OpenAi risponde alla causa contro Elon Musk e lo accusa di aver voluto la fusione con Tesla

Di Bill Pan

OpenAi ha risposto alle accuse dell’industriale Elon Musk, secondo cui l’azienda ha abbandonato i suoi piani originali di essere uno sviluppatore open source.

OpenAi ha pubblicato quindi delle email che mostrerebbero il sostegno iniziale dell’imprenditore miliardario alla creazione di una società di intelligenza artificiale a scopo di lucro e alla fusione con Tesla.

Musk ha contribuito a lanciare e finanziare OpenAi nei suoi primi anni. Nella causa del mese scorso contro l’azienda e i suoi leader, ha sostenuto di aver investito tempo e risorse per far decollare la start-up basata sull’intelligenza artificiale, a condizione che rimanesse un’organizzazione no-profit «dedicata alla creazione di Agi  [intelligenza generale artificiale, ndr] sicure e open source per il bene pubblico».

La causa, depositata in un tribunale di San Francisco, accusava i co-fondatori di OpenAi Sam Altman e Greg Brockman di aver violato il loro accordo con Musk abbandonando l’impegno senza scopo di lucro nel corso degli anni. Il Ceo di Tesla chiede alla corte di ordinare a OpenAi, che ora è sostenuta da Microsoft, di rendere i suoi lavori «liberamente disponibili al pubblico», oltre a vietare a chiunque, inclusa Microsoft, di trarre profitto dalla sua tecnologia Ai.

«OpenAi Inc. è stata trasformata in una filiale di fatto a codice chiuso della più grande azienda tecnologica al mondo: Microsoft», si legge nella causa di Musk.

In risposta, OpenAi il 5 marzo ha pubblicato in un post sul blog una serie di quelle che sembrano essere email private di Musk.

Secondo le e-mail, OpenAi aveva bisogno di più finanziamenti di quanto inizialmente previsto, il che avrebbe spinto Musk a incoraggiare la startup a raccogliere 1 miliardo di dollari invece dei 100 milioni iniziali. Musk aveva anche suggerito che «ha senso» che l’azienda «inizi ad essere meno aperta» nel tempo e «non condivida» il lavoro con il pubblico.

OpenAi ha anche affermato che Musk voleva «maggioranza azionaria, controllo iniziale del Consiglio di amministrazione e essere amministratore delegato» nell’impresa a scopo di lucro, e che ha trattenuto i finanziamenti durante questi negoziati.

Sebbene le e-mail riprodotte e pubblicate martedì non sembrino comprovare tali affermazioni, una email mostra che Musk aveva proposto una fusione con Tesla in un momento in cui OpenAi stava «bruciando soldi» ma ancora lottando per «competere seriamente» con Deep Mind di Google. .

«Se non puoi competere seriamente ma continui a fare ricerca apertamente, potresti in effetti peggiorare le cose e aiutarli ‘gratuitamente’, perché qualsiasi progresso è abbastanza facile per loro da copiare e incorporare immediatamente, su larga scala», si legge nell’e-mail riprodotta, datata 31 gennaio 2018.

«Una svolta a scopo di lucro potrebbe creare un flusso di entrate più sostenibile nel tempo e, con il team attuale, probabilmente porterebbe molti investimenti. Tuttavia, costruire un prodotto da zero distoglierebbe l’attenzione dalla ricerca sull’intelligenza artificiale, richiederebbe molto tempo e non è chiaro se un’azienda riuscirebbe a raggiungere le dimensioni di Google, e gli investitori potrebbero esercitare troppa pressione nelle direzioni sbagliate».

«L’opzione più promettente a cui riesco a pensare, come ho detto prima, sarebbe che OpenAi si associasse a Tesla come sua mucca da mungere».

Musk si è allontanato dal Consiglio di amministrazione di OpenAi nel febbraio 2018, un mese dopo la presunta offerta di fusione. Alla sua partenza, OpenAi ha dichiarato che avrebbe continuato a fornire finanziamenti e consulenza all’azienda. «Poiché Tesla continua a focalizzarsi maggiormente sull’intelligenza artificiale, ciò eliminerà un potenziale conflitto futuro per Elon», ha affermato OpenAi in un post sul blog in quel momento.

Da quando ha lasciato OpenAi, Musk è diventato un critico schietto della società, consigliando ai senatori statunitensi di istituire un Dipartimento federale che funga da «arbitro» nel settore dell’intelligenza artificiale.

Sta anche raccogliendo fondi per il suo progetto di intelligenza artificiale, soprannominato XAi.

Nel post sul blog di martedì, OpenAi ha affermato che è «triste» vedere la controversia sul futuro dell’azienda trasformata in una battaglia giudiziaria: «Siamo tristi che si sia arrivati ​​a questo con qualcuno che abbiamo profondamente ammirato, qualcuno che ci ha ispirato a puntare più in alto, poi ci ha detto che avremmo fallito, ha creato un concorrente e poi ci ha fatto causa quando abbiamo iniziato a fare progressi significativi verso OpenAi senza di lui».

Nel marzo 2019, un anno dopo la separazione da Musk, OpenAi si è trasformata in OpenAi Lp, un’ente a «profitto limitato». Nello specifico, ciò significa che i profitti per gli investitori in questa impresa sono limitati a 100 volte il loro investimento originale e che l’importo in eccesso verrà trasferito a una società no-profit globale, chiamata OpenAi Inc, per spenderlo come meglio crede.

In altre parole, un investitore che ha investito 1 milione di dollari vedrà entrare in gioco il limite di profitto solo dopo che quel milione di dollari avrà generato rendimenti di 100 milioni di dollari: «Vogliamo aumentare la nostra capacità di raccogliere capitali pur continuando a servire la nostra missione, e nessuna struttura legale preesistente di cui siamo a conoscenza raggiunge il giusto equilibrio».

 

Versione in inglese: OpenAI Hits Back at Elon Musk Lawsuit, Alleges He Wanted It to Merge With Tesla

NEWSLETTER
*Epoch Times Italia*
 
Articoli correlati