Terza notte di violenti scontri in Irlanda del Nord

di redazione eti/reuters
12 Giugno 2025 17:05 Aggiornato: 12 Giugno 2025 17:05

Nella notte di mercoledì, un centro ricreativo in Irlanda del Nord, utilizzato per ospitare famiglie di immigrati, è stato incendiato da un gruppo di giovani a volto coperto. L’attacco è avvenuto a Larne e rappresenta il terzo episodio consecutivo di violenze a sfondo xenofobo nella regione. Nella città di Ballymena, epicentro dei disordini, la situazione si è mantenuta più contenuta rispetto alle sere precedenti.

La città, con una popolazione di 30 mila abitanti, ospita una numerosa comunità immigrata. Tre adolescenti sono stati incriminati per rivolta in relazione alle violenze di martedì. Altre sei persone sono state arrestate. Due famiglie filippine hanno raccontato di essere fuggite dopo che la propria auto era stata incendiata davanti casa.
Anche a Coleraine si sono verificati scontri, con il lancio di molotov contro la polizia e attacchi a un autobus. Sono stati appiccati incendi sui binari ferroviari e danneggiata un’attività commerciale. A Newtownabbey, giovani hanno incendiato una rotatoria e una barricata. La città dell’Ulster è spesso teatro di violenze settarie, che si ripresentano ciclicamente: nonostante siano passati 27 anni dall’accordo di pace del Venerdì Santo tra la corona inglese e l’Ira, sono ancora molti gli irlandesi che considerano gli inglesi degli invasori, e che vorrebbero che anche le Nove Contee dell’Ulster passassero tutte sotto il controllo politico di Dublino.

Le tensioni sono esplose lunedì, dopo l’arresto di due 14enni a Ballymena, accusati di una grave violenza sessuale nei confronti di una coetanea. I due sono comparsi in tribunale, assistiti da un interprete rumeno e da un avvocato, che ha poi dichiarato alla Bbc la loro estraneità ai fatti. La sera successiva, sono esplose le violenze: centinaia di manifestanti mascherati hanno attaccato le forze dell’ordine, dando fuoco a case e veicoli. La polizia ha definito l’accaduto «teppismo razzista».
Mercoledì, un gruppo più ristretto ha proseguito gli scontri a Ballymena, lanciando pietre, fuochi d’artificio e molotov contro gli agenti, che hanno risposto con cannoni ad acqua. Nove poliziotti sono rimasti feriti, nessuno in modo grave. Il bilancio totale sale a 41 feriti dall’inizio dei disordini. Durante gli scontri sarebbe stata lanciata persino un’ascia contro la polizia schierata in tenuta anti-sommossa.

A Larne, circa 30 chilometri a est di Ballymena, è stato colpito il centro ricreativo dove si trovavano famiglie trasferite da Ballymena dopo i precedenti attacchi. I giovani assalitori hanno infranto i vetri e appiccato il fuoco nella hall. Al momento dell’assalto, donne e bambini partecipavano a corsi di nuoto e ginnastica. L’evacuazione è avvenuta tramite un’uscita di emergenza. Una testimone ha descritto la scena come spaventosa, riferendo che gli aggressori si comportavano «come animali rabbiosi».

Il ministro della Giustizia, Naomi Long, ha condannato l’attacco definendolo «completamente ingiustificato e ingiustificabile». Il ministro delle Finanze, John O’Dowd, ha parlato di «teppismo razzista» e di atti violenti intollerabili. La polizia sta ancora indagando sugli episodi di lunedì e martedì a Ballymena, che definisce «crimini d’odio a sfondo razziale». Il ministro per gli affari nordirlandesi, Hilary Benn, ha definito questi comportamenti «profondamente dannosi» e ha chiesto la fine immediata delle violenze. I governi di Regno Unito e Irlanda hanno espresso condanna unanime.

 

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