Presentatore Tv rischia il licenziamento: aveva deriso Mao in privato

Prendere in giro Mao è ancora una questione delicata in Cina. Se poi lo fa un membro del Partito Comunista Cinese, anche privatamente, le conseguenze possono essere molto gravi.

Ad aprile Bi Fujian, popolare presentatore di China Central Television (Cctv), era stato sospeso e indagato dopo che un video di 76 secondi era trapelato su internet. Nel video Bi cantava durante una cena un’opera rivoluzionaria, inserendo però alcuni commenti sarcastici sul Partito e su Mao.

«Il Partito Comunista! Il presidente Mao!», cantava Bi. «Quanto male ci ha portato Mao, questo vecchio [imprecazione]!», esplodendo in una risata mentre si trovava a tavola. Poi, dopo aver ricevuto numerose critiche, si era scusato sui social media.

Il giornale di agosto dell’agenzia anti-corruzione del Pcc ha pubblicato un articolo che lascia presagire quale potrà essere il destino di Bi: l’atto di «ridicolizzare e danneggiare» l’immagine degli anziani del Partito è stato giudicato «non un problema di disciplina generale, ma una grave violazione della disciplina politica».

«Cctv deve seriamente affrontare la questione in base alle norme vigenti e far sì che i provvedimenti servano da monito al suo personale», ha riportato l’articolo del China Discipline and Inspection News.

Questo non fa ben sperare per il 56enne Bi, che prima della sua sospensione era uno dei presentatori più illustri della Cina. Bi conduceva Avenue of Stars, una trasmissione simile al talent show statunitense American Idol, e da diversi anni presentava il popolare Gala del Capodanno lunare.

Dal 2012 molti funzionari di Partito sono stati accusati di ‘grave violazione della disciplina’ nella campagna anticorruzione di Xi Jinping. In seguito sono stati tutti arrestati ed epurati.

Secondo quanto riferito da Ming Pao, un giornale di Hong Kong, Bi sarebbe stato licenziato. L’edizione in lingua cinese del media tedesco d’informazione Deutsche Welle, ha riferito che Zhu Jun, un altro presentatore di Cctv, ha sostituito Bi nella conduzione di Avenue of Stars. Deutsche Welle ha aggiunto che «per eliminare ‘l’influsso negativo’ di Bi Fujian, Avenue of Stars ha persino richiamato i concorrenti per rigirare le puntate degli spettacoli presentate in precedenza da lui».

Il popolo del web si è diviso: alcuni utenti l’hanno giudicato una ‘persona normale’ che nella vita privata aveva preso le distanze dalla propaganda del Pcc, altri come un traditore assoluto del Partito.

Due dei commenti più letti, hanno parlato di benevolenza e libertà. «Chi non rispetta la storia e i personaggi gloriosi non merita compassione», si legge su Peng Pai, un nuovo sito web d’informazione online finanziato dallo regime cinese. «Nell’era della riforma e dell’apertura, limitare la parola equivale a uccidere il cuore della libertà», riporta un altro commento. La riforma e l’apertura si riferiscono alla politica di liberalizzazione economica avviata alla fine degli anni 70 dopo la morte di Mao.

Numerosi analisti della politica d’élite cinese hanno paragonato i provvedimenti disciplinari su Bi Fujian alle persecuzioni della Rivoluzione Culturale, una campagna tumultuosa e violenta avviata da Mao alla fine degli anni 60. In quel periodo le persone che parlavano male di Mao venivano inviate per anni nei campi di lavoro forzato; altri, per infrazioni politiche di minore entità, venivano picchiati a sangue dalle Guardie Rosse.

L’incidente di Bi mostra che i Cinesi devono stare attenti a criticare il regime. Infatti, come osserva Chen Pokong, un’analista che ha partecipato a un programma di New Tang Dynasty Television (Ntd), nonostante la burla di Bi Fujian fosse in privato, è stata registrata e messa online.

Chen ritiene anche che punire Bi sia un gesto ipocrita. È noto, infatti, quanto il Partito Comunista Cinese screditi e diffami i suoi leader: basti pensare a Zhao Ziyang, ex segretario generale del Partito, che simpatizzava con gli studenti attivisti pro-democrazia in Piazza Tiananmen nel 1989; o a Chen Duxiu, uno dei cofondatori del Partito.

Chen ha spiegato che in realtà Bi si è trattenuto, dal momento che Mao Zedong è stato un «dittatore brutale e paranoico» al pari di quei «macellai di Adolf Hitler, Stalin e Pol Pot». «A essere onesti le persone stanno dicendo che Bi ha a malapena insultato Mao».

Articolo in inglese: ‘Chinese TV Host May Face Severe Punishment for Mocking Mao’

 
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