Trump risponde al fuoco, contro-indagini sullo spionaggio da parte di Obama

Fonti rimaste anonime hanno rivelato all’Associated Press e al New York Times che la relazione interna del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (Doj) sullo spionaggio della campagna di Trump si è trasformata in un’indagine penale.

Anche se non si conoscono ancora quali siano i potenziali reati oggetto dell’indagine e quando sia diventata ufficialmente di tipo penale, questo dà al team del procuratore John Durham la possibilità di emettere citazioni in giudizio, scegliere una giuria (per un processo), costringere i testimoni di alcuni eventi a testimoniare, e presentare formali accuse penali federali nei confronti degli accusati.

Quello che è già noto, tuttavia, è che alti funzionari dell’amministrazione Obama sono stati coinvolti in diverse forme nello spionaggio nei confronti della campagna presidenziale di Trump, inclusa l’adozione di un protocollo di sicurezza di massima sorveglianza da parte dell’intelligence estera ai danni del socio della campagna di Trump, Carter Page. Il governo ha inoltre coinvolto almeno due spie e ha usato varie fonti di informazioni (segrete) d’oltremare per raccogliere dati.

L’indagine di controspionaggio dell’Fbi sulla campagna di Trump era iniziata alla fine di luglio 2016 e si era evoluta nell’indagine speciale di Robert Mueller sui presunti legami illeciti fra Trump e la Russia. Peter Strzok, l’agente che ha guidato l’indagine dell’Fbi, ha inviato messaggi che esprimevano chiaramente ostilità nei confronti di Trump: ha parlato di impedire a Trump di diventare presidente, ha menzionato l’esistenza di una ‘assicurazione’ nel caso in cui Trump fosse stato eletto e ha menzionato l’impeachment poco dopo essersi unito al team Mueller.

Mueller ha concluso le indagini sulla Russia all’inizio di quest’anno, non trovando prove sufficienti in grado di stabilire l’esistenza di una collusione con la Russia volta ad influenzare le elezioni del 2016.

La contro-inchiesta di Durham, in corso al momento, va a toccare vari Paesi, tra cui Regno Unito, Italia e Australia: tutti Paesi che hanno avuto legami con l’indagine sulla campagna di Trump. 

John Brennan, il direttore della Cia ai tempi dell’indagine Crossfire Hurricane, ha confermato che all’inizio di questo mese sarebbe stato interrogato da Durham. Nel 2017, Brennan aveva rivelato in Parlamento che le informazioni che aveva ricevuto da fonti all’estero erano state utilizzate per avviare le investigazioni del Crossfire Hurricane.

Il Dipartimento di Giustizia ha sostenuto che recentemente Trump, su richiesta di Barr, ha fatto diverse telefonate ad alcuni leader stranieri, tra cui il primo ministro australiano Scott Morrison, per aiutare il procuratore generale nelle indagini di Durham.

Il 23 ottobre, il premier italiano Giuseppe Conte ha affermato che tra agosto e settembre, Barr, insieme con Durham, è stato in Italia, incontrandosi con i funzionari dell’intelligence italiana per cercare informazioni sulle attività degli agenti dell’Fbi assegnati lì.

Il Dipartimento di Giustizia ha recentemente ottenuto anche due telefoni cellulari formalmente di proprietà di Joseph Mifsud, il professore maltese che ha svolto un ruolo cruciale negli eventi che hanno portato alle indagini sulla Russia.

L’avvocato di Mifsud, Stephan Roh, ha confermato a Epoch Times che il Doj ha ricevuto realmente i cellulari; ha aggiunto poi che Mifsud ha usato i telefoni per comunicare con «almeno una persona negli Stati Uniti», non specificando però chi ha consegnato i telefoni agli inquirenti.

Mifsud aveva incontrato il socio della campagna di Trump George Papadopoulos presso l’Università Link Campus di Roma. In seguito aveva anche detto a Papadopoulos che la Russia era in possesso di «roba sporca» su Hillary Clinton. 

L’Fbi ha formalmente aperto le indagini Crossfire Hurricane sulla base di un suggerimento secondo cui Papadopoulos aveva sparso la voce sul caso a un diplomatico australiano.

L’esistenza dei telefoni è stata rivelata in una mozione giudiziaria nell’ambito della causa contro l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn: le prime indagini dell’inchiesta di Mueller miravano infatti proprio a Flynn.

La notizia che l’indagine di Durham è passata sotto il penale è emersa mentre l’Ufficio dell’Ispettore Generale del Dipartimento di Giustizia (Oig) è nelle fasi finali del rilascio di un rapporto voluminoso riferito al mandato della Fisa su Carter Page. Alcuni dei potenziali crimini su cui Durham sta indagando potrebbero essere stati infatti citati dagli investigatori dell’Oig, che non hanno il potere di presentare accuse penali, cosa che potrà fare invece il team del nuovo procuratore.

 

Articolo in inglese    Justice Department Spygate Review Turns Into Criminal Investigation: Reports

 
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