Alla Festa della Repubblica italiana, celebrata ieri sera presso la residenza “La Charmeuse” a Tunisi, l’ambasciatore Alessandro Prunas e il ministro tunisino dell’Interno Khaled Nouri hanno tracciato un bilancio approfondito del partenariato strategico tra Italia e Tunisia, rilanciando l’impegno congiunto su pace, migrazioni, sviluppo e transizione energetica.
Nel suo discorso, Nouri ha definito l’Italia un «partner strategico e un amico leale», sottolineando il ruolo centrale dell’Italia come primo investitore estero in ambito energetico e secondo per investimenti diretti complessivi. Il ministro dell’Interno tunisino espresso gratitudine all’ambasciatore Prunas per i suoi «preziosi sforzi volti a sviluppare le relazioni amichevoli e la cooperazione», riconoscendo la profondità delle relazioni storiche che uniscono i due paesi e i loro popoli. Nouri ha sottolineato il ruolo cruciale dell’Italia nell’economia tunisina, evidenziando come sia il primo investitore straniero nel settore energetico e il secondo partner per gli investimenti diretti esteri. Con quasi mille aziende italiane che generano circa 83 mila posti di lavoro e un volume di investimenti stimato in 3,7 miliardi di dinari, l’Italia si conferma un motore essenziale per lo sviluppo tunisino. La Tunisia, inoltre, è il secondo partner commerciale dell’Italia nel 2024 e il primo nel settore agricolo, in particolare per l’export di olio d’oliva. Non da ultimo, l’Italia rappresenta uno dei «mercati turistici più importanti in Europa», con oltre 148 mila visitatori italiani nel 2024.
Tra i progetti strategici in corso, l’ambasciatore Prunas ha menzionato il progetto Elmed, un «ponte energetico che collega il Nord Africa e l’Europa», realizzato da Terna e dalla Steg, e il progetto di partenariato strategico nel campo dell’agricoltura e dell’acqua Tanit, dal valore di quasi 260 milioni di euro, volto a contrastare la scarsità idrica e aumentare la produttività agricola. Prunas ha ribadito i valori fondanti della Costituzione repubblicana italiana: libertà, democrazia, stato di diritto, pace, rifiuto della violenza e cooperazione internazionale. Questi principi, ha sottolineato, sono stati ulteriormente rafforzati dal percorso di integrazione europea. Entrambi i ministri hanno evidenziato il dinamismo delle relazioni bilaterali, consolidate dal Trattato di amicizia, vicinato e cooperazione del 2003. Nouri ha citato la visita del presidente tunisino Kais Saied a Roma per il vertice Italia-Africa a gennaio 2024 e la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Tunisia ad aprile 2024, durante la quale sono stati firmati importanti accordi di sostegno.
Un punto cruciale del dialogo è stata la gestione dei flussi migratori. Nouri ha rimarcato l’efficacia della cooperazione attuale, che ha ottenuto «risultati molto positivi e successi tangibili nel corso del 2024», sottolineando che l’approccio non si limita alla sicurezza ma affronta le cause profonde del fenomeno, promuovendo sviluppo economico e sociale. A tal proposito, ha menzionato il memorandum d’intesa del 2023, che ha assegnato all’Italia una quota annuale di 4.000 posti di lavoro non stagionali per tre anni, recentemente prorogata. L’ambasciatore Prunas ha rinforzato il concetto, sottolineando l’obbligo comune di lottare contro la tratta di esseri umani e di agire sulle cause profonde delle migrazioni.
La cooperazione per lo sviluppo ha ricevuto un impulso significativo con la dichiarazione congiunta firmata a Roma a gennaio 2025, che ha stabilito di raddoppiare lo sforzo italiano, destinando 400 milioni di euro nei prossimi tre anni a progetti a beneficio dell’intera società tunisina, con un focus su formazione, opportunità, e inclusione sociale. Progetti come il già citato Tanit e le linee di credito per le Pmi sono testimonianza di questo impegno.
La cooperazione culturale si manifesta in iniziative di grande valore, come le 14 missioni archeologiche italiane attive sul suolo tunisino, che rendono l’Italia il primo partner nel campo degli studi archeologici. La celebrazione del sessantesimo anniversario della prima missione archeologica congiunta a Kerkouane nel 1965 è un simbolo di questo legame. L’apertura simultanea di mostre significative a Roma (su Zama al Colosseo) e a Tunisi (sulla presenza italiana al Museo del Bardo) rafforza questa dimensione. Il fatto che oltre 50 mila giovani tunisini studino l’italiano nelle scuole è un motivo di grande orgoglio e un segno tangibile della vitalità e diversità della società tunisina. Nouri, infine, ha ribadito che il Mediterraneo rappresenta un «legame comune» ma anche un’area di «enormi sfide» di sicurezza, ambientali e sociali. Il ministro ha infine lanciato un appello per «una cessazione immediata della barbara e disumana aggressione a Gaza, l’invio di aiuti alimentari ai suoi residenti e il rispetto dei loro più elementari diritti umani a vivere in pace sulla loro terra».