Shen Yun al Teatro Massimo di Palermo: «Un fiore che potrà aprire il mondo»

Di Marco D'Ippolito

Grande successo della Shen Yun Peforming Arts al Teatro Massimo di Palermo, dove la compagnia si è esibita per la prima volta il 15 giugno registrando il tutto esaurito e ricevendo una calorosa accoglienza dal pubblico palermitano.

Marco Betta, sovrintendente del prestigioso Teatro, ha paragonato Shen Yun a «un fiore che potrà aprire tutto il mondo alla scoperta della Cina». Intervistato da Ntd Television al termine dello spettacolo, ha dichiarato: «Molto interessante riuscire a scoprire la cultura millenaria della Cina, attraverso la musica, attraverso la danza cinese, con una tecnica millenaria che arriva fino al nostro tempo, credo che sia veramente bellissimo scoprire attraverso l’arte, l’anima di un popolo».

Marco Betta, compositore e sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, intervistato da Ntd il 15 giugno 2022, Palermo.

Il sovrintendente Betta, con alle spalle una lunga carriera di compositore musicale, ha poi aggiunto: «Penso che l’orchestra suoni molto bene e soprattutto che i compositori abbiano realizzato delle partiture molto interessanti che aderiscono alla danza e che custodiscono la grande anima della musica antichissima della Cina. Le mie sensazioni ascoltando la musica sono quelle di scoprire l’antichissima anima di una cultura lontana da noi ma tanto vicina per la sua spiritualità».

«Con danze e musica mozzafiato, gli artisti di Shen Yun raccontano di un tempo in cui esseri divini camminavano sulla terra – riferisce il sito della compagnia – lasciando una cultura che ha ispirato generazioni. L’antica saggezza cinese, infusa di spiritualità e di valori buddisti e taoisti, ha dato vita a ogni cosa, dalle conoscenze mediche alla danza, all’opera, all’architettura e persino alle arti marziali. Dopo decenni di dominio comunista, tuttavia, gran parte di questa cultura ispirata dal divino è stata distrutta o dimenticata».

Il deputato e scrittore Leonardo Salvatore Penna, intervistato al Massimo, ha confermato: «Io credo che lo spettacolo abbia fatto una ricognizione un po’, soprattutto della tradizione, delle antiche tradizioni cinesi, ed è forse questo recupero della tradizione, dei valori, dei grandi valori del passato, che forse fa paura all’attuale regime cinese».

L’onorevole ha poi proseguito sottolineando che «il valore ultimo è proprio quello con cui si è chiuso lo spettacolo; la compassione. La compassione, la tolleranza sono valori che in un regime autoritario diventano eversivi, perché compassione e tolleranza significa rispetto degli altri, amore verso gli altri e immedesimazione nel sentire degli altri, che i regimi autoritari non sopportano, perché i regimi autoritari hanno una verità, hanno un principio e tutti si devono adeguare».

«Io penso che come i semi che vengono piantati nella terra, alla fine poi riesce a spuntar fuori una pianta, così i semi che stanno piantando le compagnie di Shen Yun in giro per il mondo, alla fine faranno spuntare delle piante che trasmetteranno valori di fratellanza, di gioia e di compassione, e magari chissà riusciremo a contagiare anche con questi valori il chiuso e rigido regime cinese che attualmente sembra così distante e inarrivabile, ma noi coltiviamo la speranza e ci auguriamo che avvenga».

Le caratteristiche uniche di Shen Yun, che coniugano innovazione e tradizione, hanno sorpreso positivamente anche l’architetto palermitano Teresa Gullo, presente allo spettacolo assieme alla figlia: «Non mi aspettavo questo spettacolo così bello, così particolare, mi sono piaciute in particolare le maniche d’acqua [uno degli atti, ndr], è una scenografia stupenda, e poi anche quelle soluzioni in 3D molto originali e spettacolari, molto, molto bello veramente».

Mentre la figlia Gaia Asaro, dirigente farmacista, ha sottolineato che lo spettacolo «fa venire spunti anche di riflessione sulla Cina. Cioè su com’era prima del regime comunista e su come è diventata adesso […] Sono dei messaggi importanti».

Gaia Asaro e Teresa Gullo durante lo spettacolo della Shen Yun Performing Arts al Teatro Massimo di Palermo, il 15 giugno. (Epoch Times)

Entusiasta anche il commento rilasciato dal colonnello dei Carabinieri Alessandro Albano: «Bellissimo, emozionante, un applauso a tutti gli artisti che con il linguaggio del corpo sono stati capaci di farci viaggiare in luoghi, in epoche veramente tanto distanti da noi. Ma che si fanno apprezzare per la loro bellezza. L’arte è universale per tutti e stasera lo stanno dimostrando alla grande secondo me».

Oltre alle danze tradizionali e alla messa in scena di storie classiche e contemporanee, il programma di Shen Yun include atti di canto lirico e assoli musicali. Particolarmente applaudito dal pubblico palermitano l’assolo di erhu, un antichissimo violino cinese dotato di sole due corde, ma capace di produrre suoni e suscitare emozioni difficilmente immaginabili.

Il tour italiano di Shen Yun continuerà con spettacoli a Palermo fino al 18 giugno, per poi proseguire con il Teatro Regio di Parma (21-23 giugno), il Teatro Filarmonico di Verona (25-26 giugno) e infine il Politeama Rossetti di Trieste (28-30 giugno). Per maggiori informazioni consultare il sito ufficiale: ShenYun.com

 

Intervista completa al sovrintendente del Teatro Massimo Marco Betta: https://www.ntdtv.com/b5/2022/06/16/a103457075.html

 
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