Negli ultimi 20 anni, le indicazioni sulla terapia ormonale sostitutiva (Tos) per le donne in menopausa hanno subito profonde variazioni. Inizialmente, i medici la prescrivevano con ampio consenso per alleviare sintomi come vampate di calore, sudorazioni notturne, apnee notturne, atrofia vaginale e declino cognitivo. Nel 2002, uno studio della Women’s Health Initiative ha rilevato un lieve aumento del rischio di tumore al seno in uno dei due gruppi esaminati, determinando un brusco calo delle prescrizioni. La stampa ha alimentato paure, suggerendo che i rischi superassero i benefici, ma oggi questa percezione sta cambiando. Una comprensione più approfondita consente ai medici di individuare con precisione chi possa trarre beneficio dal trattamento e chi dovrebbe evitarlo.
La necessità di contrastare sintomi debilitanti ha favorito un approccio più articolato. Gli specialisti sottolineano che i disturbi menopausali possono persistere nonostante un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano, rendendo la Tos un’opzione cruciale per molte donne. Gli esperti descrivono la questione come un pendolo tra entusiasmi e timori, precisando che la verità si colloca in una posizione intermedia. Per la maggior parte delle donne a rischio medio di tumore al seno, il trattamento è sicuro, a patto di scegliere ormoni appropriati, di origine corretta e somministrati al momento opportuno.
Secondo la North American Menopause Society — associazione americana di riferimento per lo studio della menopausa — la Tos si distingue in due forme principali: la combinazione di estrogeni e progestinici, indicata per le donne con utero per prevenire la crescita cellulare che può condurre al cancro, e il trattamento con soli estrogeni, riservato a chi non ha l’utero. La combinazione può incrementare leggermente il rischio di tumore al seno dopo quattro o cinque anni, ma si raccomanda la dose minima efficace contro le vampate. Gli specialisti preferiscono spesso il progesterone bioidentico, chimicamente identico a quello umano e di origine vegetale.
Le donne di mezza età si confrontano con informazioni contraddittorie. La generazione precedente ha ricevuto moniti sulla pericolosità della Tos, mentre oggi media, social network e celebrità ne rilanciano la domanda. Le critiche allo studio del 2002 evidenziano errori sull’età ideale per iniziare il trattamento e sulla scelta degli ormoni. La terapia si è rivelata efficace per sintomi come le vampate nelle donne sotto i 60 anni senza controindicazioni. L’aumento del rischio di tumore al seno — due casi ogni mille contro uno ogni mille — rimane raro, mentre i dati di un gruppo che mostrava un rischio ridotto sono stati sottovalutati. Le linee guida della North American Menopause Society affermano che i benefici superano i rischi per le donne sane sotto i 60 anni ed entro dieci anni dalla menopausa.
Oltre a contrastare le vampate, la Tos contribuisce a prevenire malattie cardiache, demenza e osteoporosi. Gli esperti spiegano che le vampate danneggiano il cuore, mentre le sudorazioni notturne, interrompendo il sonno, causano problemi fisici. L’idea di sopportare i sintomi, tipica del passato, non è più valida. I rischi della terapia sono rari, ma iniziarla dopo i 60 anni può aumentare leggermente il rischio di malattie cardiache. Il trattamento non causa aumento di peso e potrebbe ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Gli ormoni, tuttavia, non rappresentano una panacea. Uno stile di vita sano, con una dieta ricca di proteine, allenamento con i pesi e digiuno intermittente, rimane fondamentale. La Tos offre benefici che lo stile di vita non può garantire, ma non previene patologie come il diabete di tipo 2 in presenza di un’alimentazione scorretta.
Lo studio del 2002 utilizzava un estrogeno derivato da fonti animali, con scarso estradiolo, criticato per la sua compatibilità con gli estrogeni umani. Gli specialisti preferiscono l’estradiolo bioidentico, somministrabile in pillole, cerotti, gel o creme. Gli ormoni composti, personalizzabili, differiscono da quelli convenzionali, disponibili in dosi standard. Alcuni esperti evidenziano che le dosi standard possono essere inadeguate, ma avvertono che gli ormoni composti sono soggetti a errori. Un articolo del 2024 pubblicato su Frontiers in Reproductive Health chiede studi rigorosi su questi ultimi, pur riconoscendo che l’approccio personalizzato può beneficiare alcune donne. Per le donne in menopausa prima dei 40 anni senza controindicazioni, la terapia è fortemente consigliata per prevenire osteoporosi, malattie cardiache e declino cognitivo. È sconsigliata, invece, in caso di sanguinamenti anomali o tumore al seno con recettori estrogenici. Si suggeriscono alternative per donne con alti livelli di estrogeni o una storia familiare di tumore al seno, e si raccomanda di evitare la Tos orale in caso di ictus o disturbi della coagulazione. La maggior parte delle donne rientra in una zona di cautela, dove la terapia può essere valutata in base alla gravità dei sintomi, bilanciando benefici e rischi.
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