Tra le crescenti resistenze, l’Oms spinge i suoi membri a firmare il trattato sulle pandemie

Di Kevin Stocklin

Mentre si avvicina la scadenza per la firma da parte dei 194 Paesi membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) degli accordi che conferiscono nuovi e ampi poteri a questa organizzazione delle Nazioni Unite, i suoi sostenitori stanno alzando il tiro per spingere i Paesi membri ad aderire, nonostante la crescente resistenza all’accordo.

Il 20 marzo, l’ambasciatore dell’Oms ed ex primo ministro britannico Gordon Brown ha acclamato una campagna da parte di un «pantheon di oltre 100 leader globali» che esorta i Paesi membri a firmare.

«Un intervento vigoroso da parte di 23 ex presidenti nazionali, 22 ex primi ministri, un ex segretario generale delle Nazioni Unite e 3 premi Nobel è stato lanciato oggi per sollecitare un accordo urgente da parte dei negoziatori internazionali su un Accordo per le pandemie, nell’ambito della Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per rafforzare la preparazione e la risposta collettiva del mondo a future pandemie», ha dichiarato un comunicato stampa dell’ufficio di Gordon e Sarah Brown.

L’ambasciatore dell’Oms ha anche chiesto un’azione a livello mondiale per «smascherare le campagne di disinformazione di fake news da parte di teorici della cospirazione che cercano di silurare il consenso internazionale per l’Accordo sulle pandemie».

In gioco c’è un nuovo trattato medico globale, nonché emendamenti ai Regolamenti Sanitari Internazionali (Rsi) esistenti, che insieme renderebbero l’Oms l’autorità centrale durante le pandemie e altre crisi sanitarie dichiarate dall’Oms, destinando quindi decine di miliardi a questa organizzazione delle Nazioni Unite. Secondo i critici, l’Oms ha evitato accuratamente di chiamare l’accordo un trattato, perché i trattati in genere richiedono l’approvazione delle legislature nazionali e, nel caso degli Stati Uniti, dei due terzi del Senato.

Quello che invece è stato definito l’Accordo sulle pandemie o Pandemic Accord, insieme agli emendamenti agli Ihr, dovrebbe essere approvato a Ginevra, in Svizzera, in occasione della riunione annuale dell’Assemblea Mondiale della Sanità che si terrà dal 27 maggio al 1° giugno.

Il 18 marzo, più di 80 ministri e organizzazioni ecclesiastiche hanno aggiunto la loro voce al «pantheon», dichiarando ai delegati dei Paesi membri che «raggiungere un accordo che garantisca che tutti, ovunque, possano beneficiare del progresso scientifico» è un obbligo morale.

Legando la firma degli accordi dell’Oms ai calendari religiosi, la loro lettera affermava che la riunione dei delegati dell’Oms «inizia mentre i musulmani osservano il mese sacro del Ramadan […] quando inizierà la seconda settimana di negoziati, gli indù festeggeranno Holi […] i cristiani osserveranno la Quaresima, e si concluderà il Venerdì Santo […] il testo dell’Accordo sulle pandemie sarà finalizzato durante la Pasqua ebraica […] e l’Accordo dovrebbe essere firmato all’Assemblea Mondiale della Sanità subito dopo che i buddisti celebreranno il Vesak».

Quanto potere avrà l’Oms?

Nonostante questi sforzi, tuttavia, restano ancora dei dubbi.

Una delle principali preoccupazioni sollevate dai critici è che i Paesi cederebbero l’autorità all’Oms, una volta che quest’ultima avrà dichiarato un’«emergenza sanitaria». I sostenitori dell’Oms, tuttavia, affermano che tali preoccupazioni sono infondate e che dar loro voce potrebbe compromettere il processo di approvazione.

«L’accordo è messo a rischio da una campagna di disinformazione condotta mediante i social media che accusa falsamente l’Oms», ha dichiarato Brown.

«Nessun Paese cederà la propria sovranità e nessun Paese vedrà le proprie leggi nazionali messe da parte», ha dichiarato. «È tempo che i Paesi smascherino la campagna di disinformazione di fake news da parte di teorici della cospirazione per silurare un accordo tanto necessario».

In linea con questo punto di vista, l’Associated Press (Ap) ha pubblicato un «fact check» nel febbraio 2023, in cui sostiene che l’idea che i Paesi membri perderebbero sovranità sia «falsa». L’Ap ha citato il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (Hhs), che sta attualmente negoziando l’accordo per conto dell’America, che ha comunicato: «È falso ritenere che adesso l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia o avrà, in virtù di queste attività, alcuna autorità per dirigere la politica sanitaria degli Stati Uniti o le azioni di risposta alle emergenze sanitarie nazionali».

