Robot umanoidi, la Cina intende produrne in massa

La Cina vuole realizzare in massa robot simili all’uomo entro due anni, un piano ambizioso che spera di portare Pechino a diventare leader del settore.

In un progetto diramato alle autorità locali in tutta la Cina, il Ministero dell’industria e della tecnologia dell’informazione ha annunciato l’obiettivo di stabilire un quadro di innovazione per i robot umanoidi e di garantire che il Paese possa produrre autonomamente le parti fondamentali dei robot.

Il piano prevede che i prodotti raggiungano standard internazionali avanzati di qualità. Secondo la direttiva, troveranno applicazione in ambienti difficili, nel settore manifatturiero e in quello dei servizi. Come gli smartphone, i computer e i veicoli a nuova energia, i robot umanoidi hanno il potenziale «distruttivo» di «rivoluzionare» la vita delle persone, si legge nel documento.

Il Ministero ha riferito ai funzionari di sfruttare le dimensioni del mercato cinese e il «sistema di tutta la nazione» per accelerare lo sviluppo di robot umanoidi, come industria cardine, per far progredire la Cina nel settore manifatturiero e digitale.

Entro il 2025, Pechino spera di avere due o tre aziende con influenza globale e di coltivare altre piccole imprese dedicate al settore. In altri due anni, l’obiettivo è creare una «catena di approvvigionamento sicura e affidabile» per questa tecnologia e rendere il Paese competitivo a livello globale. A quel punto, ha dichiarato il Ministero, tali prodotti saranno profondamente integrati nell’economia e diventeranno un «nuovo motore» per la crescita economica.

Il «cervello», il «cervelletto» e gli «arti» dei robot, continua la direttiva, dovrebbero essere al centro dell’attenzione e l’industria dovrebbe puntare a creare robot «altamente affidabili» per condizioni difficili o pericolose. Per il monitoraggio e la salvaguardia di «luoghi strategici», i robot devono essere in grado di muoversi su «terreni molto complicati», di valutare la situazione e di prendere decisioni intelligenti, e dovranno avere una maggiore capacità di proteggersi e di lavorare con maggiore precisione in scenari come il salvataggio o quando sono coinvolti esplosivi.

Secondo il documento, le autorità competenti devono approfondire la cooperazione internazionale, incoraggiare le aziende straniere a creare centri di ricerca in Cina e portare i prodotti cinesi sul mercato internazionale.

Desiderosa di partecipare alla definizione degli standard globali per le tecnologie emergenti, Pechino ha dichiarato che vorrebbe essere «profondamente coinvolta nelle regole internazionali e nella definizione degli standard» e «contribuire con la saggezza cinese» allo sviluppo dell’industria, si legge nel documento.

La direttiva segna l’ultimo tentativo della Cina di aumentare l’autosufficienza tecnologica, mentre gli Stati Uniti inaspriscono il divieto di accesso della Cina ai chip avanzati statunitensi. A metà ottobre, l’Ufficio per l’Industria e la Sicurezza del Dipartimento del Commercio ha richiesto ad un maggior numero di aziende statunitensi di ottenere una licenza prima di poter esportare chip di semiconduttori avanzati in Cina, un passo necessario per impedire a Pechino di utilizzare questi chip per scopi militari. Il 23 ottobre, il governo statunitense ha chiesto a Nvidia di interrompere la spedizione in Cina della maggior parte dei suoi chip più importanti per l’intelligenza artificiale.

Senza citare i limiti imposti dagli Stati Uniti, il documento chiedeva all’industria di progettare chip di intelligenza artificiale per robot umanoidi che consentissero l’autoapprendimento e altre capacità.

Una mezza dozzina di aziende cinesi di informatica ha visto le proprie azioni balzare dal 10 al 20% il giorno successivo all’annuncio, mentre anche il valore delle azioni di altri prodotti elettronici per la robotica ha subito un’impennata.

La tabella di marcia di Pechino significa che dovrà competere con aziende internazionali come Samsung, Microsoft e Tesla che stanno investendo nel settore.

Tesla, di Elon Musk, ha provato a costruire un robot umanoide chiamato Optimus o Tesla Bot. Dopo tanto clamore l’anno scorso, tuttavia, l’esibizione del robot che camminava lentamente sul palco e salutava la folla ha disatteso le aspettative.

Un uomo fotografa dei robot durante la Conferenza mondiale sull'intelligenza artificiale (Waic) a Shanghai, il 7 luglio 2023. (Wang Zhao/Afp via Getty Images)
Un uomo fotografa dei robot durante la Conferenza mondiale sull’intelligenza artificiale (Waic) a Shanghai, il 7 luglio 2023. (Wang Zhao/Afp via Getty Images)

Nei media cinesi sembra esserci un senso di ottimismo sulle prospettive della tecnologia.

Lu Hanchen, direttore del Gaogong Industry Research Institute, ha dichiarato al quotidiano statale Securities Times che, sebbene la Cina sia lontana dal produrre robot umanoidi su scala, l’obiettivo non è poi così lontano.

Quest’anno più di 10 aziende cinesi hanno svelato innovazioni legate ai robot umanoidi, ha osservato, aggiungendo che la Cina dispone già di alcune strutture di supporto per lo sviluppo di robot industriali.

Pechino ha stanziato circa 10 miliardi di yuan per finanziare lo sviluppo robotico. Il 6 novembre, la Cina ha aperto il primo centro di innovazione a livello provinciale sui robot umanoidi nella capitale del Paese per lavorare alla risoluzione di «problemi comuni fondamentali», tra cui il sistema di controllo delle operazioni, il software open source e i prototipi di robot.

Almeno un’azienda cinese, la Jiangsu Miracle Logistics System Engineering Co. ha promesso di lanciare il suo primo robot umanoide entro la fine dell’anno. La società cinese di intermediazione di titoli Zheshang Securities stima che il mercato dei robot umanoidi avrà una domanda di 1,77 milioni di macchine entro il 2030.

 

Articolo inglese: China Unveils Plan to Mass Produce Human-like Robots, Calling It ‘New Engine’ for Growth

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