Negato l’ingresso negli Stati Uniti ad un iscritto al Partito Comunista Cinese

NEW YORK — Un cittadino cinese è stato respinto dagli Stati Uniti in aeroporto perché membro del Partito Comunista Cinese.

Il suo avvocato spiega che il cliente ha un visto di viaggio negli Stati Uniti, valido per 10 anni. In quanto padre di un cittadino statunitense, alcuni mesi fa ha richiesto un visto di immigrazione per la famiglia e si era recentemente incontrato con un funzionario consolare di Guangzhou per un colloquio, ma era ancora in attesa di una decisione. L’uomo, di età avanzata, è membro del Partito Comunista Cinese (Pcc), da cui non si era disiscritto per paura che la cosa incidesse sulla sua pensione.

L’avvocato Zheng Cunzhu, che vive negli Stati Uniti e si occupa del caso, ha spiegato che il 17 settembre, quando il suo cliente si è recato dalla Cina agli Stati Uniti per visitare sua figlia, all’atterraggio a Detroit è stato fermato dalle autorità doganali e il giorno dopo è stato rimandato in Cina col volo successivo, in quanto – gli è stato detto – non soddisfava i requisiti per entrare negli Stati Uniti. Per ragioni di riservatezza, l’avvocato Zheng non ha rivelato il nome del cliente.

In seguito, il suo visto di viaggio è stato revocato. La figlia, che stava aspettando il padre all’aeroporto, ha poi verificato il suo caso presso il Centro Nazionale Visti sul sito web del Dipartimento di Stato, scoprendo che la sua domanda era stata respinta.

Secondo Zheng la figlia del suo cliente ha affermato che il padre non aveva notato nulla di «insolito» durante il colloquio per il visto, a parte il fatto di aver menzionato di essere un membro del Partito.

Il caso sembra essere collegato alla proposta di negare il visto statunitense ai membri del Pcc: un’idea che l’amministrazione Trump pare abbia valutato a luglio con il deterioramento delle relazioni bilaterali. Anche se la proposta è nelle sue fasi iniziali, degli alti funzionari hanno fatto circolare una bozza di un possibile ordine presidenziale che potrebbe negare i visti a oltre 90 milioni di membri del Pcc, secondo quanto riferito da Reuters, che cita una fonte interna.

L’amministrazione statunitense ha precedentemente annunciato restrizioni ai visti contro specifici funzionari cinesi per il loro ruolo nelle violazioni dei diritti umani, ma «questo è probabilmente il primo caso» di qualcuno che viene allontanato all’aeroporto per la sua appartenenza al Partito. Stando a questo esempio, qualsiasi membro del Pcc potrebbe rischiare di essere escluso dall’ingresso negli Stati Uniti, indipendentemente dal fatto che stia visitando il Paese come immigrato, turista o per vedere la famiglia.

Persone fanno la fila fuori dall’ambasciata degli Stati Uniti a Pechino, Cina, il 27 aprile 2012. (Ed Jones / AFP / GettyImages)

Al di là della possibile nuova ordinanza, già secondo l’Immigration and Nationality Act degli Stati Uniti, emanato nel 1952, coloro che richiedono un visto di immigrazione sono considerati «inammissibili» se sono o sono stati «membri o affiliati al partito comunista o a qualsiasi altro partito totalitario». Sono previste eccezioni per coloro che possono dimostrare che la loro iscrizione è stata involontaria o è stata risolta almeno due anni prima della domanda di visto. Sulla domanda di carta verde e di visto d’immigrazione, le autorità statunitensi chiedono già ora ai candidati se sono stati associati a partiti comunisti.

L’immigrazione dalla Cina è diventata una questione controversa poiché le tensioni Usa-Cina si sono intensificate per la pandemia, così come per le aggressioni militari di Pechino, le preoccupazioni di spionaggio e le violazioni dei diritti umani.

A settembre, il Dipartimento di Stato ha revocato oltre mille visti a ricercatori cinesi con legami militari. All’epoca, un portavoce del Dipartimento aveva spiegato a Epoch Times: «Continueremo ad accogliere studenti e studiosi legittimi dalla Cina che non promuovono gli obiettivi di dominio militare del Partito Comunista Cinese».

L’avvocato Zheng, considerando che il suo cliente sembrava fosse idoneo ad ottenere il visto sotto tutti gli altri aspetti, gli ha consigliato di «lasciare il Partito il prima possibile». Dopo averlo fatto, potrebbe riottenere il suo visto tra due anni, come riportato nel Manuale degli affari esteri, una guida completa per le politiche e le procedure del Dipartimento di Stato.

Il signor Yi Rong, direttore del Tuidang Center con sede a New York, un’organizzazione no-profit fondata nel 2007 per coordinare gli sforzi di base affinché le persone si ritirino formalmente dalle organizzazioni affiliate al Pcc, ha spiegato a Epoch Times che alla luce delle crescenti richieste della comunità cinese in tutto il mondo, l’organizzazione ha iniziato a rilasciare certificati digitali. I certificati sono riconosciuti dalle autorità per l’immigrazione, con la dichiarazione stampata sia in inglese che in cinese. Come riportato nel sito web, a oggi il centro ha registrato più di 364 milioni di dimissioni dal Partito Comunista Cinese.

Commentando il recente caso, Yi ha detto che il rifiuto del visto dovrebbe servire da «campanello d’allarme» per tutti i membri del Pcc ovunque. Poiché il mondo sta riconoscendo la vera natura del regime, sarebbe saggio rinunciare a qualsiasi legame esistente con il Partito, afferma.

L’avvocato Zheng, che nel 1989 aveva organizzato le proteste nella sua città natale di Hefei per sostenere gli studenti pro-democrazia in piazza Tienanmen, rivolge questo messaggio a chiunque fosse ancora membro del Pcc: «Se ti sei reso conto che questo Partito ha violato ciò che ha promesso al popolo cinese e ha mentito, spero che tu possa lasciare questa organizzazione prima che puoi. Non scambiare la possibilità di immigrare negli Stati Uniti e di riunirti con i tuoi figli per motivi di pensione o ricompensa».

A una richiesta di commento, un funzionario del Dipartimento di Stato ha affermato che «i documenti visa sono riservati, secondo la legge statunitense» e ha rifiutato di commentare ulteriormente.

 

Articolo in inglese: Chinese National Denied US Entry Over Chinese Communist Party Membership: Lawyer

 
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