Nasa: costruiremo una base lunare

La Nasa ha intenzione di iniziare a costruire, entro breve, una stazione di rifornimento spaziale da installare sull’orbita lunare: potrà essere utilizzabile sia come avamposto strategico per le missioni di esplorazione dello spazio profondo, sia per sviluppare tecnologie per la sopravvivenza su Marte.
Il neoeletto direttore della Nasa, Jim Bridenstine, descrivendo il progetto in una trasmissione in onda sulla radio newyorkese AM 970, ha infatti dichiarato: «Quando inizieremo a usare la Luna come posto dove poterci rifornire di carburante, potremo spingerci più lontano e ridurre i costi per decollare dalla superficie terrestre».

Per esplorare lo spazio profondo c’è un enorme ostacolo da superare: l’enorme quantità di energia necessaria per vincere la forza gravitazionale terrestre quando vengono lanciate in orbita le navicelle spaziali. «Molta gente ignora che una delle parti più costose dell’esplorazione spaziale sta proprio nel decollo dalla superficie terrestre – sottolinea Bridenstine – perché l’attrazione gravitazionale è enorme.
Quando «lanciamo qualcosa nello spazio – aggiunge il capo della Nasa– l’80 percento del peso che lanciamo è proprio il carburante».

La Nasa intende aggirare questo problema costruendo una stazione di rifornimento da posizionare nell’orbita lunare e usando dell’acqua ghiacciata scoperta sulla superficie lunare.
«La Luna ha ai suoi poli decine di miliardi di tonnellate di acqua ghiacciata», spiega Bridenstine, evidenziando che la Nasa prenderà quest’acqua e la scinderà in idrogeno e ossigeno. E quindi si potrà utilizzare l’ossigeno per sostenere la vita e l’idrogeno come combustibile.
Infatti, «idrogeno e ossigeno, sono lo stesso carburante che alimentava lo space shuttle. E questo, in definitiva, ci dà l’opportunità di creare fonti energetiche e di propulsione sulla superficie di altri mondi».

E siccome la gravità sulla luna è circa un sesto rispetto a quella sulla Terra, Bridenstine sostiene che una volta scissa la molecola dell’acqua ghiacciata in idrogeno e ossigeno, sarebbe possibile portarli in orbita intorno alla Luna, e avere «la potenziale capacità propulsiva per spingersi più lontano nello spazio, senza dover lanciare tutto quel carburante dalla Terra».
Lo sviluppo di queste tecnologie potrebbe anche adattarsi bene al piano del presidente Donald Trump di prepare una missione umana su Marte.

Perché, esattamente come la Luna, anche Marte ha i suoi depositi di acqua ghiacciata, che la Nasa ha scoperto appena sotto la superficie del pianeta. Quindi, parte del motivo per cui la Nasa sta di nuovo lavorando a una missione umana sulla Luna, è perché questa «è il miglior terreno di prova per una missione su Marte».

L’11 dicembre 2017, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato la Direttiva 1 sulla politica spaziale, un programma che sfrutta il settore privato per missioni umane sulla Luna e su Marte: «La direttiva che firmo oggi rifocalizzerà il programma spaziale americano sulla ricerca e l’esplorazione umana», ha specificato Trump quando ha firmato. «Rappresenta un primo passo nel riportare gli astronauti americani sulla Luna, per la prima volta dopo il 1972, per esplorazione e uso a lungo termine. Questa volta, non solo pianteremo la nostra bandiera e lasceremo le nostre impronte, ma stabiliremo le basi per un’eventuale missione su Marte, e forse un giorno per molti mondi più lontani».

L’allora direttore della Nasa, Robert Lightfoot, aveva così commentato questo nuovo slancio spaziale del governo americano: «Questo lavoro rappresenta uno sforzo nazionale su molti fronti, in cui l’America ha fatto da pioniera. Coinvolgeremo i migliori e più brillanti tra governi e industria privata e i nostri partner in tutto il mondo per deporre nuove pietre miliari nella realizzazione umana. […] La nostra forza lavoro è impegnata in questo sforzo, e anche ora stiamo sviluppando un’infrastruttura flessibile nello spazio profondo per supportare con cadenza costante missioni sempre più complesse che rafforzeranno il primato americano verso le sconfinate frontiere dello spazio».

 

Articolo in inglese: NASA Wants Space Fuel Station Around Moon

Traduzione di Massimo Marcon

 
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