per trattare diverse forme di cefalea, mentre Truvaga è destinato all’uso domestico.
Elizabeth Tringali, assistente medico a West Palm Beach, in Florida, utilizza Truvaga da due anni, osservando notevoli benefici nei pazienti con patologie croniche. L’uso quotidiano del dispositivo, sottolinea, migliora i parametri clinici e aumenta l’energia, soprattutto in chi è bloccato in uno stato di stress persistente. Truvaga si applica sul lato sinistro del collo, in corrispondenza del polso, con un gel conduttivo per trasmettere la corrente. Gli utenti possono regolare l’intensità, partendo da livelli bassi. La versione base, Truvaga 350, consente 350 sessioni di due minuti, sufficienti per circa sei mesi con due utilizzi giornalieri, mentre modelli avanzati, gestibili tramite app, offrono usi illimitati. Il dispositivo è sicuro, ma sconsigliato a chi ha pacemaker, impianti acustici o ferite cervicali.
Nel 2025, uno studio pubblicato su Nature nell’ambito del progetto Tnt della Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa) ha dimostrato che la stimolazione vagale migliora l’apprendimento. Linguisti del ministero della Difesa statunitense hanno migliorato la memorizzazione di vocaboli in una seconda lingua del 25-40%, grazie al rilascio di acetilcolina, che riduce l’infiammazione cerebrale e potenzia la concentrazione. J.P. Errico, autore del volume The Vagus-Immune Connection, rimarca che la stimolazione evita l’attivazione di fibre nervose responsabili di effetti collaterali come vertigini o svenimenti.
In conclusione, la stimolazione vagale, tramite tecniche tradizionali o dispositivi innovativi, rappresenta una promettente strategia scientifica per contrastare stress e infiammazione, migliorando salute e benessere in modo accessibile.
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