Oggi «siamo di fronte all’ennesima presa in giro da parte del governo che va avanti a colpi di decreti e di fiducie a raffica. Sulle carceri nulla di concreto ancora. È l’ennesima prova che al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e a questo esecutivo non interessa affatto la drammatica condizione in cui versano le carceri italiane, dove ogni giorno si consumano violazioni dei diritti e si rischiano nuove tragedie». Lo ha detto la deputata del Partito democratico e responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del partito, Debora Serracchiani. «Sul sovraffollamento – ha proseguito Serracchiani – finora non è stato fatto assolutamente nulla. La proposta parlamentare per la liberazione anticipata, a prima firma del collega Roberto Giachetti, che il Partito democratico ha appoggiato da tempo, è stata bloccata in Aula proprio dalla maggioranza.
E ora, quando potrebbero approvarla in tempi rapidi, la tengono nel cassetto per portare avanti uno schema di decreto che non affronta il nodo strutturale. È evidente che non c’è alcuna volontà politica di intervenire realmente», ha continuato.«Anche sulla questione dei detenuti tossicodipendenti siamo di fronte a una colpevole inerzia. Da oltre un anno è in vigore il cosiddetto ‘decreto carceri’, in cui si prevedeva che i detenuti tossicodipendenti fossero inviati in comunità o strutture residenziali adeguate, ma nulla è stato fatto per attuare quella norma. Solo oggi, in fretta e furia, portano in pre-Cdm un nuovo provvedimento – ha detto ancora l’esponente dem -, che rischia di restare l’ennesima operazione di facciata. Chiediamo con forza che si smetta di perdere tempo e si approvino subito misure efficaci: una nuova disciplina sulla liberazione anticipata, un piano serio per la presa in carico dei detenuti vulnerabili, investimenti sulle strutture alternative al carcere e sul personale penitenziario. Ogni giorno di ritardo aggrava una situazione già insostenibile. Il ministro Nordio dimostri, almeno una volta, di avere un minimo di responsabilità istituzionale», ha concluso Serracchiani.