Musk: il mondo ha bisogno di petrolio e gas o «la civiltà crollerà»

Di Tom Ozimek

L’imprenditore tecnologico Elon Musk ha spiegato ai giornalisti in Norvegia che, mentre le fonti energetiche sostenibili sono in sviluppo, il mondo deve continuare a estrarre petrolio e gas per sostenersi.

Le sue affermazioni ai giornalisti sono pervenute prima della conferenza Offshore Northern Shore (Ons) a Stavanger, in Norvegia.

Dopo che Musk è arrivato nella sede della conferenza, ha detto ai giornalisti di essere venuto «in segno di apprezzamento per il sostegno del popolo norvegese ai veicoli elettrici» e li ha ringraziati per il loro «enorme sostegno».

Ha aggiunto che, alla conferenza, stava progettando di fornire «idee per una transizione verso un mondo energetico sostenibile», inclusa la possibilità di espandere la produzione di energia eolica nel Mare del Nord, lo specchio d’acqua tra il Regno Unito e la Norvegia: «In luoghi dove c’è molto vento, potrebbe esserci un potenziale per un’enorme quantità di energia eolica e, se combinata con pacchi batteria stazionari, questa potrebbe essere una fonte di energia sostenibile molto forte in inverno».

Abbiamo bisogno di petrolio e gas

Quando gli è stato chiesto se crede che il petrolio e il gas debbano continuare a essere utilizzati, ha risposto: «Realisticamente, abbiamo bisogno di usare petrolio e gas a breve termine perché altrimenti la civiltà crollerà. Affinché la civiltà continui a funzionare, abbiamo bisogno di petrolio e gas. Qualsiasi persona ragionevole arriverebbe a questa conclusione».

Non solo petrolio e gas dovrebbero continuare a essere utilizzati per mantenere in funzione la civiltà, ma Musk ha affermato che ulteriori esplorazioni «sono giustificate in questo momento».

L’uso di combustibili fossili dovrebbe continuare contemporaneamente agli sforzi in corso per «accelerare il progresso dell’energia sostenibile».

Le osservazioni di Musk sul continuo bisogno di combustibili fossili arrivano in un momento in cui l’industria petrolifera e del gas guarda al futuro con cautela.

«Fame di capitale»

I produttori statunitensi di petrolio e gas devono far fronte a una riduzione dell’offerta di capitale, a un contesto normativo ostile e alla carenza di materiali e manodopera che complessivamente rappresentano ostacoli significativi contro le nuove trivellazioni.

«Il nostro settore è affamato di capitali», ha detto Anthony Gallegos, Ceo di Independence Contract Drilling, in una precedente intervista, sottolineando che le banche sono sempre più riluttanti a fornire linee di credito rotative o Assed Based Lending Facilities per l’industria petrolifera e del gas. «C’è probabilmente un terzo delle banche oggi che sono disposte a fornire revolver e Assed Based Lending Facilities alle società di servizi [petrolio e gas, ndr] rispetto a quelle che ci sarebbero state sei anni fa».

Banche e investitori hanno ridotto i finanziamenti per nuovi progetti di combustibili fossili, spinti da fattori sia economici che politici.

In linea con il movimento dei principi ambientali, sociali e di governance (Esg), più di 100 banche che rappresentano un totale del 38% delle attività bancarie globali hanno firmato la dichiarazione di impegno della Un Net-Zero Banking Alliance. In essa, si impegnano a trasferire i loro portafogli di prestito per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere emissioni nette zero entro il 2050 o prima. Diverse banche americane hanno aderito all’iniziativa.

A parte il movimento Esg, anche l’industria petrolifera e del gas sta uscendo da un periodo di investimenti eccessivi in ​​nuovi progetti di fracking di dieci anni fa, con molti investitori che ora cercano di adottare un approccio più cauto.

«Non credo che vedrete mai un flusso di capitali in questo settore come è avvenuto dal 2012 al 2014», ha affermato Gallegos. «Gli investitori hanno chiarito: ‘Non siamo qui per finanziare la tua crescita solo per il bene della crescita; se abbiamo intenzione di darti denaro, dovrai dimostrare un percorso verso la generazione di rendimenti in cui vediamo qualcosa come investitori’».

Oltre a una maggiore cautela degli investitori, c’è anche un ambiente normativo ostile, con la Heritage Foundation che ha recentemente descritto le politiche energetiche dell’amministrazione Biden come «radicali» e «basate su delle falsità contro i combustibili fossili che sta causando inutili difficoltà e costando caro agli americani».

I prezzi della benzina sono saliti a livelli record sotto il presidente Joe Biden, mentre la produzione di petrolio greggio statunitense durante il suo primo anno in carica è stata del 9% inferiore ai livelli del 2019 e persino al di sotto dei livelli del 2020 quando lo shock pandemico era al culmine.

 

Articolo in inglese: Musk Says World Needs Oil and Gas or ‘Civilization Will Crumble’

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