L’Agenzia federale per l’immigrazione (Ice) continuerà a effettuare controlli nei settori dell’agricoltura, alberghiero e della ristorazione, concentrando però le operazioni sulle imprese sospettate di avere legami con organizzazioni criminali.
Secondo quanto dichiarato dal commissario speciale per le politiche di frontiera, Tom Homan, le autorità federali si focalizzeranno su casi in cui vi siano elementi riconducibili a traffici illeciti, sfruttamento lavorativo, frodi fiscali o evasione fiscale. Pur riconoscendo le difficoltà affrontate da alcuni comparti a seguito dell’inasprimento dei controlli, Homan ha precisato che, finché le leggi rimangono in vigore, l’Ice ha il dovere di farle rispettare.
«Esistono modalità legali per assumere manodopera», ha affermato Homan. «Sono attivi programmi specifici per l’ingresso regolare dei braccianti agricoli. È da anni che si sollecita un intervento del Parlamento, ma l’assenza di una riforma non autorizza a ignorare la legge. È illegale assumere consapevolmente un immigrato privo di documenti». Le dichiarazioni giungono in un contesto di espulsioni in una campagna definita dal presidente Trump come «la più vasta operazione di rimpatrio nella storia degli Stati Uniti».
Il 14 giugno era stata diffusa una direttiva interna che disponeva la sospensione temporanea delle operazioni nei settori dell’agricoltura, alberghiero e della ristorazione. Tale decisione seguiva un post pubblicato il 12 giugno dallo stesso Trump su Truth, nel quale si segnalava che queste industrie risultavano particolarmente colpite dall’attività di enforcement e faticavano a sostituire la manodopera perduta.
Con la ripresa delle operazioni, Homan ha chiarito che l’intento non è quello di «cercare indiscriminatamente immigrati irregolari nei campi», ma di concentrare le attività su obiettivi specifici, secondo una logica di priorità analoga a quella adottata per le grandi operazioni. L’attenzione sarà riservata in particolare alle situazioni connesse ad attività criminali.
È stato inoltre sottolineato che i luoghi di lavoro rappresentano spesso il contesto in cui vengono individuati casi di tratta di esseri umani, compresa quella a scopo di sfruttamento sessuale. «Le operazioni sui luoghi di lavoro sono parte essenziale dell’attività dell’Ice», ha affermato Homan. «È proprio lì che si individuano la maggior parte delle vittime di tratta».
NEL MIRINO LE “CITTÀ SANTUARIO”
Il 15 giugno, Trump ha annunciato un rafforzamento delle operazioni nelle cosiddette “città santuario”, ossia le città favorevoli all’immigrazione clandestina e che adottano politiche ostili o non collaborative nei confronti della polizia federale anti-immigrazione clandestina, in particolare Los Angeles, Chicago e New York.
Secondo il presidente, queste città garantirebbero una protezione illegittima agli immigrati irregolari, mettendo a rischio l’integrità del sistema elettorale, la sostenibilità dei programmi di assistenza pubblica e le opportunità occupazionali dei cittadini statunitensi. «Ice, polizia di frontiera e forze dell’ordine devono concentrarsi sulle grandi città segnate dalla criminalità e su quelle realtà dove le sanctuary cities esercitano un’influenza significativa. Nel vero cuore dell’America, non esistono le città santuario».
A seguito di questo annuncio, è stato confermato un potenziamento delle risorse nelle aree interessate. «Il problema principale è lì» ha commentato Homan. «Ogni giorno queste città rilasciano consapevolmente persone irregolari che rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica. Per questo motivo stiamo intensificando la presenza dell’Ice nelle sanctuary cities, per togliere dalle strade individui che costituiscono una minaccia concreta».