Se rifiutiamo la realtà biologica, lo Stato potrebbe anche «identificarsi» come il vero genitore

Di Marco Navarro-Génie

Articolo d’opinione

L’affermazione che i genitori siano intrinsecamente i principali educatori dei propri figli ha sollevato diversi dibattiti, cosa che sottolinea la necessità di difendere l’autorità genitoriale e le verità naturali.

Al centro di questa discussione c’è il fenomeno contemporaneo dei bambini che adottano generi diversi dal loro sesso biologico. Questa tendenza, sostenuta negli ambienti educativi progressisti, si è diffusa nelle aule scolastiche. E la situazione diventa ancora più preoccupante quando porta i bambini a interventi chirurgici irreversibili durante gli anni dello sviluppo.

Nel tentativo di salvaguardare i bambini, Blaine Higgs, premier del New Brunswick, ha proposto una politica che obbliga le scuole a informare i genitori se i loro figli adottano un genere distinto dal loro sesso biologico. Questo approccio ha suscitato accuse di pregiudizi e gli educatori sono riluttanti a divulgare tali informazioni. Il primo ministro canadese Trudeau ha inquadrato la questione nei diritti umani, sostenendo gli insegnanti nonostante sia lui stesso un genitore.

I liberali di Trudeau stanno cercando di coinvolgere il leader dell’opposizione Pierre Poilievre in questo dibattito per ottenere un vantaggio politico. Interrogato recentemente sulla questione da un giornalista nel New Brunswick, Poilievre ha affermato che le autorità federali dovrebbero restare fuori dalle decisioni provinciali. Tuttavia, in seguito ha dichiarato a un media etnico di credere nei diritti dei genitori e che «i diritti dei genitori vengono prima dei diritti del governo».

Il 29 agosto, Kathleen Wynne, ex premier liberale dell’Ontario, si è rivolta ai social media per avviare ulteriori discussioni, accusando Poilievre e i conservatori provinciali di transfobia e omofobia. Il fatto che Wynne sostenga che le necessità di «alcuni bambini» dovrebbero prevalere sui diritti dei genitori è inquietante. Questa affermazione diventa ancora più grave considerando che le scuole sono istituzioni statali e il loro personale agisce come agenti statali informali. Solleva preoccupazioni la sua convinzione che le scuole forniscano l’ambiente più sicuro per un bambino, nonostante tanti problemi con le scuole.

Sebbene l’intervento statale sia necessario per proteggere i bambini quando i genitori vengono meno alle proprie responsabilità, è necessario fare una distinzione tra queste situazioni e l’idea che le scuole o gli agenti statali dovrebbero salvaguardare prevalentemente i bambini, mettendo da parte l’autorità genitoriale.

Anche se non si è rivolto direttamente a Wynne, Brock Harrison, ex direttore delle comunicazioni di Jason Kenney, ha avvertito: «Se iniziamo a basare la politica pubblica sull’idea che lo Stato si preoccupa più dei bambini che dei loro genitori, siamo davvero condannati». L’intuizione di Harrison è accurata, ma la situazione è più grave di quanto si aspettasse. Va oltre la questione di chi si preoccupa di più.

Esaminiamo le basi del legame universalmente accettato tra genitore e figlio. La relazione genitore-figlio è un’intricata interazione tra natura e intervento umano, antecedente al concetto di Stato. Sebbene la biologia non comprenda la totalità di questa relazione, stabilisce uno standard naturale. Questo standard è esclusivo, incorporato nel nostro corredo genetico. Spesso lo chiamiamo legame di sangue, indipendentemente dai casi occasionali in cui genitori o figli potrebbero rifiutarlo. Escludendo l’adozione, la connessione primaria è biologica e radicata nella natura.

Tuttavia, cosa succede quando la natura biologica viene scartata come misura della verità? Questa azione mina l’essenza del legame genitore-figlio. Quando i governi abbracciano e sostengono la ridefinizione dell’identità sessuale basata esclusivamente sulla dichiarazione di un individuo (come fa il governo federale canadese) lo standard naturale viene rifiutato. Di conseguenza, la base della verità biologica si erode, insieme al linguaggio utilizzato per trasmettere queste verità.

Pertanto, il rifiuto della biologia mina il fondamento su cui si fonda la relazione genitore-figlio. Man mano che la società si allontana da uno standard naturale, il fondamento del legame genitore-figlio si indebolisce, minacciando l’autorità genitoriale e la coesione della famiglia.

Questo abbandono dell’obiettività naturale segnala anche un disprezzo per la scienza, un fondamento che non può sostenere una società dipendente dai principi scientifici. Inoltre, abbracciare l’idea che la realtà cambia con l’espressione delle parole ci colloca in un mondo che ricorda le società primitive in cui le parole degli sciamani avevano il potere magico di alterare la realtà.

Essere soggetti a dichiarazioni capricciose che sostituiscono gli standard naturali è come vivere di incantesimi, e questo ha profonde ramificazioni politiche. Ciò innesca un sostanziale spostamento di potere, in cui lo Stato esercita l’autorità ultima per far rispettare le dichiarazioni. Senza le limitazioni della natura, il potere dello Stato diventa illimitato. Lo Stato potrebbe ad esempio, «identificarsi» arbitrariamente come genitore di un bambino, lasciando gli individui senza possibilità di ricorrere ad altri standard.

Questo è il motivo per cui superare i legami biologici e trascurare l’ordine naturale è più preoccupante dei timori di Harrison riguardo all’assistenza ottimale. La natura è stata storicamente una fortezza risoluta per l’autorità dei genitori. Eppure questa roccaforte è sotto assedio e le sue fondamenta si stanno erodendo. Una volta che la biologia non serve più come misura, le famiglie si affidano al capriccio dello Stato di consentire agli individui di diventare genitori adottivi per i propri figli, qualora lo Stato lo scelga.

Pertanto, la migliore difesa dell’autorità genitoriale deve includere la difesa di verità scientifiche (biologiche) ben radicate.

I marxisti hanno sempre desiderato il controllo totale sui bambini in modo da poterli indottrinare e trasformarli in bravi piccoli socialisti obbedienti solo allo Stato.

Per loro, la religione, i valori tradizionali e i legami familiari devono essere spezzati e rifiutati.

 

Marco Navarro-Génie è presidente dell’Haultin Research Institute. È coautore, insieme a Barry Cooper, di «Canada’s Covid-19: The Story of a Pandemic Moral Panic».

Articolo in inglese: With the Rejection of Biology, the State Could Also ‘Identify’ as Parents

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