Ennesimo aguzzino espulso dal Pcc per corruzione

Avrebbe violato quasi tutte le regole di disciplina interna possibili: questa l’accusa contro Zhang Yue, ex capo della sicurezza in una provincia del Nord cinese, che dopo tre mesi di indagini è stato espulso dal Partito Comunista e rimosso dal suo incarico ufficiale.

L’agenzia dell’anti corruzione, tuttavia, ha taciuto sull’importante ruolo svolto da Zhang nella persecuzione del Falun Gong, una pratica tradizionale di meditazione.

In un comunicato online del 28 luglio, la Commissione Centrale per l’Ispezione Disciplinare ha elencato le violazioni disciplinare commesse dall’ex capo del Comitato per gli Affari Politici e Legali della provincia dell’Hebei: il 55enne Zhang Yue, infatti, ha «portato avanti attività superstiziose per lunghi periodi», ha abusato della sua posizione, accettato tangenti e regali, scambiato denaro per prestazioni sessuali, speso fondi pubblici per feste sontuose, e vissuto una vita piena di eccessi e di piaceri.
Solo due altri quadri epurati avevano violato un numero simile di regole, secondo quanto riporta l’account di WeChat di Beijing News: «Avendo violato cinque regole disciplinari su sei, si può dire che questo segretario del Partito per la Commissione per gli Affari Politici e Legali possieda ‘tutti i cinque vizi capitali’».

Dopo l’annuncio ad aprile delle indagini contro Zhang Yue, NetEase ha pubblicato un articolo sulle sue malefatte passate: Zhang avrebbe usato dei fondi pubblici per costruirsi un intero impianto natatorio privato di lusso, che aveva riempito di ‘hostess’; avrebbe anche fatto leva sulle sue conoscenze e sulla sua posizione pubblica per diventare grande azionista di un istituto di intermediazione. Secondo NetEase, inoltre, la sua carriera politica doveva molto all’ex zar della sicurezza Zhou Yongkang.
Sia Zhang che Zhou avevano fatto rapidamente carriera per aver ‘risposto alla chiamata’ dell’ex leader del Partito Jiang Zemin, che cercava collaboratori disposti a perseguitare il Falun Gong, una pratica spirituale di cui Jiang ha ordinato la repressione il 20 luglio 1999, promettendo in cambio posizioni di prestigio e ricchezza.

L’Organizzazione mondiale per le indagini sulla persecuzione del Falun Gong ritiene che Zhang Yue sia responsabile di 10 casi di persecuzione, risalenti a quando era nel Ministero della Pubblica Sicurezza e a capo della sicurezza dell’Hebei.
Dal 2003 al 2007, Zhang Yue era stato a capo di un sotto-ufficio del Ministero della Pubblica Sicurezza, principale responsabile della persecuzione del Falun Gong: l’Ufficio 610. Un tempo un’agenzia potente e prestigiosa, l’Ufficio 610 è stato preso di mira dal leader del Partito Xi Jinping fin dalla sua salita al potere nel 2012.

Quando l’ex vice ministro della Pubblica Sicurezza Li Dongsheng è stato fatto fuori nel 2013, è stato identificato come capo dell’Ufficio 610: un fatto insolito, data la segretezza di quest’organo e i suoi legami con Jiang Zemin, che ne era stato il creatore. Dopo l’arresto di Li, i successivi capi dell’Ufficio 610 pare siano rimasti in carica per periodi molto brevi, secondo alcune informazioni trovate sui media in lingua cinese.

A inizio luglio, infine, gli investigatori dell’anti corruzione hanno dato inizio a un’indagine di 3 mesi sull’Ufficio 610, uno sviluppo che sarebbe stato impensabile durante i governi di Jiang Zemin e di Hu Jintao.

Per saperne di più:

 

Articolo in inglese: Former Chinese Provincial Security Head, and Persecutor, Is Purged

 

 
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