L’Ap ha anche citato una smentita del professore di legge Lawrence Gostin dell’Università di Georgetown, che ha contribuito alla stesura del trattato in qualità di direttore del Centro di collaborazione dell’Oms sulla Legge Sanitaria Nazionale e Globale dell’università. Gostin ha dichiarato all’Ap che il trattato utilizza termini come «dovrebbe», che indicano suggerimenti, piuttosto che «deve», per sottolineare che l’Oms rimane un organo consultivo piuttosto che autoritario.

Tuttavia, il linguaggio della bozza del 13 marzo del trattato sembra avere carattere di obbligo; in tutto il documento si dice che «le Parti si impegnano a…» e «le Parti devono…», con la parola «devono» usata più di 160 volte.

In aggiunta, gli emendamenti dell’Ihr stabiliscono che gli Stati membri «riconoscono l’Oms come autorità di guida e coordinamento della risposta sanitaria internazionale pubblica durante un’Emergenza Sanitaria di Rilievo Internazionale e pubblica e si impegnano a seguire le raccomandazioni dell’Oms nella loro risposta sanitaria pubblica internazionale».

Altre aree di preoccupazione riguardanti la sovranità includono una direttiva secondo cui le «misure sanitarie» stipulate dall’Oms «devono essere avviate e completate senza ritardo da tutte le Parti» e che «gli Stati membri devono anche adottare misure per garantire che gli attori non statali che operano nei loro rispettivi territori si conformino a tali misure».

In più, sono stati eliminati i riferimenti al fatto che i documenti sono «non vincolanti» per gli Stati membri.

«Stanno cercando di far credere che si tratti di un accordo blando che non avrà alcun effetto su nessuno e che quindi non deve essere sottoposto alle legislazioni nazionali», ha dichiarato a Epoch Times il dottor David Bell, medico sanitario pubblico che in passato ha lavorato con l’Oms sulla diagnostica delle malattie infettive. Bell ha seguito con occhio critico i progressi degli accordi.

I sostenitori degli accordi hanno anche affermato che, a prescindere da ciò che dicono i documenti, il trattato e gli emendamenti dell’Ihr sono privi di significato, perché l’Oms non avrà l’autorità di far rispettare nessuna delle sue direttive o raccomandazioni e non potrà imporre lockdown o quarantene ai Paesi membri.

Tuttavia, una petizione del 2022 firmata da 15 procuratori generali statali sostiene che l’Hhs potrebbe avere tale autorità una volta che l’Oms dichiara un’emergenza sanitaria.

I procuratori generali degli Stati hanno scritto in protesta contro la decisione dell’Hhs del 19 gennaio 2017, «un giorno prima della scadenza del secondo mandato del presidente Obama», di conferire al direttore generale dell’Oms l’autorità di dichiarare un’emergenza sanitaria negli Stati Uniti.

«Consentire a un’organizzazione internazionale di determinare l’esistenza di un’emergenza sanitaria negli Stati Uniti consente necessariamente a tale organizzazione di utilizzare privilegi di polizia che non sono stati conferiti dagli Stati né ad essa né al governo federale», hanno dichiarato le autorità giudiziarie, definendola «una violazione estrema della sovranità sia statale che federale».

Durante un’emergenza sanitaria, hanno scritto i procuratori statali, «l’Hhs può disporre l’arresto e l’esame di individui in alcuni Stati infetti. Su raccomandazione del segretario dell’Hhs, il presidente degli Stati Uniti può anche autorizzare la messa in detenzione di individui in determinate circostanze».

La soluzione è un trattato sulle pandemie?

Un’altra preoccupazione, secondo i critici, è che il processo di attribuzione di nuovi poteri all’Oms sia stato inutilmente affrettato ed eviti le discussioni e i dibattiti pubblici che dovrebbero far parte del processo di stipula dei trattati da parte dei Paesi.

Secondo un rapporto di un gruppo di ricerca dell’Università di Leeds, nel Regno Unito, di cui è coautore il dottor Bell, «il rischio pandemico è caratterizzato come una “minaccia esistenziale per l’umanità” e viene utilizzato per giustificare le proposte di emendamento al Regolamento sanitario internazionale e un nuovo Accordo giuridicamente vincolante sulle pandemie».

Ma il rapporto sostiene che, sulla base dei dati dell’Oms, le prove non supportano l’urgente necessità o i benefici di conferire maggiori poteri all’Oms.

Quello che l’Oms sostiene essere un aumento della frequenza delle pandemie può essere ampiamente spiegato dal miglioramento dei test diagnostici degli ultimi decenni, secondi gli autori, che aggiungono che il rimedio proposto di centralizzare la risposta alle pandemie all’interno dell’Oms non è giustificato da fatti oggettivi.

«Chiedono ai Paesi di adeguarsi perché sostengono che, durante il Covid, i Paesi non hanno agito abbastanza velocemente e quindi bisogna dire loro cosa fare», ha dichiarato il dott. Bell. Ma l’Oms non ha spiegato in che modo, grazie all’autorità che ora sta cercando, avrebbe potuto salvare più vite.

