Crolla una delle maggiori finanziarie cinesi, migliaia di risparmiatori in piazza

Il signor Sun non immaginava che, dopo che aver messo il suo denaro nella più grande società finanziaria della Cina centrale, sarebbe finito a protestare davanti agli uffici del governo locale di Wuhan (il capoluogo della provincia dell’Hubei). Ma, dopo che il 24 novembre la Wuhan Wealth Cornerstone Investment Management si è dichiarata inadempiente,  migliaia di persone sono scese in strada a protestare.

La società è caduta su un ‘wealth management product‘ (Wmp) – uno strumento finanziario ad alto rendimento – dopo che un progetto nel quale il capitale era investito, è rimasto a corto di fondi. Secondo quanto riferisce uno degli investitori che hanno parlato con il China Business Journal, erano stati raccolti circa cinque miliardi di yuan (740 milioni di euro circa) da oltre 70 mila investitori. I Wmp, sono allettanti perché offrono rendimenti nettamente superiori al tasso massimo del 3 per cento che le banche statali danno su depositi. Alcuni prodotti offrono tassi di interesse annui del 5 per cento o addirittura promettono dei rendimenti a breve termine di oltre il 10 per cento. I Wps fanno parte del Sistema bancario ombra cinese, che è privo di regolamentazione e spesso più rischioso e oscuro rispetto al sistema bancario ufficiale.

I manifestanti sono principalmente pensionati residenti a Wuhan, che avevano investito i risparmi di una vita. Secondo quanto riportano i stessi, alcuni hanno ricevuto piccole somme, ma la maggior parte non ha avuto nulla. Il giorno dopo l’inadempienza, armati di striscioni e cartelli, la massa dei risparmiatori traditi si è riversata in strada – nonostante freddo pungente di Wuhan – per richiedere alla Wealth Cornerstone e alle autorità locali di intevenire: le grida «restituiteci il nostro denaro!» sono risuonate in tutta la città. Secondo quanto riferito dai presenti alla protesta, per contenere i manifestanti (otto dei quali sono stati arrestati) sono stati mobilitati circa mille poliziotti armati.

La protesta a Wuhan mette in evidenza i pericoli che derivano dall’investire nei wealth management product in Cina, e rivela la discutibile connivenza tra i funzionari locali del Partito Comunista e le finanziarie. Ma la protesta si inquadra anche nella tensione sociale latente che incessantemente ribolle sotto la superficie, e che rischia di esplodere in conseguenza delle continue dichiarazioni di inadempienza causate dal rallentamento dell’economia cinese.

Il signor Sun, che si definisce prudente, era stato convinto da un amico che lavorava nella società, che il prodotto (che offriva l’8,8 per cento di interesse annuo) era un investimento privo di rischio. In un’intervista con Epoch Times, ha raccontato di aver investito tre mesi fa 600 mila yuan (88 mila euro circa) e di non aver ancora ricevuto un solo pagamento. Secondo quanto riporta il China Business Journal, una pubblicazione finanziata dallo Stato, un altro creditore che aveva investito in precedenza i 250 mila yuan (37 mila euro circa), messi da parte per il matrimonio del figlio, ha smesso di ricevere i pagamenti il 20 novembre: «mio figlio si sposerà presto, cosa dovrei fare?», ha commentato.

Secondo Xiao Gang, presidente della Commissione di Vigilanza della Cina (Csrc), i Wps sembrano troppo validi per essere veri esattamente perché lo sono effettivamente. In un editoriale pubblicato nell’ottobre del 2012 sul quotidiano statale China Daily, Xiao ha spiegato che, per generare flussi di cassa per i loro investitori Wmp, le banche e le società di investimento fanno affidamento su progetti di «qualche proprietà immobiliare disabitata, di qualche tipo di infrastruttura da realizzare a lunga scadenza», oppure persino progetti ad alto rischio. Se questi progetti incontrano problemi di liquidità, le banche e le società aumentano subito la vendita dei Wmp per remunerare i risparmiatori che sono entrati per primi. Xiao Gang ha definito il processo «fondamentalmente uno Schema di Ponzi [una sorta di modello piramidale truffaldino, ndr]».

Fondata nel 2012, Wuhan Wealth Cornerstone è connessa al Wuhan Huashi International Group, che è stato istituito nel 1993. Ha un patrimonio di decine di miliardi di yuan e impiega quasi mille dipendenti. Sebbene Huashi Group descriva sul suo sito web il suo rapporto con la Wuhan Wealth Cornerstone come una «partnership», la gente del posto ritiene che la Wuhan Wealth Cornerstone sia solo una società di copertura utilizzata dal Huashi Group per finanziare altri suoi progetti.

In un’intervista telefonica con Epoch Times, un risparmiatore che ha preferito restare anonimo per timore di rappresaglie, ha affermato che l’inadempienza della Wuhan Wealth Cornerstone è il risultato di un oscuro accordo tra un funzionario del governo e il capo di una società privata. Il risparmiatore ritiene che il dirigente di Huashi Group debba dei soldi alla criminalità organizzata cinese, e considerato che se la notizia dovesse trapelare molti funzionari verrebbero coinvolti nello scandalo, è stato messo sotto sorveglianza dal Partito.

Li Wenhua, presidente del consiglio di amministrazione di Huashi International Group, è membro della Conferenza Consultiva politica del Popolo cinese della provincia dell’Hubei, una sorta di organo consultivo controllato dal Partito, ed è vice presidente della Camera di Commercio della stessa provincia. «Il boss, ha […] lasciato che i cittadini cinesi pagassero il conto?» ha detto l’investitore, sottolineando che stava ripetendo quanto sentito da altri investitori, senza tuttavia essere in grado di dimostrare l’affermazione.

I manifestanti, che il 28 novembre erano ancora in strada persino dopo che erano state inviate le forze dell’ordine per farle sfollare, potrebbero decidere di fidarsi delle autorità locali e del loro intervento per salvare la società. Da un lato questo placherebbe questa folla, ma dall’altro rafforzerebbe anche l’azzardo morale generale del settore bancario, secondo cui tutti gli speculatori saprebbero di poter fare debiti impunemente, contando sull’intervento dello Stato. Ma sarebbe solo una fuga in avanti, utile solo a posticipare lo scoppio della crisi generale del debito.

 

Articolo in inglese: Thousands Protest Financial Firm’s Default in Central China

 
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