Non solo Brennero, verso la fine di Schengen

Profughi e migranti aumentano e le nazioni europee ‘si ricordano’ dei propri confini.

«Non si può semplicemente chiudere il Brennero e dire agli italiani “vedete voi che fare”». Questo per Ansa il commento a Berlino del vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel. Il pericolo che il Mediterraneo ridiventi un cimitero è grande – ha aggiunto – e l’Italia non va lasciata sola.

La scorsa settimana il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Junker, citato da Aska, ha definito «una catastrofe politica» l’eventuale chiusura del confine italo-austriaco: «In Austria […] e in altri Paesi europei, i partiti stanno giocando con le paure della gente».

Sono state molte le aperture e i raffreddamenti di tono sul Brennero negli ultimi giorni. Anche il ministro degli Interni austriaco ha apparentemente ammorbidito la sua posizione: «Non ci sarà nessun muro e il confine non verrà chiuso», dichiarava una settimana fa. E quanto ai maggiori controlli – che possono essere altrettanto preoccupanti – non ce ne sarà bisogno «se l’Italia farà i suoi compiti».

Ma quella che sembra un’apertura è in realtà il rilancio della stessa posizione: se il Belpaese non inizierà a trattenere i migranti sul proprio territorio, i controlli al Brennero aumenteranno. Inoltre i lavori al Brennero sono già in corso (370 metri di rete al confine) e non sembrano essere un’idea passeggera da campagna elettorale. Sebbene non si stia costruendo un ‘muro’ in senso stretto, gli austriaci intendono intensificare i controlli per impedire ai migranti di lasciare clandestinamente l’Italia e raggiungere Paesi del Nord Europa. Se i controlli saranno veramente intensi, per il Made in Italy sarà un disastro.
Ma probabilmente non lo saranno, e la situazione sarà simile a quella del confine francese: anche la Francia ha bloccato il valico di Ventimiglia-Menton con l’Italia, in un modo simile a quanto è in preparazione da parte di Vienna.
Anzi, a quanto pare il ‘blocco’ francese sarebbe più severo, perché comprende diversi posti di blocco, controlli alla frontiera (anche se non sistematici), controlli sui treni, e sgomberi dei profughi nella città di Ventimiglia. Il tutto con la collaborazione delle autorità italiane. L’Austria, invece, intende semplicemente fare controlli al confine, non sistematici, e controllare i treni con la collaborazione dell’Italia.

Quanto alla Germania, il ruolo che ha assunto nella vicenda del Brennero è relativamente ambiguo. Da un lato si pone come una sorta di mamma comprensiva nei confronti dell’Italia, ma dall’altro le conviene più che a ogni altro Paese che ci siano maggiori controlli al confine fra gli altri Paesi e l’Italia, perché solitamente i migranti ambiscono a stabilirsi proprio in Germania. E ci sono anche alcuni commentatori che sostengono sia stata proprio Berlino a spingere l’Austria a minacciare l’Italia con la chiusura del Brennero.

Un altro ‘fronte’ preoccupante è quello della Svizzera, che – non proprio in linea con il suo storico pacifismo – sembra intenzionata a voler inviare mezzi blindati e soldati al confine con l’Italia, temendo che per esclusione i migranti dovranno passare proprio da lì. Per ora si tratta solo di un’intenzione, espressa dal ministero della Difesa e dai responsabili della sicurezza dei cantoni. Ma le preparazioni sono già in atto. E se tutto questo non abolisce esattamente Schengen, ne mina le fondamenta e i principi.

 
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