«L’intera narrazione secondo la quale hanno bisogno di questo non è supportata da alcuna prova che hanno presentato», ha aggiunto.

Molti analisti politici hanno sostenuto che le azioni dell’Oms durante il Covid-19 hanno fatto poco per aiutare la popolazione e potrebbero addirittura aver esacerbato la crisi.

«L’Oms avrebbe dovuto svolgere un ruolo importante nella condivisione delle informazioni con i Paesi membri durante una pandemia globale, ma invece ha dimostrato che non poteva e non voleva condividere le informazioni in modo tempestivo e accurato», hanno scritto i procuratori statali nella loro petizione. «Invece di riferire informazioni sulla salute pubblica, l’Oms ha scelto di ripetere la propaganda cinese sul Covid».

Gli accordi dell’Oms prevedono anche che i Paesi membri versino miliardi all’Oms per consentirle di svolgere i suoi nuovi compiti.

«Questa agenda è sostenuta da richieste finanziarie annuali senza precedenti», si legge nel rapporto dell’Università di Leeds, che parla di 36 miliardi di dollari di contributi per i nuovi membri e altri 10 miliardi di dollari per quelli che l’Oms chiama interventi «One Health».

One Health, come definito nell’Accordo sulle pandemie, è «un approccio integrato e unificante che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi». Un approccio One Health potrebbe espandere di fatto l’autorità dei funzionari sanitari in settori quali l’agricoltura, l’inquinamento e il cambiamento climatico.

Vari Stati membri degli Usa si oppongono

In risposta al trattato sulle pandemie, diversi Stati degli Usa hanno preso provvedimenti per garantire che l’autorità statale non venga sostituita dagli accordi dell’Oms.

Nel maggio 2023, la Florida ha approvato una legge secondo la quale i funzionari sanitari statali «non possono adottare, attuare o applicare le politiche o le linee guida di salute pubblica di un’organizzazione sanitaria internazionale, a meno che non siano autorizzati a farlo da una legge statale, da una norma o da un ordine esecutivo emesso dal governatore».

«Con questo disegno di legge respingiamo formalmente l’Oms e tutte queste organizzazioni internazionali», ha dichiarato il governatore Ron DeSantis.

A marzo, il Senato dello Stato della Louisiana ha approvato all’unanimità un disegno di legge che afferma che «l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le Nazioni Unite e il Forum Economico Mondiale non avranno alcuna giurisdizione o potere all’interno dello Stato della Louisiana». Il disegno di legge è passato a essere preso in considerazione dalla Camera dei Rappresentanti dello Stato.

I legislatori del Tennessee stanno attualmente lavorando a una legge che dia ai cittadini la possibilità di «annullare» gli obblighi in conflitto con i loro diritti costituzionali. Secondo fonti interne, il sostegno pubblico a questa legislazione sta crescendo.

«Questo annullamento è fondamentalmente l’opporsi a una legge, una norma, un regolamento o un ordine esecutivo incostituzionale», ha dichiarato a Epoch Times Karen Bracken, fondatrice di Tennessee Citizens for State Sovereignty. «Siamo un gruppo che si batte per ripristinare la sovranità dello Stato, sperando che venga ripristinata in ogni Stato, ma stiamo iniziando con il Tennessee».

In vista della riunione dell’Assemblea Mondiale della Sanità del mese prossimo, i critici sostengono che, oltre a eludere l’approvazione legislativa da parte degli Stati membri, l’Oms potrebbe finire in contrasto con le proprie procedure, nel voler far firmare i documenti questa primavera. Alcuni suggeriscono addirittura che l’Oms potrebbe uscire dalla riunione di Ginevra senza un accordo.

«Sembra molto probabile che non si riesca a raggiungere un accordo, certamente sull’accordo sulle pandemie e probabilmente sull’Ihr, prima della scadenza», ha dichiarato il dott. Bell. I Paesi non hanno avuto il tempo di valutare l’impatto che gli accordi avranno sui loro bilanci, sulle loro risorse e sui loro sistemi sanitari, né la misura in cui saranno in grado di rispettare i termini».

La dottoressa Meryl Nass, medico e critica nei confronti dell’Oms, ha dichiarato che diversi Paesi, tra cui la Nuova Zelanda, la Slovacchia e i Paesi Bassi, hanno espresso preoccupazioni riguardo agli accordi. Secondo la dottoressa, inoltre, potrebbero essere stati tagliati troppi dettagli per far approvare il nuovo accordo sulla salute questa primavera.

Lo statuto dell’Oms «è molto specifico riguardo ai tipi di regolamenti che può emanare, e sono limitati», ha dichiarato la dottoressa Nass a Epoch Times. «Quello che è stato inserito negli emendamenti  va ben oltre quello che è consentito promulgare come regolamento e dovrebbe essere rilasciato come un trattato».

 

Articolo in lingua inglese: Amidst Growing Resistance, the WHO Turns Up Heat on Members to Sign Pandemic Treaty

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