Provincia cinese: cremazioni aumentate del 72%. Ma perché?

La provincia orientale cinese dello Zhejiang ha registrato un picco di cremazioni nel primo trimestre, secondo i dati ufficiali. Gli osservatori della Cina ritengono che i dati provinciali indichino che il numero effettivo di morti per Covid-19 nel Paese potrebbe essere molto più alto di quanto riportato dalla leadership di Pechino.

In effetti, causa dei precedenti delle autorità cinesi nel nascondere le informazioni, è difficile valutare la reale portata dell’attuale epidemia.

Il 13 luglio, il dipartimento provinciale degli affari civili dello Zhejiang ha pubblicato sul suo sito web i dati che mostrano che le cremazioni sono aumentate del 72% nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2022. Circa 171 mila corpi sono stati cremati in questo periodo, rispetto ai 99 mila e 93 mila dei primi trimestri del 2022 e del 2021.

Poco dopo la pubblicazione dei dati, questi sono stati rimossi dalle autorità. Inoltre, anche le discussioni online e i relativi commenti sono stati cancellati da varie piattaforme cinesi.

Il 18 luglio, Epoch Times ha cercato sul sito ufficiale del Ministero degli Affari Civili cinese e ha scoperto che esso non ha pubblicato i dati di cremazione per l’ultimo trimestre del 2022 e il primo trimestre del 2023; tuttavia lo aveva fatto per ogni singolo trimestre dal 2007. Non si sa perché lo Zhejiang in particolare abbia invece reso noti i suoi dati di cremazione.

Dati Covid del Pcc: incompleti

Il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha riportato 5 mila 272 decessi legati al Covid l’8 gennaio.

Tuttavia, un funzionario della Commissione nazionale cinese per la salute ha dichiarato in un incontro con la stampa il 14 gennaio che il numero di decessi legati al Covid a livello nazionale è stato di 59 mila 938 dal 7 dicembre 2022 al 12 gennaio di quest’anno.

Secondo quanto riferito, l’improvvisa revoca delle severe misure di lockdown del 7 dicembre ha portato a una nuova serie di focolai di Covid-19 in tutto il Paese – a partire dalla fine del 2022 fino al primo trimestre di quest’anno – a causa della mancanza di preparazione, di risorse mediche e, soprattutto, del mancato preavviso.

«L’Oms continua a ritenere che i decessi siano fortemente sotto-riportati dalla Cina», ha dichiarato l’11 gennaio il dottor Michael Ryan, direttore esecutivo del Programma per le Emergenze Sanitarie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

«Nessuno dei dati [sui decessi del Covid-19, ndr] rilasciati dal Pcc è affidabile. Ma a volte deve rilasciarli, quindi li rilascerà in seguito, quando penserà che i dati falsi siano accettabili per le persone. In realtà, l’opinione pubblica non ci crede», ha dichiarato Hong Sheng (pseudonimo), avvocato cinese, in una recente intervista all’edizione in lingua cinese di Epoch Times. Ha usato uno pseudonimo per paura di ritorsioni da parte del regime.

Hong ha raccontato che da quando – all’inizio di dicembre dello scorso anno – il Pcc ha improvvisamente allentato la sua politica draconiana ‘zero-Covid’, gli avvocati sono tenuti a indossare maschere quando partecipano alle udienze in tribunale o incontrano i loro clienti nei centri di detenzione. Hong afferma che il numero di decessi probabilmente aumenterà a causa della recente epidemia.

Tang Jingyuan, commentatore di attualità cinese con sede negli Stati Uniti, dichiara che il numero di morti nello Zhejiang potrebbe essere sottostimato. In un’intervista rilasciata il 18 luglio, ha dichiarato che la provincia non è la più colpita dal Covid-19.

Operatori sanitari arrivano con un paziente su una barella in una clinica per la febbre a Pechino il 9 dicembre 2022. (Kevin Frayer/Getty Images)
Operatori sanitari arrivano con un paziente su una barella in una clinica per la febbre a Pechino il 9 dicembre 2022 (Kevin Frayer/Getty Images)

«In città come Pechino, Zhengzhou, Xi’an e nella provincia di Guangdong, duramente colpite dal Covid, i residenti hanno assistito a cremazioni diverse volte o addirittura decine di volte in più rispetto ai periodi normali», continua Tang.

«In realtà, c’è un’alta probabilità che questa cifra sia quella ridotta e tagliata fornita dal governo», aggiunge Tang, «Il regime comunista controlla le informazioni e i dati, che fanno parte del suo mantenimento della stabilità sociale».

In seguito all’improvvisa abolizione delle restrizioni «zero-Covid», gli ospedali di tutto il Paese si sono ritrovati sovraffollati e, secondo quanto riferito, molti pazienti hanno sviluppato sintomi di ‘polmone bianco’, cioè macchie bianche visibili in una Tac che indicano aree di infiammazione nei polmoni.

Sono state segnalate lunghe code per entrare e uscire dalle onoranze funebri e dai crematori in tutta la Cina. I crematori lavorano 24 ore su 24 e hanno assunto più personale. Le famiglie sono state costrette a pagare di più o a recarsi nelle zone rurali per far cremare più rapidamente i propri cari.

Sean Lin, ex microbiologo dell’esercito americano e attualmente professore associato presso il Dipartimento di Scienze Biomediche del Feitian College di New York, concorda con Tang.

«Le 171.000 cremazioni nella provincia di Zhejiang nel primo trimestre sono dati moderati, che mostrano solo una piccola parte della situazione reale. Anche il numero di decessi nelle città, nelle contee e nei comuni della provincia è falsificato per coprire i dati reali», ha dichiarato Lin.

Ha aggiunto che i governi locali non otterranno molti aiuti finanziari dalle autorità centrali se riporteranno il numero reale di decessi.

A gennaio, Reuters ha riferito che un medico di un ospedale privato di Pechino ha visto un avviso che imponeva «ai medici di “cercare di non” scrivere ‘insufficienza respiratoria indotta da Covid’ sui certificati di morte». Altri sei medici di ospedali pubblici in Cina hanno dichiarato a Reuters di aver «ricevuto istruzioni orali simili che li scoraggiavano dall’attribuire i decessi al Covid».

A febbraio, l’edizione in lingua cinese di Epoch Times ha ottenuto documenti interni di varie province – tra cui la regione sudoccidentale di Guangxi, la provincia settentrionale di Heilongjiang e la provincia centrale di Hebei – che rivelano che le autorità richiedono una rigorosa procedura di approvazione per l’emissione di certificati di morte legati al Covid.

 

Articolo inglese: Chinese Province Saw Cremations Surge 72 Percent Amid Recent Covid Outbreak: Official Report

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