Monaco, esclusa pista Isis. Merkel: l’umanità è la nostra più grande forza

Un pazzo «fuori controllo», ma nessun legame con il mondo islamico. Questa la conclusione della polizia tedesca sull’attentatore David Sonboly, nato in Germania e di radici iraniane. Venerdì 22 luglio il diciottenne ha ucciso 9 persone nella parte nord di Monaco, ne ha ferite 16 e infine si è tolto la vita.

È possibile che l’attentatore abbia commesso il gesto a seguito di anni di bullismo dovuto alla sua origine etnica: «Sono stato maltrattato per 7 anni a causa vostra», ha affermato in una conversazione confusa, ripresa su video, con una persona che si trovava su un tetto.

L’attentatore soffriva di problemi psichici e ci teneva a essere considerato un tedesco a tutti gli effetti, tanto da avercela con gli stranieri, e da ammirare il terrorista norvegese Anders Brejvik, autore di una doppia strage attuata nel luglio del 2011 tra le città di Oslo e Utoya.
È possibile che Sonboly, nel caos della sua follia, volesse mostrarsi un vero tedesco (e non un arabo come lo consideravano i bulli) compiendo un gesto di integralismo xenofobo. Ma per ora si è solo nel campo delle ipotesi.
Tra le vittime ci sono tre turchi e un greco, e 5 morti su 9 sono dei minori.

Il gesto di Sonboly è stato probabilmente pianificato in anticipo, e si sospetta che avesse utilizzato un evento su Facebook che prometteva pasti gratis presso un McDonalds, per attirare in trappola le sue vittime. 

«Una notte del genere è difficile da sopportare – ha commentato in conferenza stampa l’addolorata cancelliera tedesca Angela Merkel – La libertà e l’umanità sono la nostra più grande forza».

«La polizia di Monaco ieri si è comportata in modo altamente professionale», ha aggiunto.
Inizialmente le autorità, credendo che vi fosse un attacco su più vasta scala, avevano diramato un allarme terrorismo, chiudendo discoteche e club, chiedendo alle persone di non uscire di casa e persino di non imboccare l’uscita dell’autostrada di Monaco.

«Tutti noi piangiamo, con il cuore appesantito, per coloro che non potranno mai tornare alle loro famiglie», ha concluso la Merkel.

 

 
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