Il dibattito sull’eventuale riforma della legge sulla cittadinanza, in particolare sulla proposta di ius scholae, continua a dividere la coalizione di governo, con Forza Italia e Lega su posizioni opposte. Le recenti dichiarazioni dei due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, evidenziano un contrasto netto, che rischia di accentuare le frizioni all’interno della maggioranza di centrodestra.
In un’intervista al Corriere della Sera, il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso perplessità sull’insistenza di Forza Italia nel promuovere lo ius scholae, una misura che consentirebbe ai minori stranieri di ottenere la cittadinanza italiana dopo aver completato con successo un percorso scolastico di almeno dieci anni in Italia: «Da umile servitore di questo governo e di questa maggioranza, continuo a non capire l’insistenza di Forza Italia», ha dichiarato Salvini, sottolineando come i recenti referendum abrogativi sulla cittadinanza abbiano, a suo avviso, confermato la validità dell’attuale normativa. «Anche a sinistra, la legge italiana va bene così com’è» ha aggiunto Salvini, definendo i referendum «ideologici e dannosi» e criticando la sinistra per averli trasformati in un «tentativo di spallata al governo».
Salvini ha ribadito l’impegno della Lega su questioni ritenute più urgenti, come il decreto sicurezza, che sarà al centro di una campagna informativa nei gazebo allestiti in tutta Italia nella fine settimana. Tra le misure previste, il ministro ha citato maggiori tutele per le forze dell’ordine, pene più severe per i reati di borseggio e semplificazioni per gli sgomberi di immobili occupati. «Vita reale contro furore ideologico», ha chiosato, contrapponendo le priorità concrete del suo partito a quelle che considera battaglie astratte.
Di diverso avviso il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, leader di Forza Italia, che in un’intervista a Il Tempo ha difeso con forza la proposta di ius scholae: «La nostra proposta è più severa della legge attuale», ha spiegato Tajani, sottolineando che, mentre oggi la cittadinanza può essere richiesta dopo dieci anni di residenza, il progetto di Forza Italia prevede requisiti più stringenti, legati al completamento con profitto di un percorso scolastico decennale, e «riguarda solo i migranti regolari, non gli irregolari. È un modo per rendere seria la concessione della cittadinanza» ha poi precisato Tajani, invitando chi si oppone a motivare la propria contrarietà.
Tajani ha inoltre richiamato il programma elettorale del centrodestra del 2022, sottolineando che al punto 6 si prevede un’apertura a misure come lo ius scholae: «mi dispiace, ma è stato approvato da tutti» ha ricordato.
Il dibattito sullo ius scholae non è nuovo. La proposta, che mira a favorire l’integrazione dei figli di migranti regolari attraverso il sistema educativo, ha guadagnato attenzione nell’estate del 2024, quando Tajani l’ha rilanciata al Meeting di Rimini, suscitando reazioni contrastanti. Secondo fonti di stampa, Forza Italia intenderebbe presentare un disegno di legge organico entro settembre 2024, ma la resistenza di Lega e Fratelli d’Italia renderebbe il percorso parlamentare incerto.
«Non è una priorità» ha dichiarato all’epoca Tommaso Foti di Fratelli d’Italia, lasciando “sola” Forza Italia, mentre esponenti leghisti come Nicola Molteni liquidavano la proposta come una «cotta estiva» di Tajani.
Le divisioni nella maggioranza emergono anche alla luce del recente fallimento dei referendum abrogativi sulla cittadinanza, promossi da associazioni della società civile. La raccolta di 500 mila firme aveva aperto la strada a un possibile referendum nel 2025, ma il risultato, secondo Salvini, ha confermato il consenso per l’attuale legge, basata principalmente sullo ius sanguinis (cittadinanza per discendenza) e su requisiti di residenza continuativa.
Da notare come anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, abbia rilanciato lo ius scholae come «lo strumento migliore» per affrontare la questione, invitando Forza Italia a collaborare su un testo condiviso.
Sul fronte politico, il contrasto sullo ius scholae si inserisce in un contesto di tensioni più ampie all’interno della coalizione. Forza Italia, con la sua linea moderata e europeista, sembra voler conquistare l’elettorato centrista, mentre Lega e Fratelli d’Italia mantengono posizioni conservatrici e più rigide sull’immigrazione. Il confronto (per certi versi “inspiegabile”) sullo ius scholae e su altre questioni aperte continuerà a testare la coesione della maggioranza. Se Forza Italia insisterà nel voler portare avanti la riforma, mentre Lega e Fratelli d’Italia resteranno decise a mantenere il focus su temi come la sicurezza e la stabilità economica, il dialogo diventerà sempre più impegnativo nei prossimi mesi. Ma è difficile dire quanto a Tajani convenga tirare la corda: assumersi la responsabilità (ipoteticamente) di far cadere un governo su un tema come lo ius scholae, potrebbe facilmente trasformarsi in un colossale boomerang elettorale.